sai come si chiama e dove si trova la colonna che vedi sotto.
Nella foto di ieri la fontanella sulla via Appia Antica davanti a San Sebastiano fuori le Mura.
sai come si chiama e dove si trova la colonna che vedi sotto.
Nella foto di ieri la fontanella sulla via Appia Antica davanti a San Sebastiano fuori le Mura.
E' giusto cercare di fermare la strage di pedoni e ciclisti che da inizio anno ha fatto 50 morti. Un dato drammatico. E' necessario che tutte le autorità competenti facciano il possibile per limitare questa strage. Bisogna limitare la velocità dei veicoli, aumentare le zone 30, aumentare le aree pedonali, realizzare più percorsi pedonali e ciclabili. In quest'ottica mi sembra buona l'iniziativa del comune di Roma che ha individuato 70 incroci pericolosi da mettere in sicurezza, c'è anche uno stanziamento già pronto di 10 milioni per iniziare questo lavoro. Inoltre con i fondi del PNRR, sempre il comune, vuole realizzare 15 percorsi pedonali e ciclabili per complessivi 54 Km. Tra questi mi piace ricordare: il sentiero Pasolini, il sentiero Trilussa, il percorso monte Ciocci - Valle Aurelia - Stazione San Pietro.
sai come si chiama e dove si trova la fontanella che vedi sotto.
Nella foto di ieri la chiesa di San Sebastiano fuori le Mura.
Secondo la tradizione qui erano custoditi i corpi di San Pietro e Paolo (dal 258) in epoca di persecuzioni e ritornate nei siti originari quando sorsero le basiliche costantiniane. Costruita agli inizi del IV secolo ma rifatta nel XVII. Già intitolata a San Pietro e Paolo, dopo il IX secolo fu intitolata al martire sepolto nelle adiacenti catacombe alle quali si accede dall'atrio a destra.
La chiesa venne fatta ricostruire da Scipione Borghese, i lavori affidati a Flaminio Ponzio[1] iniziarono nel 1608 e furono portati a termine da Giovanni Vasanzio[2]. La facciata, compiuta da quest'ultimo nel 1613 è costituita da un portico a tre archi su colonne ioniche binate di granito, la cui partitura è ripresa dalle paraste laterizie dell'ordine superiore inquadranti tre finestre a timpano curvilineo e dal timpano di coronamento.
Interno. Solenne navata unica scandita sui lati da tre arcate inquadrate da coppie di paraste. Il soffitto ligneo, su disegno del Vasanzio, conserva la figura di San Sebastiano e gli stemmi del cardinale Scipione e di Gregorio XVI che lo restaurò. Subito a destra il Salvatore del Bernini (restauro 2006). La prima cappella a destra contiene le impronte dei piedi di Cristo relative all'episodio del Quo Vadis, posizionate sull'altare, dentro una ringhiera si trovano una delle frecce che colpirono san Sebastiano e la colonna a cui fu legato. La seconda cappella sempre di destra è la cappella Albani, del 1706-12, su disegno di Carlo Maratta[3] per ordine di Clemente XI e dedicata a San Fabiano papa con cancellata in ferro e bronzo, splendida cupola. All'altare maggiore nell'edicola tra quattro colonne di verde antico del Ponzio (1610-12), Crocifissione, affresco di Innocenzo Tacconi del 1609-14, ai lati busti dei Santi Pietro e Paolo di Nicolas Cordier. L'altare conciliare è formato da un sarcofago pagano. La cappella di fronte a quella delle reliquie e la cappella di San Sebastiano di Ciro Ferri (1672) è in asse con la sepoltura del santo nella catacomba, sotto l'altare statua giacente del santo opera di Antonio Giorgetti del 1671-72 su disegno del Bernini. All'ingresso, subito a sinistra, lapide proveniente dalla catacomba, con elogio del martire Eutichio scritto da papa Damaso. Tra la prima e la seconda cappella di destra era l'ingresso originario alle catacombe.
[1] Flaminio Ponzio (Viggiù 1560 - Roma 1613) architetto di Paolo V,
progettò palazzi e chiese in uno stile severo derivato da Domenico Fontana. E'
autore della cappella Paolina in Santa Maria Maggiore, della facciata di
palazzo Borghese su via Ripetta, del casino di villa Borghese oggi sede della
galleria omonima e della basilica di San Sebastiano fuori le mura. Sua la
facciata della chiesa di Sant'Eligio degli orefici.
