Alcune chiese di Roma
riportarono danni dal terremoto del 24 agosto scorso e del 30 ottobre
successivo. La chiesa di Sant’Eustachio vicino al Pantheon era quella che aveva
impensierito di più i tecnici per una crepa che si era aperta sopra l’altare
maggiore. Ma ora la situazione si è stabilizzata e per restando sotto
osservazione, la chiesa è stata riaperta al pubblico. Invece resta chiusa la
chiesa di San Francesco di Paola al rione Monti che guarda dall’alto via
Cavour. L’edificio ha diversi problemi di statica che risalgono a prima del
terremoto. E’ stato chiesto un progetto di risanamento che finora non è stato
presentato, forse perché i Frati Minimi non hanno le disponibilità economiche
per il restauro.
Continuano i lavori nella Basilica di San Lorenzo Fuori le
Mura, in questo caso si tratta di una delle chiese più antiche e importanti del
mondo cristiano. Si sono verificati distacchi di calcinacci da una navata, sono
stati effettuati interventi al tetto, ma i lavori continuano nel portico
d’ingresso, proprio vicino alla tomba di Alcide De Gasperi. Completati i lavori
a Sant’Ivo alla Sapienza, che aveva crepe nella cupola, i vigili hanno ridato
l’agibilità alla chiesa nella primavera scorsa ma purtroppo – non sappiamo
perché – resta chiusa. La chiesa di San Pancrazio, ai limiti della villa Doria
Pamphili, è stata liberata dalla transenne. E terminiamo questa carrellata di
chiese di Roma con il Porto di Traiano, nei pressi di Fiumicino. I casali
ottocenteschi hanno registrato profonde
lesioni che ne hanno compromesso la statica, per questo gli edifici
restano chiusi.
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