domenica 31 gennaio 2021

Bellissima notizia per villa Ada

 


Una magnifica notizia che riguarda una delle più belle ville storiche di Roma: villa Ada. Il Comune di Roma, attraverso una recente delibera, ha destinato 435.000 euro per la sua riforestazione. Un programma d’intervento che riguarda tre diverse aree: Monte Antenne, la sughereta e il declivio verso il lago superiore. Si è scelto di intervenire sugli alberi di villa Ada perché, nel corso degli ultimi anni, avevano subito un processo di impoverimento. Fenomeno dovuto sia alla vetustà delle precedenti piantagioni che ad eventi meteorologici molto intensi come, ad esempio, la nevicata del 2012.
Nelle aree individuate, pertanto, saranno ripristinate le stesse specie arboree attualmente presenti, che sono principalmente: Pinus pinea, Quercus suber e Quercus ilex. In aggiunta, saranno messi a dimora alcuni esemplari di Cupressus sempervirens (Cipresso), Cedrus deodara, Cedrus libani, e alcuni arbusti della macchia mediterranea come Genistae (Ginestre), Arbutus unedo (Corbezzoli) e Juniperus communis (Ginepri).

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 sai come si chiama e dove si trova la piazza che vedi sotto.


Nella foto di ieri la lapide che ricorda i partigiani uccisi a Centocelle, si trova in piazza delle Camelie.

sabato 30 gennaio 2021

Belle novità per piazza San Silvestro!

 

   Una bella novità per la nostra amata città riguarda una delle piazze più frequentate del centro storico, a due passi da piazza Colonna. In piazza San Silvestro si stanno piantando due alberi di Jacardand e due di Melia Azedarach, il tutto secondo il progetto di Paolo Portoghesi che aveva pedonalizzato la piazza.

Il 30 marzo 2012 la piazza è stata riqualificata e pedonalizzata dal Comune di Roma (sindaco Alemanno), in accordo con Atac, su progetto di Paolo Portoghesi[1]. I capolinea sono stati spostati  a porta San Paolo o piazza Indipendenza, sono stati installati nuovi lampioni in ghisa, sampietrini e panchine. Il costo è stato di 2 milioni di €, i lavori sono durati 10 mesi. Subito ha suscitato tante critiche perché, nelle caldi estati romane, la piazza è assolata. La foto è presa dalla pagina facebook della sindaca Virginia Raggi che si ringrazia.

Alcune immagini di questo blog sono attinte da internet e quindi considerate

di pubblico dominio. Vi prego di avvertirmi in caso di un'involontaria violazione

del copyright, in modo che io provveda subito all'eliminazione dell'immagine usata per errore.


[1] Paolo Portoghesi (Roma 1931) docente universitario e critico dell'architettura, principale esponente del movimento Postmoderno di cui ha riunito gli esponenti più significativi alla Biennale del 1980.  Accademico di San Luca, è stato presidente del Politecnico di Milano e docente della facoltà di architettura a valle Giulia. Autore della moschea di Roma (1974), del restauro del borgo di Calcata nella valle del Treja, della reggia di Amman in Giordania nel 1973, del quartiere per dipendenti Enel di Tarquinia nel 1981, del quartiere di Ponte di Nona Ater a Roma (progetto del 1986, realizzazione nel 2005-08), ha ridisegnato a titolo gratuito piazza San Silvestro a Roma (2011). Tra le altre realizzazioni si ricordano: Casa Baldi al Km 12 della via Flaminia nel 1960, il villino Papanice in via Marchi 1 nel 1967, la scuola Ennio Flaiano in via Fleming - via Gosio con Gigliotti nel 1971. Ha ristrutturato l'Hotel de la Minerva a Roma nel 1990).

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Nella foto di ieri il forte Prenestino lungo la via omonima nel quartiere Prenestino Centocelle.

     Il forte fu costruito tra il 1880 e il 1884 al quarto km della via Prenestina, si estende su una superficie di 13,4 ha. Il piano regolatore del 1962 (sindaco Glaudo della Porta) destina l'area a verde pubblico. Nel 1976 il sindaco Argan chiese al ministero delle finanze l'uso dei forti per esigenze sociali. Nel 1977 il comune di Roma ha preso possesso del forte senza mai utilizzarlo e lasciandolo in abbandono. Dal 1987 il demanio dello Stato ha chiesto il pagamento dell'occupazione del forte, ne è nato un contenzioso giuridico ancora non risolto. Il PRG del 2003 (sindaco Veltroni) ha confermato la destinazione dell'area a verde e servizi pubblici di livello locale. Dal 1° maggio 1986 il forte è occupato dal Centro Sociale Autogestito (CSOA) Forte Prenestino che lo ha di fatto reso l'unico dei forti di Roma che sia stato riutilizzato con un'altra funzione rispetto a quella originaria. E' uno dei centri sociali più antichi di Roma avendo superato i venti anni di vita. Tra le attività che vi si svolgono, tutte autofinanziate, dal 2005 vi è quella di Crack festival internazionale di fumetti, incontri nazionali di musica Raggae 2005 e jazz dal 2010 (nel 1992 si esibì Manu Chao, il forte si riempì di 10.000 persone), mercatini a vendita diretta di prodotti agricoli e la festa del non lavoro in occasione del 1° maggio. Dal 23 maggio dispone di una nuova sala cinema, le attività di proiezioni cinematografiche risalgono ai primi anni di occupazione del forte. Il teatro occupa un posto importante nella programmazione del forte e la sua attività è iniziata con uno spettacolo teatrale. Tra le manifestazioni che si svolge al Forte c’è Enotica sul mondo del vino: tre giorni di degustazioni, presentazione di produttori di vino indipendenti e spettacoli dal vivo. I cunicoli sono ammantati di murales di ogni tipo.