[2] Giovanni Vasanzio architetto del Seicento originario dei Paesi Bassi, ha italianizzato il suo nome Jan Van Santen di Utrecht (1550-1621). Allievo di Ponzio gli subentrò come architetto. Palazzo Pallavicini Rospigliosi sul Quirinale, villa Mondragone (sede della terza università di Roma) a Frascati, fontanone del Gianicolo su disegno di Ponzio. Il suo capolavoro resta il Casino di villa Borghese.
[3] Carlo Maratta (Camerano, Ancona 1625 - Roma 1713) Pittore. La sua produzione è caratterizzata da un suggestivo accademismo, realizzò grandi tele a soggetto religioso come l'Immacolata Concezione a Siena in Sant'Agostino, oppure la Morte di San Francesco Saverio a Roma nella chiesa del Gesù e ancora, la Madonna in Gloria a Roma in Santa Maria del Popolo. Sua la "Fuga in Egitto" nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Ha realizzato vasti affreschi celebrativi a Roma nel palazzo Altieri e a Frascati in villa Falconieri.
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Nella foto di ieri il bivio della via Appia Antica con la via Appia Pignatelli.
In questo libro, con piacevole ed efficace semplicità, Sergio Fazi, racconta il suo vissuto persole e politico. Ne deriva un'immagine vivida e a tratti divertente della vita quotidiana in un quartiere della media periferia romana, l'Appio Latino, nei decenni del secondo dopoguerra, ed un'illustrazione puntuale, ma mai noiosa, dell'attività della locale sezione del PCI (da tempo non più esistente), negli anni di Enrico Berlinguer, in cui un militante riusciva ad avere rapporti epistolari con il segretario del partito.
sai come si chiama e dove si trova il bivio che vedi sotto.
Nella foto di ieri il ristorante Hosteria Antica Roma che si trovava all'interno di un colombario sulla sinistra della via Appia Antica dopo il Quo Vadis.
sai come si chiama e dove si trovava il ristorante che vedi sotto.
Nella foto di ieri la cappella di Reginald Pole all'inizio di via della Caffarella (Appia Antica).
Edicola rotonda a cupola fatta costruire come ex voto dall'omonimo cardinale inglese che, contrario alla riforma anglicana, sfuggì nel 1539, in questo punto a un agguato dei sicari di Enrico VIII. La famiglia di Reginald Pole era imparentata con i sovrani d’Inghilterra, suo padre Richard era cugino di Enrico VII, mentre la madre era nipote di Edoardo IV. Quindi il nostro era uno dei pochi a poter vantare diritti di successione al trono inglese. L'elegante costruzione richiama nell'uso del cotto policromo, la tradizione classica delle tombe romane a tempietto e in particolare il vicino tempio del dio Redicolo.
Ancora un ciclista morto sulle strade di Roma. E' successo il 22 aprile in via della Scafa, nel comune di Fiumicino. Ad essere investita è stata una donna di cinquanta anni che attraversava la strada a piedi spingendo la bici con le mani. Questo episodio deve richiamare l'attenzione delle autorità competenti sulla sicurezza stradale. E' necessario moderare la velocità, avere più aree pedonali, zone 30 e dove è possibile avere nuove piste ciclabili. Sarebbe opportuno uno studio analogo a quello compiuto in questi giorni dal Comune di Roma che ha individuato 70 incroci pericolosi da mettere in sicurezza. C'è già uno stanziamento di 10 milioni di euro (se non sbaglio) per realizzare tale messa in sicurezza.
sai come si chiama e dove si trova la cappella che vedi sotto.
Nella foto di ieri la via Appia Antica subito dopo il bivio del Quo Vadis. Si vede sullo sfondo il sepolcro di Priscilla.
Per i cento anni dalla nascita di Pasolini VediROMAinBici ha organizzato una passeggiata per Roma sui luoghi che ricordano il grande scrittore, poeta, regista, sceneggiatore. Questi i luoghi che abbiamo toccato:
1. piazza Mattei, dove si trova palazzo Costaguti, che è stata la prima casa romana di Pasolini quando è giunto a Roma.
