domenica 21 luglio 2024

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il museo che vedi sotto.





Nelle foto di ieri il museo Andersen in via Mancini al Flaminio.

     Il museo Andersen è la casa, progettata e realizzata dall’arch. Hendrik Christian Andersen per se e la sua famiglia tra il 1922 e il 1925. In essa ha vissuto fino alla morte, alla scomparsa della sorella adottiva, la casa, lo studio e tutte le opere in essa contenuta sono passate allo Stato che ne ha affidato la gestione alla Gnam. Il museo ha aperto al pubblico il 19 dicembre 1999.

     Nato a Bergen in Norvegia nel 1872 da povera famiglia e naturalizzato americano, essendo emigrato ancora bambino negli Stati Uniti, a Newport (Rhode Island), il giovane Andersen intraprese il viaggio di formazione in Europa nel 1894 e, dopo Parigi, si stabilì definitivamente a Roma dove visse per oltre quarant'anni. Alla sua morte, il 19 dicembre 1940, lasciò in eredità allo Stato italiano il suo studio-abitazione di via Mancini e quanto in essa contenuto: opere, arredi, carte d'archivio, materiale fotografico, libri. Ma solo dopo la morte nel 1978 di Lucia Andersen (adottata nel 1919 dalla madre dell'artista e quindi usufruttuaria del lascito).

    La collezione delle opere (oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni in gesso e bronzo; oltre duecento dipinti; oltre trecento opere grafiche) si segnala per la sua eccezionalità essendo quasi interamente incentrata attorno all'idea utopica di una grande "Città mondiale", destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione, della cultura fisica. Doveva essere una sorta di capitale internazionale. Dai disegni presenti nel laboratorio dell’artista si capisce che tale città doveva essere creata alla foce del Tevere, più o meno dove oggi si trova l’aeroporto di Fiumicino (doveva sorgere un porto che aveva al suo ingresso una sorta di Colosso di Rodi).  A tale progetto e alla sua diffusione Andersen aveva dedicato nel 1913 insieme all'architetto francese Ernest Hébrard un ponderoso volume (Creation of a World Centre of Communication; consultabile presso il Museo) che, partendo dalle concezioni urbanistiche delle antiche civiltà, doveva indicare l'approdo alla nuova e moderna "Città".

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