     Nel libro di Gaia Remiddi e altri dal titolo "Il moderno attraverso Roma" a pag. 140 si legge: "...i forti erano organismi difensivi poligonali costruiti su alture... edifici bassi, quasi un semplice corrugamento del terreno, hanno il fronte principale costituito da un muro a leggero saliente lungo 200 metri, i fianchi assai più brevi e circondati da un fosso asciutto con muro di controscarpa... l'aspetto più interessante di questi è la compenetrazione con l'ambiente naturale dell'agro romano...".

     Solo questo forte e forte Braschi in via della Pineta Sacchetti hanno due piazze d’armi (luogo per le adunate delle truppe), forte Braschi oggi è occupato dai servizi segreti.

venerdì 29 gennaio 2021

La scuola più bella di Roma!

 

     Nel 2014 il Ministero dei Beni Culturali ha indetto un concorso per individuare le più belle scuole costruite nell’ultimo ventennio. Una commissione, presieduta dall’architetto Cosmo Antonello Magliozzi ha individuato 20 scuole in tutta Italia, di queste due si trovano a Roma, sono la scuola Don Filippo Rinaldi in via Lemonia (quartiere Appio Claudio) progettata dall’arch. Cosmo Antonello Magliozzi (capogruppo) e la scuola Raffaello in via Giuseppe Capograssi (quartiere Romanina) opera degli architetti Herman Hertzberger e Marco Spampinato. Ecco due foto che rendono solo in parte la bellezza dei luoghi. Roma: non basta una vita!

Foto scattata da me.

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Nella foto di ieri il Parco Cadmo Biavati a Centocelle presso il Forte Prenestino.

Il parco prende il nome di Don Cadmo Biavati primo direttore del Borgo Ragazzi Don Bosco (1912-1982) che si trova sempre all'interno del perimetro del forte Prenestino abbandonato. Nel marzo 2020 il parco è stato illuminato.

giovedì 28 gennaio 2021

A Roma San Giovanni

 E' nelle edicole e in libreria il bel libro "A Roma San giovanni. Storie quotidiane di un quartiere millenario", a cura di Leredana Germani con prefazione di Andrea Carraro e postfaszione di Sandro Bovissuto, ed. Roma per Sempre.

     Il libro presenta 15 racconti di altrettanti autori tutti ambientati nella zona di San Giovanni. Una parte di Roma che ha almeno due anime, una sacra e l'altra profana che si fronteggiano nella stessa piazza di Porta San Giovanni con la Basilica e i concerti del Primo Maggio. Una bella raccolta di ricordi, emozioni nel cuore di Roma.

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Nella foto di ieri il mercato Insieme di viale della Primavera a Centocelle.

mercoledì 27 gennaio 2021

Tutti potenziali bersagli!

 

     Visto che oggi è il Giorno della Memoria, voluta dalle Nazioni Unite nel 2005 per ricordare le vittime della Shoah, presentiamo un monumento poco conosciuto che si trova in piazzale Ostiense, nei giardini posti davanti alla stazione Porta San Paolo della ferrovia Roma- Lido, dal titolo “Tutti potenziali bersagli”.  Il monumento è dedicato a tutte le vittime dell’Olocausto, è stato collocato nel 1995 (cinquantennale della Liberazione). Cinque sagome, ognuna con un triangolo diverso: stella di Davide per gli ebrei, rosa per gli omosessuali, marrone per i rom, azzurro per emigrati oppositori, rosso per i politici. In ferro, acciaio, bronzo e specchi in cui ognuno può riflettersi, perché ognuno può diventare bersaglio. Come il monumento a Giordano Bruno e a Walter Rossi è stato finanziato da una sottoscrizione pubblica. Roma: non basta una vita!

Foto scattata da me.

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Nella foto di ieri il deposito tram sulla via Casilina a Centocelle per la tramvia Termini - Parco di Centocelle.

martedì 26 gennaio 2021

Un grande investimento per il Santa Maria della Pietà

 


     Al via la ristrutturazione da 24,5 milioni, nuova vita ai 37 padiglioni. Nei padiglioni 11 e 15 due ostelli pronti ad aprire, sono da 61 e 77 posti. Si tratta del più grande investimento dalla chiusura dell’ospedale dal 1999. Entro marzo partirà la gara per riconvertire con 6,6 milioni i padiglioni 21 e 4 nella nuova sede del Nue e del centro di formazione avanzata per il personale medico, il più importante centro dell’Italia centrale dotato di sale operatorie attrezzate con tecnologie robotiche per la simulazione di interventi durante le emergenze e le esercitazioni in realtà virtuale aumentata. Rinasce il museo della Mente nei padiglioni 2,6 e 19. Si sta formalizzando la cessione dei padiglioni 16, 18 e 31 al Comune che così potrà centralizzare gli uffici del municipio XIV. Il padiglione 20 diventerà la casa dell’associazione Antea che si occupa di assistenza domiciliare. Il 31 sarà destinato alla cultura e all’associazionismo.

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Nella foto di ieri il cinema Brodway in via dei Narcisi a Centocelle.

lunedì 25 gennaio 2021

Un passaggio a livello a Roma!

