sai come si chiama e dove si trova il centro idrico che vedi sotto (le foto sono tratte da it.wikipedia.org che si ringrazia).
Nella foto di ieri il castello della Cecchignola.
Il primo documento
che menziona il castello è una bolla del 1217 di Onorio III Savelli che ne
attribuisce la proprietà al monastero di Sant’Alessio sull’Aventino. Sembra che
il nome sia una deformazione di cicogna, Appartenne alla famiglia Borghese nel
Seicento che compì importanti lavori di bonifica. Nell’Ottocento appartenne ai
Torlonia. Nel 2008, dopo tre anni di lavori, si sono conclusi i lavori di
restauro condotti dall’arch. Dario Del Bufalo.
La tenuta si sviluppa intorno a due ampie
corti formate dal casale, dalla torre e dalle aggiunte ottocentesche. Nella
corte più esterna si trova una piccola chiesa dalla facciata con elementi
decorativi ottocenteschi e interno neoclassico. La torre maggiore è alta 45
metri su base romana. Il periodo romano si identifica soprattutto nelle mura in
cui sono inseriti materiali di riuso come basoli provenienti probabilmente
dalla vicina via Ardeatina.
Oggi è sede di varie istituzioni culturali
tra cui l’Università dei Marmorari e di una biblioteca specializzata nell’arte
lapidea. La biblioteca nasce nel 2006 grazie a donazioni di privati in
particolare dell’architetto Dario Del Bufalo. La raccolta comprende 5.000
volumi di storia dell’arte e dell’architettura, periodici e cataloghi d’asta[1].
Nei
pressi si trova una sorgente che alimenta il laghetto dell’Eur, sembra che la
torre stessa sia stata una riserva d’acqua (da: Mauro Quercioli in Rioni e
Quartieri di Roma, pag. 2373). Sembra che un’entrata al castello sia possibile
anche da via della Cecchignola, prendendo via della Cecchignoletta (stessa
fonte citata prima).
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