2. Via Carini, a Monteverde Vecchio, dove ha abitato quando aveva già raggiunto il successo soprattutto per il suo lavoro di sceneggiatore.
3. Via al Pigneto dove ha girato il film "Accattone".
E' stato piacevole e interessante ripercorrere l'opera di Pasolini che possiamo considerare romano.
sai come si chiama e dove si trova la strada che vedi sotto.
Nella foto di ieri la chiesetta del Quo Vadis.
Detta anche Santa Maria in Palmis rifacimento seicentesco di una cappella eretta nel IX secolo sul luogo dove, secondo la tradizione[1], San Pietro che fuggiva da Roma per sottrarsi alla persecuzione di Nerone avrebbe avuto la visione di Gesù che lo invitava a tornare indietro. La facciata si deve al cardinale Francesco Barberini che la commissionò nel 1637. All'interno è conservata l'impronta dei piedi di Gesù (è una copia, l'originale si trova nella basilica di San Sebastiano fuori le mura) inserita in un selciato stradale in pietra scura che non è la pietra utilizzata per pavimentare la via Appia. Sulla sinistra è affrescata l'immagine intera di San Pietro e sulla destra il Cristo. Si tratta in realtà di un ex voto pagano per il buon esito di un viaggio (qualcuno ha anche calcolato il numero di scapa, il 45, un numero di tutto rispetto; da Loiacono, 501 lughi di Roma, pag. 100). A sinistra dell'ingresso si trova il busto di Henryk Sienkiewicz autore del romanzo storico Quo Vadis, premio Nobel per la letteratura nel 1905 (è sepolto nella cattedrale di Varsavia). Il busto è opera dello scultore polacco Boguslaw Langman. Da questo romanzo di grande successo è stato liberamente tratto il film omonimo (1951) del filone colossal con Robert Taylor, Deborah Kerr, nel ruolo della schiava Licia, Leo Genn e Peter Ustinov nell'indimenticabile ruolo di Nerone.
Sull'altare maggiore la Santa Maria in Transitum della scuola di Giotto. Ai lati dell'altare maggiore San Pietro e Cristo sulla Croce.
[1] Tradizione del Quo Vadis è riportata negli Atti di Pietro, uno dei Vangeli apocrifi, escluso nel canone della Bibbia, risale al II secolo d.C. Da: Sara Fabrizi, La Storia di Appio San Giovanni, ed. Typimedia, anno 2020, pag. 54.
Domani mattina al Circo Massimo, per il Natale di Roma ci sarà una sfilata di legionari romani e una serie di rappresentazioni in costume di cerimonie tipiche dell'antica Roma. Le celebrazioni sono organizzate dal Gruppo Storico di Roma. Si esibirà la banda del comune di Roma. La sfilata interesserà anche via dei Fori Imperiali.
sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto.
Il cartello stradale con indicazione del Santuario del Divino Amore si trova al bivio del Quo Vadis in via Appia Antica.
sai come si chiama e dove si trova questa antica indicazione stradale.
Nella foto di ieri il sepolcro di Geta sull'Appia Antica prima del Quo Vadis.
sai come si chiama e dove si trova il rudere che vedi sotto.
Nella foto di ieri l'ex Cartiera Latina in via Appia Antica.
L'EX CARTIERA LATINA
al civico 32, dal 1998 sede del parco Regionale dell'Appia
Antica, è attivo un centro visitatori dove è possibile usufruire di numerosi
servizi, è centro espositivo e sede di convegni. Una vasta sala convegni è
intitolata ad Antonio Cederna. Già sede della biblioteca della Bicicletta Lucos
Cozza, oggi è sede della Biblioteca
“Fabrizio Giucca”[1],
aperta il lun. mer. ven. dalle ore 9,30 alle ore 13,30 e il mer. gio. dalle
9,30 alle ore 16,30 (settembre 2021). Contiene circa 3.000 titoli, su
archeologia e beni culturali da un lato e su natura e aree protette su un altro
con particolare riferimento al parco dell’Appia Antica.