 


     No, non è un abbaglio, siamo a Roma, nel quartiere Ostiense, all’incrocio tra via del Porto Fluviale e la riva Ostiense. Non si tratta di un segnale stradale collocato per errore! No, la questione è semplice, un treno usciva dall’area industriale Italgas, e raggiungeva la linea ferroviaria Roma – Civitavecchia (anche Fiumicino). Se guardate con attenzione subito dopo l’incrocio, la strada diventa in terra battuta e ancora si vedono le rotaie. Fino agli anni Cinquanta non era difficile incontrare un treno che attraversava la strada. La stessa cosa accadeva poche centinaia di metri più in là, in via Pellegrino Matteucci si poteva vedere un’altra rotaia che attraversava i binari, usciva dai Mercati Generali e raggiungeva la stessa linea ferroviaria a pochi metri dalla stazione Ostiense. Roma: non basta una vita!

Foto scattata da me.

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Nella foto di ieri la Chiesa di San Felice da Cantalice a Centocelle.

     La chiesa è opera degli architetti M. Paniconi e G. Pediconi[1], fu eretta nel 1935. E’ in forma di capanna a doppio spiovente e presenta il rivestimento in laterizio, la facciata è inquadrata da una grande arcata su pilastri, all’interno è affrescata dal Villa una gigantesca immagine di Fra Felice[2]. Ai lati del grande arco stanno due formici minori.

     L’interno è costituito da un’immensa navata centrale divisa da due laterali, molto strette, separate da pilastri cilindrici rivestiti di mosaici dorati su cui si leggono i nomi dei parrocchiani che contribuirono alla costruzione della chiesa. Nell’abside l’apparizione della Madonna con Bambino a San Felice. Sotto la veste di Maria si trovano i bambini di Teresyn, campo di prigionia presso Praga, i bambini del Biafra con i segni della malnutrizione a causa della guerra che divise la Nigeria negli anni Settanta e Marco Dominici il bambino del quartiere scomparso nel 1970 e ritrovato anni dopo. Autore di ogni decorazione della chiesa, sia in pittura, mosaico o vetrata è opera di padre Ugolino da Belluno che ha seguito uno stile neocubista (i cartoni per le vetrate sono del 1975). All’altare maggiore sta un crocefisso in ferro battuto, in stile astratto. Le vetrate hanno per tema il Cantico di Frate Sole di San Francesco. Notare il pulpito e il fonte battesimale in peperino. Nella controfacciata l’organo e due lapidi, una ricorda la consacrazione della chiesa ad opera di Pio XII, la seconda ricorda la visita di papa Giovanni XXIII nel 1955


[1] Paniconi e Pediconi. (1904-73) (1906)  Fontana della Sfera al Foro Italico nel 1930, la chiesa di San Felice da Cantalice a Centocelle nel 1935, i palazzi per l'INA e l'INPS all'Eur nel 1939, il quartiere INA Casa Valco San Paolo con altri nel 1950, il quartiere INA Casa Torre Spaccata con altri nel 1960, chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in via Poggio Moiano al quartiere Trieste nel 1960, ville a Casal Palocco, la chiesa di San Gregorio VII nella via omonima nel 1961-63, chiesa di San Giuseppe Cafasso al borghetto degli Angeli nel 1968, chiesa di santa Teresa a corso Italia nel 1969 con curia generalizia, ministero delle Poste e Telegrafi in viale America all'Eur con altri.

[2] Felice da Cantalice. (1515-1587) Felice Porro,frate dal 1554, trasferitosi a Roma dal 1547, dove ebbe l’incarico di questuare il pane e il vino per i poveri. Assisteva vedove, malati e fanciulle bisognose. A Sisto V predisse il papato, divenuto papa, spesso mandava da lui qualcuno a chiedere il pane. Fu amico di San Filippo Neri e dei bambini di Roma, autore di canzonette e madrigali. I suoi resti sono nella chiesa della Concezione di via Veneto., seconda cappella di sinistra, in un bel sarcofago


domenica 24 gennaio 2021

Qual è la prima chiesa di Roma costruita fuori le Mura?

 

     La prima chiesa parrocchiale costruita a Roma fuori le mura Aureliane è la chiesa di Santa Teresa d’Avila (1902) in corso Italia se si esclude san Gioacchino in via Pompeo Magno (ma in questo caso siamo in Prati) che fu consacrata nel 1898.

     Alla chiesa è annessa la curia generalizia dei Carmelitani Scalzi o riformati. Tale ordine religioso, fondato da Santa Teresa d’Avila e da San Giovanni della Croce, ottenne il riconoscimento da papa Clemente VII.

     Consacrata il 20 aprile 1902, fu elevata a parrocchia nel 1906, ebbe il titolo di basilica nel 1951. Durante i lavori di fondazione venne alla luce una necropoli romana dei primi anni dell’impero e un tratto della Salaria Vetus. Il progetto architettonico è di Tullio Passarelli[1].

     La facciata è divisa in due zone, quella inferiore presenta un portale aggettante in forma di protiro fra due colonne accostate alla parete e timpano. Separa le due parti della facciata una loggetta scandita da undici piccoli archi poggianti su eleganti colonnine. La parte superiore della facciata corrisponde alla navata centrale. I due leoni marmorei sono di Armando Brasini.

     Il portale di ingresso presenta sulle colonne capitelli scolpiti a motivi floreali e zoomorfi e nella lunetta reca un bassorilievo con Gesù benedice Santa Teresa. La porta è ornata da rilievi realizzati nel 1983 da frate Serafino Melchiorre con la Vita di Santa Teresa e l’Anno Santo straordinario del 1983. Sul fianco destro si trova il campanile che si innalza per 40 m, la cella campanaria è aperta da finestre trifore.

