lunedì 14 febbraio 2022

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il palazzo che vedi sotto.



Nella foto di ieri il palazzo dell'Eni all'Eur. 

Edificato nel 1937, di Gaetano Minnucci[1]. Al centro della strada, davanti al palazzo, si trovano due vasche circolari con getti multicolori notturni. Precedono l’ingresso del palazzo Ente Eur due statue di leoni che divorano uomini – cavallo. Sul lato del palazzo che guarda di via Ciro il Grande si trovano tre bacini ricolmi d’acqua contornati di mosaici di Gino Severini[2] e altri. Sullo stesso lato la statua il Genio dello Sport di Italo Griselli[3]. L’androne presenta il rilievo di Publio Morbiducci[4] “La storia di Roma attraverso le opere edilizie”. All’interno è conservato un plastico del quartiere. Su questa facciata si trova la scritta: “La terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno”. Questo fu il primo palazzo ad essere costruito nel quartiere. Recentemente è stato esplorato e reso accessibile il bunker antiaereo costruito nel 37-39 situato a oltre 30 metri di profondità, si sviluppa per 475 mq (da Repubblica del 6.12.17).



[1] Gaetano Minnucci. (Macerata 1896-Roma1980) Casa della Giovane Italiana all'Aventino nel 1934 oggi Scuola di Danza, Casa della Gioventù Italiana in viale Adriatico a Monte Sacro nello stesso anno, ancora nel 34 il Dopolavoro dell'Università con il teatro Ateneo all'interno della Città Universitaria. Nel 1937-38 il Palazzo dell'Ente Eur nel quartiere omonimo. Centrale Idroelettrica sul Tevere nel 1950. Ministero della Marina Mercantile all'Eur nel 1958-59, la Facoltà di Economia e Commercio in via del Castro Laurenziano nel 1961, il Policlinico Gemelli nel 1962-64 in via della Pineta Sacchetti.

[2] Gino Severini (Cortona 1883 – 1966)  A Roma conobbe Boccioni e frequentò lo studio di Balla, dipinse olii e pastelli della campagna romana. Le difficoltà e lo scarso successo lo convinsero a partire per Parigi che rimase sua patria di elezione. Nel 1910 aderì al futurismo, presto guardò all'orfismo, al cubismo sintetico e collaborò con De Stjl. Passò a tecniche più libere come il collage. Fu tra i primi a risentire il Ritorno al classicismo degli anni Venti ma non rinnegò Braque e Picasso. Negli anni Quaranta tornò al neocubismo e fu aperto alle istanze dell'astrattismo geometrico.

     A Cortona una sala gli è dedicata nel Museo dell'Accademia Etrusca, con opere donate dal pittore nel 1963. Una sua opera nella sala del Consiglio del palazzo Bnl di Roma.  Sue opere alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale. Alla Gnam: "Nudo" del 1942.

[3] Italo Griselli Montescudaio PI 1880 - Firenze 1958) Nato da una famiglia di contadini, nel 1903 si trasferisce a Firenze dove frequenta l'Accademia ed entra in contatto con alcuni artisti e letterati come Palazzeschi e Papini. Vince concorsi per gruppi da collocarsi all'Altare della Patria (Allegoria della Toscana) e al ponte Vittorio Emanuele (Il valore militare). Con il gruppo "Lacerba" di Soffici, Rosai, non è estraneo al primo futurismo fiorentino. Si trasferisce in Russia per il monumento allo Zar Alessandro II, riceve i favori dello zar Nicola II, insegna all'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo fino al 1921. Rientrato in Italia, con la moglie russa, partecipa a tutte le mostre del Novecento toscano, è nominato presidente della Quadriennale romana e della Biennale di Venezia. Vive l'ultimo periodo di attività in completo isolamento. A Roma ha realizzato "Il genio dello Sport" presso il palazzo dell'Ente Eur. Sua la scultura "Romolo" alla Galleria d'arte Moderna di Roma Capitale. Alla Gnam, nel giardino delle fontane, lato via Aldrovandi, una sua scultura: "Apollo", 1933, bronzo.

[4] Publio Morbiducci. (Roma 1889-1963) scultore medaglista e pittore italiano. Porte della Casa Madre dei Mutilati a Roma nel 1926, Monumento ai caduti di Benevento nel 1926, Monumento al Marinaio nel 1928, fontana di piazza del Viminale nel 1929, il monumento al Bersagliere a Porta Pia nel 1931-32, il monumento a Emanuele Filiberto Duca d’Aosta in piazza Castello a Torino con Eugenio Baroni nel 1936-37, i Dioscuri al Colosseo quadrato all’Eur.


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