Storia. Dal medioevo questo luogo ha
avuto una spiccata vocazione artigianale per la presenza del fiume. Un
documento del 1081 attesta la presenza nell’area di impianti per la follatura[2]
dei tessuti di lana fondata sullo sfruttamento del flusso delle acque della
Marrana. Nel XV secolo tali strutture sono chiamate gualchiere o valche dal
termine logobardo “walkan” rotolare. Il termine valca veniva utilizzato
prevalentemente per gli impianti per la follatura della lana, a volte anche per
le cartiere. Quando nel 1656 Roma venne colpita dalla peste, la valca
d’Acquataccio, qui localizzata, fu utilizzata per la disinfezione delle lane
dei materassi. Nel 1677 il modenese Domenico Atimani acuqistò dai fratelli Muti
duchi di Rignano la valca d’Acquataccio e gli edifici annessi al prezzo di 2000
scudi e ne cedette il libero uso ai Cappucci per valcare e purgare tutte le
pezze di panno di lana e le coperte che si fabbricavano nel loro convento di
Santa Maria della Concezione in via Veneto.
Il 16 dicembre
1804 la valca d’Acquataccio fu concessa a Giuseppe Pericoli che ottenne il
permesso di trasformare la valca in mola per marinare la vallonea. La polvere
estratta dalle ghiande della quercia vallonea era utilizzata nella concia delle
pelli, poiché conteneva buone quantità di tannino. I Cappuccini ricevettero in
cambio della mancata valcatura un compenso di 15 scudi annui.
Un documento del
1855 cita la valca ma lo stesso atto parla anche di mola, i due termini sono
usati come sinonimi. In un documento del 1875 la mola viene definita “molinello
da colori”. L’impianto era stato adattato alla macinazione di colori destinati
alle fabbriche di ceramiche. Tale struttura rimase di proprietà dei Cappuccini
fino al 1912, anno in cui fu intestata a Giuseppe Borghese principe di Poggio
Nativo (Rieti).
Nel 1919 al
civico 12 dell’Appia Antica era attestata una porzione di casa ad uso cartiera
con caldaia a vapore a tre motori elettrici della forza complessiva di 67
Ampere, con corte annessa: il proprietario era il principe Giuseppe Borghese.
Il 21 settembre 1923 si costituì la Società Anonima per Azioni Cartiera Appia”,
dal 10/1/1931 divenne Società Anonima Cartiera Latina, mentre la proprietà
degli immobili era passata a Loreto Costnatini e Enrico Zuanelli. Negli anni
Trenta nella cartiera lavoravano 40 operai e l’azienda produceva carta di
qualità per l’editoria dagli stracci di cotone. Dal 1937 lavorò per qualche
anno alla Cartiera, come ragazzo di macchina, con salario di 30 lire a
settimana, un giovanissimo Claudio Villa, la cui famiglia abitava in quegli
anni sulla via Ardeatina. Dal PRG del 1931 la cartiera si trovava nell’area di
rispetto dell’Appia Antica che configura il futuro parco.
Nel 1966 lo
stabilimento occupava 60 operai e produceva anche sacchetti di carta. Nel 1971
venne emanato dal Comune di Roma un decreto di esproprio in quanto ricadeva
nella zona N – Verde Pubblico del PRG. La chiusura dell’impianto avvenne nel
1986.
Le lavorazioni. Sul finire degli anni Quaranta, a causa del crescente inquinamento dell’Almone si passò all’uso degli stracci alla carta da macero che giungeva alla cartiera confezionata in balle. Il materiale passava alla cottura o lisciviazione, che avveniva in contenitori sferici rotativi con liscivio contentente soda caustica o calce viva a 120°-130°. Dopo la cottura la carta da macero passava nella molazza che, sotto la pressione delle sue pesanti ruote di granito, provvedeva ad una prima gorossolana sfilacciatura delle fibre. Successivamente l’impasto veniva messo nelle pile olandesi (vasche piene d’acqua in cui ruotava un cilindro a coltelli che, sfiorando altre lame fisse, riduceva il materiale in filamenti) per una più fine lavorazione delle fibre, con l’eventuale aggiunta di colla e/o colere e/o sbiancante. In seguito l’impasto veniva versato nella tine di macchina per un’aggiunta finale di acqua, tale da renderlo sufficientemente liquido per essere depositato uniformemente, per depressione, nelle tele di rame dei tamburi rotanti della macchina continua. La pasta da carta passava quindi alla macchina continua, distinta in parte umida e seccheria, da cui usciva il telo di carta avvolto su se stesso in bobine. L’ultimo passaggio era alla calandra, che lisciava perfettamente la superficie della carta o se necessario la lucidava. A seconda delle richieste la carta veniva tagliata in vari formati da una taglierina continua.