     L’interno è in forma di gotico italiano, diviso in tre navate a pilastri su cui poggiano archi, ogni due pilastri un fascio sale fino alle grandi finestre superiori per sostenere le nervature delle volte a crociera. Domina la statua della santa posta nell’abside opera del Trabacchi.

    Accanto al penultimo pilastro di sinistra si affaccia il pulpito marmoreo a pianta ottagonale, con bassorilievi del “Cristo docente”. L’abside custodisce un superbo coro in noce massiccio proveniente dalla chiesa delle benedettine di Santa Maria in Campo Marzio, opera dei primi del Settecento, ma integrato da stalli moderni. Dietro il coro è un organo di ben 2.300 canne.



[1] Tullio Passarelli. 1869-1941) Chiesa di Santa Teresa in corso Italia nel 1901, istituto De Merode alla via di San Sebastianello nel 1903, edificio per la Borsa in piazza di Pietra nel 1926, l'ambulatorio Titta Scarpetta in piazza Castellani 23 Trastevere nel 1930. Il deposito del Grano negli anni Venti, oggi Città del Gusto al quartiere Portuense.

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Nella foto di ieri la chiesa di San Bernardo di Chiaravalle a Centocelle su viale Palmiro Togliatti.

Con ingresso da via degli Olivi 180 - caratterizzata da un campanile bianco dalla forma irregolare, con cinque campane, sovrastato da una croce in ferro molto alta. La chiesa è stata consacrata il 14.11.1993 dal card. vicario Camillo Ruini anche se la parrocchia esiste dal 1978. Il progetto è di padre Costantino Ruggeri e dell'arch. Luigi Leoni[1]. E' caratterizzata da una forma a scendere verso l'altare e dalle vetrate che la cingono sui lati anteriori e posteriori in modo da tenere sempre illuminato l'altare. Il tabernacolo è un'altra particolarità perché è annegato nell'altare ed ha un movimento a scomparsa. Il fonte battesimale è vicino all'altare. Ultima ma non meno pregevole caratteristica l'organo a canne progettato insieme alla chiesa. Vi si tengono periodicamente concerti. Sotto la chiesa è situata la cappella feriale. Fra i gruppi parrocchiali vi è una comunità filippina. La festa di san Bernardo e della parrocchia è a maggio.

     San Bernardo è un monaco benedettino francese della Borgogna vissuto tra il 1090 e il 1153. Fondò l'abbazia di Chiaravalle, si dedicò alla bonifica dei terreni malarici, fu uomo poliedrico, di preghiera ma anche di azione, Dante lo ricorda nel XXXIII canto del Paradiso come un sublime cantore di Maria[2].



[1] Costantino Ruggeri e Luigi Leoni. Sono gli stessi architetti del Nuovo Santuario del Divino Amore, 1999. . Costantino Ruggeri è un frate francescano di Canepanova (Pavia), è pittore, scultore e progettista. Ha studiato all’Accademia di Brera e si è diplomato in scultura con Minguzzi. La sua prima personale del 1951 ha avuto la presentazione dello scultore Mario Sironi. E’ stato amico di Lucio Fontana. Nel 1952 ha progettato con Figini e Pollini la chiesa della Madonna dei Poveri a Milano, nel 1960 con Gio Ponti la cappella dell’Ospedale San Carlo. Dagli anni Settanta collabora con Luigi Leoni alla progettazione ed esecuzione di varie chiese (Santa Maria della Gioia a Varese, San Paolo a Rho, San Francesco Saverio a Yamaguchi in Giappone). E’ morto nel 2007.

[2] Chiesa di San Bernardo di Chiaravalle tutte le notizie da parrocchie.it.


sabato 23 gennaio 2021

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Nella foto di ieri la chiesa della Sacra Famiglia di Nazareth in piazzale delle Gardenie a Centocelle.

     Si tratta di una grande struttura a parallelepipedo sormontata da una croce in ferro e affiancata da due corpi di fabbrica sedi dell’Istituto. Il paramento esterno è in cortina laterizia. Venne consacrata nel 1972, il progetto è dell’architetto Giancarlo Cevenini. Si accede alla chiesa mediante due rampe. Al centro della chiesa si trova un originale lampadario in ferro battuto composto da un intreccio a motivo di traliccio. Nei pressi dell’ingresso si trova un ambiente chiuso da cristalli e contenente rigogliose piante tropicali che simboleggiano la continuità della vita. La via Crucis è formata da quadri ad olio, opera di E. Canateli, ma i quadri non sono disposti lungo le pareti della chiesa, ma tutti insieme in una grande grata metallica alla parete sinistra. Lo stile di riferimento è postcubista, tra i personaggi Paolo VI.

     I figli della Sacra Famiglia di Nazareth furono fondati nel 1864 dal sacerdote spagnolo Giuseppe Majanez y Vives allo scopo di propagare il culto della Sacra Famiglia e collaborare allo svilupo dell’educazione cristaina della gioventù. La congregazione venne approvata nel 1901 e pose la sua procura generale presso la chiesa di Santa Bibiana (via Giolitti).


venerdì 22 gennaio 2021

Può risorgere a nuova vita Campo Testaccio

 

     Il campo storico nel quale la Roma ha giocato 161 partite dal 1929 al 1940. E’ pronto il progetto e ci sono i fondi per realizzare il nuovo stadio di Testaccio. Il progetto del Credito Sportivo e dalla Roma costerebbe 14 milioni di euro, per realizzarlo servirebbero 18 mesi. Nascerebbe così un campo da 9 contro 9 ma espandibile 11 contro 11. Avrebbe 4.000 posti con tribune coperte. Avrà un’area commerciale con museo giallorosso.  Sarebbe al servizio del quartiere, della squadra femminile della Roma, e alle società di serie C in cerca di un impianto.

