sabato 25 giugno 2011

Ricordi di una vita in Caffarella

     Per chi, come me, è nato ai limiti della Caffarella, in questo luogo incantevole ci sono i ricordi di una vita. I ricordi dei giochi di bambino, con mia sorella e gli altri bambini del cortile del mio palazzo, i ricordi da adolescente  quando andavo in Caffarella per giocare a pallone con i compagni di scuola e per parlare e scoprire il sesso, i ricordi di ragazzo quando mi sono battuto con altri ragazzi del quartiere per proteggere dalla speculazione privata questo polmone verde di Roma (tentarono di costruire un albergo in fondo a via Macedonia, l’assessore Nicolini per la prima volta procedette all’esproprio della valle), i ricordi di uomo quando in Caffarella ho portato le mie figlie a passeggiare, a giocare, a scoprire la storia e le leggende affascinanti legate a Roma e a questo luogo. Sempre e comunque questo parco - campagna è legato alla bicicletta, passeggiare qui significa incontrare la storia, incontrare la natura, incontrare un po’ tutti, anche chi non vedi da anni, compagni di infanzia, se poi si rimane sul fondovalle si pedala in pianura, senza sforzi dall’altezza di via Bitinia, alla Vaccareccia, fino all’Acqua Santa, è una pedalata dolce.
     Ma due ricordi in particolare mi scaldano il cuore. Quando da bambino con la mia famiglia andavamo a piedi da casa alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo di ogni anno, anniversario dell’eccidio, attraversavamo la Caffarella con i colori già primaverili, e con mio padre che raccontava cosa era successo quel giorno e nei giorni precedenti. Ed ogni anno si ripeteva questo rito, ma non era triste, era una passeggiata nella natura, con i colori e gli odori di una natura che si risvegliava dal torpore invernale.
     Un altro ricordo particolare è legato alle passeggiate, prima con la mia famiglia, poi con le mie figlie, che avevano come meta la fonte dell’Acqua Santa o Egeria, come è scritto adesso. Una volta non si pagava per prendere l’acqua. Anche questo andare a prendere l’acqua alla fonte è un rito antico, poi, tutto sommato, quell’acqua non è così diversa, dall’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case, ma c’è un qualcosa di antico, di atavico, in questo andare a prendere l’acqua. Un altro modo per vivere a contatto con la natura.
     Quanti ricordi in Caffarella! Torniamoci domenica mattina con gli amici di Vediromainbici.it.

Piero Tucci   25.06.11

2 commenti:

  1. Piero, ti aspettiamo domenica mattina al solito appuntamento al Colosseo, non sarebbe la stessa cosa fare la visita alla Caffarella senza di te!
    I tuoi ricordi sono bellissimi e per certi versi sono comuni ad ognuno di noi poiché abbiamo tutti dei ricordi d'infanzia che ci legano a luoghi all'aperto dove liberi potevamo fare i nostri giochi (non c'era il computer, la televisione,ecc...) quindi non ci rimaneva che inventarli.....

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  2. condivisione di ricordi... abitavo un po'più in là, alle case INCIS della Garbatella, però anche io andavo a piedi con la mia famiglia alle Fosse Ardeatine, era un nostro modo per commemorare i defunti, visto che a Roma non avevamo radici... e qualche volta, tra compagni di giochi, andavamo anche a piedi fino all'Acqua Santa. Quanto si camminava all'epoca! Era la "spedizione" alternativa alla raccolta di canne, materiale di gioco, che si faceva sull'argine del Tevere, vicino alla Basilica S.Paolo

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