I prodotti della Cartiera Latina erano distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Dall’abbandono alla rinascita. Entrata a far parte del Demanio Comunale la struttura è caduta in abbandono. Nel 1998 è stata concessa all’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, con l’obiettivo di farne la sede del Parco stesso e dei servizi di accoglienza. La Cartiera ricopre un’area di 8.444 mq di cui 2.913 coperti. Gli uffici sono stati realizzati tra il 1998 e il 1999 riutilizzando gli uffici della cartiera. I lavori di restauro sono stati terminati nel 2010[1] con una spesa di 2,8 milioni di euro. Oggi il complesso è dotato di due sale espositive, una sala conferenze, uno spazio didattico espositivo per scuole e famiglie. Uno spazio verde esterno ospita un orto didattico e un’area dedicata alle tradizioni della campagna romana.
Tutte le notizie di questo paragrafo
dedicato alla Cartiera Latina sono prese da pannelli illustrativi posti nella
cartiera stessa e visionati nell’ottobre 2013.
[1] Presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2010 è stato Piero Marrazzo (indipendente con l’Ulivo).
[1] Fabrizio Giucca guardiaparco e naturalista, ha partecipato alla
redazione del Piano del Parco.
[2] Follatura. La follatura è un’operazione del processo di fissaggio
dei tessuti di lana che consiste nel compattare il tessuto attraverso
l’infeltrimento per renderlo compatto e in alcuni casi impermeabile (da:
it.wikipedia.org).
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Nella foto di ieri la colonna del primo miglio dell'Appia Antica. Si trova sulla destra della via uscendo da porta San Sebastiano, è una copia, l'originale si trova sul Campidoglio.
sai come si chiama e dove si trova la colonna che vedi sotto.
Nella foto di ieri porta San Sebastiano delle Mura Aureliane.
La più
imponente e tra le meglio conservate delle porte di Roma. Il nome originario
era ovviamente porta Appia perchè da lì passava la regina viarum che iniziava da Porta Capena delle mura Serviane.
Ebbe vari nomi porta Accia dal fiume Almone o Accia, poi porta Domine Quo
Vadis, solo dopo la metà del XV secolo prese il nome attuale perchè conduceva
alla basilica e alle catacombe di quel santo.
Inizialmente aveva due porte tra due torri semicilindriche con copertura
in travertino. In seguito le due torri furono ampliate e collegate all'arco di
Druso in modo da formare un cortile interno e controporta. Ma fu con Onorio che
prese l'aspetto attuale, ebbe un solo fornice, fu dotata di un attico rialzato
nel quale si aprono due file di sei finestre ad arco e venne fornita di un
camminamento di ronda scoperto e merlato. Le due torri ebbero una base quadrata
rivestita di marmo. Stranamente mancano lapidi commemorative.
Nelle
vicinanze della porta esisteva un parcheggio per i mezzi di trasporto privati,
una specie di parcheggio di scambio, ovviamente per chi poteva permetterselo.
Sullo stipite sinistro della porta è incisa la figura dell'Arcangelo Michele
mentre uccide un drago, a fianco si trova un'iscrizione in latino medioevale in
caratteri gotici in cui viene ricordata la battaglia combattuta il 29 settembre
1327 (giorno di San Michele) dai romani ghibellini contro i guelfi del re di
Napoli Roberto d'Angiò.
Vi sono
inoltre molte scritte incise dai pellegrini almeno fino al 1622, sono in parte
leggibili, di fronte all'angelo c'è il monogramma di Cristo JHS con la croce
sopra l'H, un certo Giuseppe Albani ha scritto tre volte il suo nome, fuori
dalla porta a sinistra c'è anche una indicazione stradale: "DI QUA SI VA A
S.GIO..." qualcuno o qualcosa l'ha interrotto.