     Questo è il campo storico nel quale la Roma giocò dal 3 novembre 1929 al 30 giugno 1940. Si trova lungo via Nicola Zabaglia presso la biblioteca Enzo Tortora del Comune di Roma (al civico 27). Venne costruito nel 1929 e prende il nome dal rione nel quale sorge, qui la Roma giocò 161 partite con 103 vittorie, 32 pareggi e 26 sconfitte.

     L’impianto fu progettato dall’ingegner Silvio Sensi, padre di Franco (presidente del terzo scudetto della Roma), aveva quattro tribune in legno verniciate con i colori della squadra, aveva una capienza di 20.000 spettatori. L’impianto comprendeva l’abitazione dell’allenatore sul muro era dipinto un gigantesco stemma della squadra. Per vedere una partita si pagava dalle 30 alle 35 lire in tribuna coperta e via via a scalare fino ai popolari dove si pagava 5 o 6 lire, 50% di sconto alle donne. Era frequente vedere gruppi di spettatori sul Monte dei Cocci per vedere la partita dall’esterno senza pagare il biglietto. Lo stadio è rimasto nella memoria dei tifosi romanisti per la partita contro la Juventus del 15 marzo 1931 nella quale i romani vinsero 5-0, da qui è stato tratto anche un film “Cinque a zero”. Dopo la stagione 1939-40 lo stadio venne abbandonato perché la tribuna dei distinti cominciava a dare segni di cedimento, venne sostituita da una in cemento (i cui lavori durarono quasi un anno), ma nonostante ciò fu abbattuto il 21 ottobre 1940.

     Il 27 novembre del 2000, alla presenza del sindaco Rutelli, del presidente Franco Sensi e di molti campioni del passato lo stadio è stato riedificato, di dimensioni ridotte ma dotato di un centro sportivo multifunzionale. I lavori di un parcheggio sotterraneo hanno comportato un decadimento della struttura, il problema a tutt’oggi non è risolto. Nel 2017 l’assessore ai trasporti Linda Meleo ha dichiarato che il parcheggio non si farà più.

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Nella foto di ieri l'acquedotto Alessandrino nel punto in cui scavalca viale Palmiro Togliatti. 

     Si deve all’imperatore Alessandro Severo (222-235) che volle così rifornire di acqua il Campo Marzio (qui aveva restaurato le terme di Nerone). Attingeva l’acqua presso Pantano Borghese, a sud della Prenestina e di Gabii. Tali sorgenti furono riutilizzate da papa Sisto V per l’acquedotto Felice. Diversamente dagli altri acquedotti la piscina limaria era alla sorgente. Il percorso dell’acquedotto era di Km 22 fino a porta Maggiore, da lì in poi le sue tracce sono andate perdute.

     Ancora oggi gli archi appaiono poderosi quando superano il fosso di Tor Bella Monaca, Essi misurano m 2,32 di lato, e distano tra loro m 3,50 con arcate alte fino a m 15. Un altro tratto sta in via di Torrenova e quindi oltrepassa il fosso di  Vallelunga e quello della Mistica. Un altro tratto con 33 arcate supera il fosso di Tor Tre Teste, mentre alcuni resti con una torre sono in via di Casa Calda.

     Il tratto che scavalca l’attuale viale Togliatti è forse il più spettacolare, sono da notare, alla sommità dei piloni ad una sola arcata, le coppie di mensole marmoree inserite dagli antichi nella muratura per essere utili al collocamento di ponteggi per lavori di manutenzione. Si è in grado di calcolare che l’acquedotto conduceva oltre 200 litri di acqua al secondo in città.


giovedì 21 gennaio 2021

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 sai come si chiama e dove si trova l'acquedotto che vedi sotto.

Nella foto di ieri villetta Lazzaroni in viale di Tor di Quinto.

mercoledì 20 gennaio 2021

Qual è la salita più ripida di Roma?

 

     Nel centro storico la salita più ripida è via di San Sebastianello che da piazza di Spagna sale a Villa Medici, meno ripida e più lunga anche la salita di viale D’Annunzio. Impegnativa, ma più lunga delle precedenti, è via Garibaldi che da Trastevere sale al Gianicolo.

     Uscendo dal perimetro delle mura Aureliane, la salita più ripida, ma anche lunga è via Edmondo De Amicis che dalle spalle dello stadio Olimpico giunge fino alla via della Camilluccia, in pratica a Monte Mario, dove è l’Opera Don Orione (vicini a via Trionfale).

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 sai come si chiama e dove si trova


Nella foto di ieri la scalinata di via Ronciglione nei pressi di corso Francia.    Nell’ambito di una serie di scalinate di periferia decorate con murales dedicate a star del cinema, in via Ronciglione, l’artista “Diavù” David Vecchiato ha ritratto il volto di Michele Mercier, attrice francese nata a Nizza nel 1939 che ha legato la sua notorietà al ciclo cinematografico di Angelica girato negli anni Sessanta, con Robert Hosseini e Giuliano Gemma per la regia di Bernard Borderie.

martedì 19 gennaio 2021

Qual è il rione più popolato e quello meno di Roma?