In
occasione dell'ingresso in Roma dell'imperatore Carlo V Antonio da Sangallo
addobbò la porta e tutto il percorso fino al Campidoglio con statue, colonne
fregi. L'avvenimento è ricordato dalla scritta sopra l'arco: "CARLO V ROM.
IMP. AUG. III. AFRICANO". Un altro corteo trionfale fu quello del 4
dicembre 1571 in onore di Marcantonio Colonna il vincitore della battaglia
navale di Lepanto, in tale corteo sfilarono 170 prigionieri turchi in catena.
Sulla
sinistra ci sono i segni di una posterula (porta secondaria), gli stipiti non
presentano segni di usura come se fosse stata usata pochissimo e poi richiusa.
Nei primi
anni Quaranta gli ambienti interni furono trasformati in casa di piacere dal
gerarca fascista Ettore Muti, allora segretario del partito, di quella
sistemazione rimangono i mosaici in bianco e nero.
Oggi gli
spazi interni ospitano il Museo delle
Mura che documenta con modelli e materiale ritrovato nei lavori di restauro
la storia millenaria delle mura. Il museo fu aperto al pubblico in via
definitiva nel 1984 (gli ambienti era aperti al pubblico in maniera non
continuativa), con l'attuale allestimento nel 1990. In occasone dei lavori di
restauro compiuti in vista dell'Anno Santo è stata resa accessibile al pubblico
la terrazza della torre Ovest tramite una scala a chiocciola. Vi si sono tenute
anche mostre di artisti contemporanei. Purtroppo il camminamento coperto di
circa 400 metri che congiunge con la via Cristoforo Colombo è chiuso per
problemi di stabilità delle mura stesse dal 3 maggio 2011. E' aperto tutti i
giorni dalle ore 9 alle 14, chiuso il lunedì.
Dall'Anno Santo
del 2000 la domenica e i giorni festivi la via è stata pedonalizzata e
rappresenta un percorso di circa 15 Km riservato ai pedoni e ai ciclisti.
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Nella foto di ieri la fontanella che si trova all'inizio della via Appia Antica, presso porta San Sebastiano.
Proprio ieri si è tenuta la via Crucis al Colosseo presenziata da papa Francesco, è l'orgoglio di noi romani. Recentemente la stampa ha diffuso i dati del numero dei visitatori nei musei statali. Ha fatto notizia che il museo più visitato sono gli Uffizi di Firenze che superano di poco il Colosseo. Ma siamo lì con in numeri. Agli Uffizi sono entrati in un anno 1.721.000 visitatori, al Colosseo 1.633.000. Seguono la Galleria dell'Accademia di Firenze, quindi la Reggia di Caserta. Roma, non basta una vita!
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Nella foto di ieri la lapide a Lido Duranti, partigiano, che si trova a piazza Capelvenere (Acilia).
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Nelle foto di ieri piazza Capelvenere ad Acilia Nord.
Una bella notizia per tutti i ciclisti romani. Ha riaperto la ciclabile Tevere sotto il ponte di Ferro andato a fuoco nell'ottobre scorso.
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Nella foto di ieri la chiesa dei Santi Cirillo e Metodio ad Acilia Nord.
La parrocchia è stata creata il primo ottobre 1989 con decreto del cardinale vicario Ugo Poletti, la dedicazione della chiesa è avvenuta l’ 8 novembre 1997 con una cerimonia presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Il progetto si deve all’architetto Bruno Bozzini di Milano che vinse un concorso europeo indetto dal Vicariato. Attualmente il parroco è Grzegorz Piotr Mrowczynski, di nazionalità polacca. Cirillo e Metodio, monaci, fratelli, sono gli apostoli degli slavi, nati a Tessalonica oggi Salonicco in Grecia e morti a Roma nel IX sec. Crearono l’alfabeto slavo. Nel 1980 Giovanni Paolo II li ha proclamati patroni d’Europa con san Benedetto. Il 14 febbraio è la memoria. La chiesa è stata visitata da Giovanni Paolo II il 15 febbraio 1998.