 

Il rione più popolato è l’Esquilino con 24.167 ab. seguito da Trastevere con 19.229 ab. Il meno popolato è Campitelli con 552 abitanti. Tutti i dati si riferiscono al 2015 e provengono dal comune di Roma. Nella foto in alto l'Arco di Gallieno, uno dei simboli del rione Esquilino, nella foto in basso i giardini di piazza Vittorio, cuore del rione.


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Nella foto di ieri la pasticceria Mondi in via Flaminia, nei pressi di ponte Milvio.

lunedì 18 gennaio 2021

Il monumento più bistrattato di Roma

     Nel parco della Caffarella, di fronte alla scuola Ada Negri si trova il monumento a Lorenzo Cuneo, volontario del Comitato per il Parco della Caffarella, morto sull’autostrada A1, travolto da un camion sulla corsia di emergenza, si era fermato per prestare soccorso ad un’auto in panne. Ogni anno in occasione nell’anniversario della sua morte un concerto si tiene in Caffarella. Un largo gli è intitolato lungo via dell’Arco di Travertino, dove si trovano i capolinea dei bus Atac; una scuola materna gli è dedicata in via Cerveteri, presso l’istituto psico-pedagogico (già Magistrale) Margherita di Savoia. Il monumento era sovrastato da una scultura in ferro opera dell’artista armeno Henrig Bedrossian, purtroppo oggi è in abbandono, ma ancora si legge la frase del poeta Khalil Gibrain:

Date poca cosa se date le vostre ricchezze,

è quando date voi stessi che date veramente.

Vi sono quelli che danno con gioia,

e questa è la loro ricompensa,

attraverso le loro mani parla Dio,

attraverso i loro occhi sorride alla Terra.

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Nella foto di ieri la via Cassia nel tratto vicino a piazzale di ponte Milvio.

domenica 17 gennaio 2021

Qual è il teatro più grande e quello più piccolo di Roma?

 

Il teatro dell’Opera con i suoi 1.600 posti è il teatro più grande di Roma. “Stanze segrete” in via della Penitenza a Trastevere è il più piccolo. Uno dei più importanti al mondo per l'opera lirica. Costruito nel 1878-80 da Achille Sfondrini per conto dell'albergatore Domenico Costanzi (proprietario dell'albergo Quirinale confinante con il teatro dell'Opera) per cui venne chiamato teatro Costanzi per vari decenni (a quella data il teatro della lirica era il teatro Apollo - di epoca seicentesca come il Valle e l'Argentina - ma demolito per la costruzione degli argini del Tevere). L'inaugurazione avvenne il 27 novembre del 1880 con Semiramide di Rossini alla presenza dei sovrani Margherita e Umberto, dell'aristocrazia, del mondo politico e imprenditoriale romano (la data è ricordata con l'apertura della stagione). Acquistato dal Comune di Roma e restaurato radicalmente nel 1926-28 da Marcello Piacentini cui si deve la facciata a portico, un ulteriore restauro venne compiuto nel 1960. La facciata a semplici linee  e con una finestrata di nove balconi, porta sull'attico le figure a rilievo delle cinque Muse, opera di Giuseppe Scirocchi del 1960, ed è preceduta da un portico a terrazza. La sala conserva ancora la struttura ottocentesca a quattro ordini di palchi e due gallerie con volta vivacemente affrescata da Annibale Brugnoli che si è ispirato a celebri opere liriche (1880). A questa si è sovrapposta la decorazione a stucchi decò-classicista. Magnifico lampadario di cristallo di Boemia. Il palcoscenico è dotato di modernissimi impianti. La sala dispone di 1.600 posti, precedentemente erano 2.200 ma lavori di adeguamento alle norme di sicurezza hanno imposto nuove dimensioni.

     Nel teatro si sono esibiti i massimi artisti lirici e direttori d'orchestra di ogni epoca. L'elenco sarebbe troppo lungo. Fra le tante citazioni possibili ricordiamo la regia di Luchino Visconti per Le nozze di Figaro di Mozart del 1964 con la direzione di Carlo Maria Giulini.

     Il teatro dell'Opera dispone di un orchestra, un coro e del corpo di ballo con la scuola di danza. Quest'ultima a sede in via Ozieri 8, presso piazza Lodi. I depositi si trovano in via dell'Ara Massima di Ercole presso il Circo Massimo.

     Dal 1937 il Teatro dell'Opera ha una stagione estiva all'aperto alle Terme di Caracalla, questa ha sempre riscosso un grande successo di pubblico soprattutto tra i turisti. Solo durante l'ultima guerra mondiale la stagione estiva fu interrotta e di nuovo dal 1993 al 2003 per importanti lavori di restauro alle terme. In alcuni casi è stato utilizzato lo stadio Olimpico.

     Con ingresso da via Firenze 60 si trova l'Archivio Storico Audiovisivo  che conserva bozzetti delle scenografie, libretti di sala, manifesti e locandine, registrazioni audio e video, fotografie di scena, partiture e spartiti autografi, cimeli di artisti e l'emeroteca.

      Il teatro più piccolo di Roma si trova al civico 3 di via della Penitenza (Trastevere) si trova il più piccolo teatro di Roma, si chiama “Stanze segrete” che porta avanti una programmazione strettamente legata a testi letterari e poetici. E’ stato fondato nel 1992 da Aurora Cafagna, oggi il direttore artistico è Ennio Coltorti. Si tratta di un’unica stanza di circa 40 posti, un salotto che permette un’esperienza particolare, superando la barriera tra attori e pubblico, quindi un piccolo spazio per grandi emozioni.

     La via prende il nome dal monastero annesso alla chiesa di Santa Maria della Penitenza, detto comunemente “Le scalette” per le due rampe di scale che conducono alla porta principale, è più noto con il nome “Buon Pastore”.

Sei romano de Roma se...

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Nella foto di ieri ponte Milvio. Per i romani “ponte Mollo”. Uno dei ponti più antichi di Roma, costruito, o meglio ricostruito, dal censore Marco Emilio Scauro, da cui il nome, alla fine del II secolo a. C., rimaneggiato nel XV secolo da Nicolò V[1], che aggiunse una torre di guardia, fatta ricostruire da Pio VII[2], in forma di porta fortificata su disegno del Valadier[3] nel 1805, fatto saltare da Garibaldi nel 1849 per ostacolare l’avanzata dei francesi durante la gloriosa repubblica romana[4], infine fu restaurato nel 1850 da Pio IX. Negli anni Trenta un tram vi passava sopra. E’ stato pedonalizzato negli anni Sessanta.

     I quattro archi mediani sono ancora quelli antichi. Verso la città la statua di San Giovanni Nepomuceno di Agostino Cornacchini (1731) e dell’Immacolata di Domenico Pigiani (dopo 1840). Presso il ponte ebbe termine la battaglia omonima tra Costantino e Massenzio (312), questa aprì la strada all’Editto di Milano (313) che sancì la libertà religiosa per i cristiani.

     Nel 2004 il ponte è diventato meta di innamorati da tutta Italia che giungevano a porvi i loro “lucchetti dell’amore” sulla base del successo del libro di Federico Moccia “Tre metri sopra il cielo”, un romanzo rosa per giovanissimi. La situazione aveva prodotto un degrado, il peso dei lucchetti, legati tra loro da catene ed appese ai lampioni, aveva addirittura fatto cadere alcuni campioni. Finalmente nel luglio 2007 il municipio installa dei paletti per gli amanti dei lucchetti.



[1] Niccolò V. Tommaso Parentuccelli (Sarzana 1397 – Roma 1455), papa dal 1447. promosse la conclusione della pace di Lodi, fondò la biblioteca Vaticana. Invano promosse una crociata contro i turchi dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453.

[2] Pio VII. Luigi Barnaba Chiaromonti (Cesena 1742 – Roma 1823), monaco benedettino, papa dal marzo 1800. Si recò a Parigi per incoronare Napoleone imperatore dei francesi nel 1804. Fu arrestato e deportato da Napoleone a Grenoble,Savona e Fointnenbleau.

[3] Giuseppe Valadier. Roma 1762 – 1839. architetto e archeologo neoclassico. Lasciò nello Stato della Chiesa e a Roma, dove sistemò piazza del Popolo e il Pincio con la Casina. Restaurò opere romane come l’Arco di Tito.

[4] Foto Ponte Milvio minato dai Garibaldini. In rivista Roma ieri, oggi e domani, n.44, pag. 75. Una lapide sotto l’arcata della torre valadieriana ne ricorda l’avvenimento. Una foto d’epoca di ponte Milvio con una piena del fiume in Roma ieri, oggi, domani n.18 pag. 172.


sabato 16 gennaio 2021

Grandi novità per il Colosseo!

 

Ci sono grandi novità in vista per il Colosseo e l’area archeologica centrale. Si spera in una riapertura dei musei cittadini, pandemia permettendo. La prima novità riguarda il completamento dell’arena, è stata aperta la gara di progettazione, sono conclusi i lavori degli ambienti ipogei del Colosseo grazie al finanziamento di Della Valle. L’inaugurazione dovrebbe avvenire per il Natale di Roma, il 21 aprile. Saliamo verso il Palatino. Nella Vigna Barberini saranno impiantati alcuni filari di viti, per ricordare la vocazione agricola della zona in epoca medioevale e moderna. Negli Horti Farnesiani arriverà un kindergarten dedicato ai giochi dei piccoli romani di oggi e di allora. Sono terminati gli scavi e i restauri nella domus Tiberiana (siamo sempre sul Palatino), lo stesso per la Casa delle Vestali e la Curia Iulia (qui siamo nel Foro Romano). Nella Domus Aurea è stata ultimata la passerella disegnata da Stefano Boeri (l’architetto del Bosco Verticale, famoso e premiato grattacielo di Milano) che conduce nella Aula Ottagona. Si aspetta il via libera per una mostra a Raffaello e alle grottesche. Parte in questi giorni il restauro dell’Arco di Settimio Severo, mai toccato in 40 anni. Si è lavorato nel tempio di Venere e Roma grazie ai 2,5 milioni di Fendi, qui è tornata alla luce una foglia d’oro intatta di 1.700 anni fa. Insomma, tante e positive novità per il monumento simbolo di Roma, il Palatino e l’area dei Fori. Speriamo che presto la pandemia ci lasci godere dello spettacolo eterno di Roma!

Sei romano de Roma se...

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Nella foto di ieri ponte Flaminio.  E’ il ponte attraversato da Corso Francia. Doveva chiamarsi “ponte XXVIII ottobre”, in ricordo della marcia su Roma, ma cambiò nome prima in ponte di Tor di Quinto, quindi nell’attuale. E’ lungo 254,9 metri, è largo 27 metri, è stato progettato da Armando Brasini che nei dintorni aveva progettato la chiesa di piazza Euclide (Chiesa del Sacro Cuore di Maria), e la sua dimora (probabilmente il Castellaccio omonimo). Il ponte si rese necessario per l’insufficienza di ponte Milvio, richiese una variante della via Cassia e della via Flaminia. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1938 e furono sospesi nel 1943 per gli eventi bellici. Ripresero nel 1957, fu inaugurato nel 1951. Negli anni Sessanta il ponte fu chiuso per un problema strutturale al quinto pilone che causò un cedimento del piano stradale, provvisoriamente venne costruito a monte il ponte Bailey, è ancora visibile uno dei piloni di questo ponte provvisorio che ora non c’è più. Fu riaperto nel 1964.