Condivido questo manifesto. E' troppo l'uso dell'inglese in tutte le occasioni. Rivalutiamo la lingua italiana, la lingua di Dante.
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Nella foto di ieri via di Acilia nel quartiere omonimo.
Il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, un capolavoro di ingegneria, progettato da Pier Luigi Nervi e realizzato per le Olimpiadi del 1960, è stato restaurato con la spesa di 3 milioni di euro ma senza sostituire i vetri rotti e senza riparare le infiltrazioni d’acqua. A fare luce sulla vicenda è l’assessore allo sport del comune di Roma Alessandro Onorato. Della vicenda se ne è occupata anche la trasmissione "Le Iene". Speriamo che si trovi presto una soluzione.
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Nella foto di ieri l'ex cinema di via Angelo Zottoli ad Acilia.
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Nelle foto di ieri via di Acilia all'interno di Acilia stessa.
Nella mattinata VediROMAinBici ha organizzato una bellissima passeggiata in bici alla scoperta delle palle di cannone che si trovano in chiese, palazzi e ville della città. E' stato interessante, insolito, e con la allegria che contraddistingue il gruppo.
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Nella foto di ieri il monumento ai caduti di Acilia.
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Nella foto di ieri la chiesa di San Leonardo da Porto Maurizio ad Acilia.
CHIESA
DI SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO, la parrocchia fu costituita il 5 novembre
1936 con decreto del cardinale Micara, il suo territorio fu desunto da quello
della basilica di San Paolo fuori le mura, confinava con la parrocchi di Ostia
Antica, il Divino Amore e la basilica di San Paolo. San Leonardo da Porto
Maurizio – oggi Imperia - fu sacerdote francescano di San Bonaventura sul
Palatino, fu l’ideatore della Via Crucis che piantò nel Colosseo, Patrono dei
prigionieri, ricorrenza il 26 novembre (da: santiebeati.it). La chiesa fu
costruita nel 1931 su progetto dell’architetto Francesco Fornari (collaboratore
di Tullio Rossi in sant’Emerenziana). La facciata è in mattoni, l’interno non è
grande, il tetto è a travi di legno da cui pendono due grandi lampadari in
ferro battuto, sul fianco sinistro un organo, nell’abside un mosaico con la
croce, Maria e San Leonardo. Il 30 novembre
A fine luglio si tiene la festa del
Grano, con parata storica, musica e gastronomia.
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Nella foto di ieri piazza San Leonardo da Porto Maurizio ad Acilia.
Con molta fatica ma abbiamo buone notizie anche per la tanto attesa e tormentata metro C. Il nuovo commissario straordinario nominato dal governo per la realizzazione di questa importante infrastruttura, Maria Lucia Conti, ha dichiarato in commissione trasporti della Camera, il 23 marzo scorso, che la fermata Colosseo della metro C aprirà nell'autunno del 2024. Ha dato poi il cronoprogramma completo di questa importante opera che la città aspetta da anni. La stazione Colosseo si chiamerà Fori Imperiali per non confonderla con quella della metro B. Le due stazioni saranno ovviamente collegate tra loro. Questa sarà una stazione museo come già avvenuto per la stazione San Giovanni. Vedi foto.
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Nella foto di ieri la chiesa di San Paolo alle Tre Fontane.
sai come si chiama e dove si trova la chiesa che vedi sotto
Nella foto di ieri la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio che si trova all'interno dell'Abbazia delle Tre Fontane.
Il mercato di via Sannio cambia pelle. Il progetto di
restauro è entrato nella fase esecutiva, ormai pochi mesi e parte l’appalto per
3.375.000 euro. Il nuovo mercato sarà coperto con 122 postazioni, invece delle
130 attuali, avrà un tetto verde in continuità con il parco di via Sannio, ci
saranno pannelli solari, una nuova veste a basso impatto ambientale con un’area
dedicata al cibo e terrazza panoramica, avrà un’apertura su via Locri. Avrà
anche un centro servizi di gestione, una sala polivalente e la ristrutturazione
dei bagni.
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Nella foto di ieri la Chiesa di Santa Maria Scala Coeli all'interno dell'Abbazia delle Tre Fontane.
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Nella foto di ieri l'ingresso alla Tre Fontane, presso la via Laurentina, zona Eur.