     Il ponte è realizzato in calcestruzzo, rivestito di travertino.

     Il ponte compare nel film “Poveri ma belli” di Dino Risi (1956), “Caro diario” (1993) di Nanni Moretti, nel film “Tre metri sopra il cielo” (2004) con Riccardo Scamarcio, tratto dall’omonimo romanzo di Federico Moccia. Il tutto nasce da una scritta di vernice nera sul ponte che diceva appunto “Io e te tre metri sopra il cielo”.

venerdì 15 gennaio 2021

La villa che mette d'accordo romanisti e laziali

     Oggi si gioca il derby, la partita Lazio – Roma suscita da sempre grande interesse nella città, le tifoserie delle due squadre sentono molto questo incontro. Anche se c’è l’emergenza sanitaria tanti romani seguiranno la partita. La rivalità è molto accesa, ma c’è una villa a Roma che mette d’accordo romanisti e laziali, è villa Lais, nel quartiere Tuscolano.

     All’interno della villa due viali sono stati intitolati uno ad Agostino di Bartolomei (calciatore centrocampista o difensore, capitano della Roma 1972-75 e 1976-84, con lui la Roma vinse lo scudetto nella stagione 1982-83, è morto suicida a Castellabate a dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni persa contro il Liverpool) un altro a Luciano Re Cecconi (calciatore centrocampista, con la Lazio negli anni 1972-77, è morto il 18 gennaio 1977 in una gioielleria di via Fracesco Saverio Nitti 68, Collina Flaming, entrando finse una rapina, il gioielliere gli sparò in pieno petto).

     Nei secoli XVII e XVIII l'area risultava suddivisa in due vigne, una denominata "alli Condotti", dalla vicinanza dei condotti dell'Acquedotto Felice, l'altra "alla Ferriera", dal nome di un opificio per la lavorazione del ferro. La proprietà dei terreni restava in ogni caso appannaggio del latifondo ecclesiastico, il Capitolo Lateranense, che nel 1685 cedette una delle due vigne in enfiteusi a Carlo e Lorenzo Merolli, mercanti di campagna, le cui famiglie ne risultarono detentrici fino alla prima metà dell'800.

     Dal catasto Gregoriano del 1818 risulta che nella zona oggi occupata da villa Lais esisteva una Vigna Costantini con un edificio composto da vari corpi di fabbrica disposti a semicerchio, un lungo viale alberato la collegava alla via Tuscolana. Più tardi sorsero due “valcherie”, opifici per la lavorazione della lana presso il corso dell’Acqua Mariana. Nella pianta dell’Istituto Topografico Militare del 1872-5 risulta esserci anche una cava di pozzolana, mentre la valcheria è diventata un mulino che poi sarà il Mulino Natalini. Nel 1906 appare per la prima volta il nome “Orti Lais”. I Lais iniziano la trasformazione della rustica vigna in residenza borghese di campagna senza per questo cancellarne la destinazione agricola – industriale. Questa trasformazione è testimoniata da una lapide (finto stile paleocristiano) del 1905 di dedicazione della cappella alla Vergine Madre di Dio. Venne creato un giardino padronale limitrofo al Casino, vennero costruiti edifici di servizio (vaccheria, garage scuderia, serra, case d’abitazione per il giardiniere e gli addetti alla produzione).

     Lanciani segnala nel 1907 il ritrovamento nella vigna di un tratto di basolato forse appartenente all’antica via Tuscolana.

     La creazione del quartiere negli anni Cinquanta, ma ancora di più negli anni Sessanta, segna il restringimento della villa nelle dimensioni attuali. Nel 1979 (sindaco Argan) la villa, ormai in abbandono, viene acquistata dal Comune che subito l’apre al pubblico ed inizia il restauro degli edifici. La superficie attuale della villa è di 2,6 ettari.


Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il ponte che vedi sotto.




Nelle foto di ieri piazzale di Ponte Milvio.

giovedì 14 gennaio 2021

Qual è la prima chiesa costruita a Roma dopo il 1870?

 

Dopo porta Pia, e l’unione di Roma al resto d’Italia non fu certo un periodo facile per la Chiesa cattolica a Roma. In quel clima quale fu la prima chiesa costruita in città? La chiesa del Sacro Cuore di Gesù a via Marsala, opera di Francesco Vespignani, consacrata nel 1887.

     Fu voluta da Pio IX ma iniziata solo nel 1879 sotto Leone XIII, che ne affidò la costruzione a Giovanni Bosco e, giunta a compimento nel 1887, il santo stesso celebrò la prima messa il 16 maggio. Francesco Vespignani (autore anche della chiesa di Sant’Anselmo sull’Aventino e del rifacimento del presbiterio e dell’abside della Basilica di San Giovanni in Laterano) ne fece il progetto in stile neo rinascimentale con la facciata tripartita in travertino, e il campanile sormontato dalla caratteristica statua del Redentore in rame dorato (1931). Interno a tre navate con colonne di granito di Baveno, completamente rivestito di marmi, stucchi, dorature e pitture. I tre altari principali sono composti con elementi seicenteschi provenienti da chiese demolite. Nelle cappelle laterali dipinti del pittore romano Andrea Cherubini, uno dei pittori della campagna romana.