Nelle foto di ieri la piscina romana che si trova in via Cesare Baronio.
Nel 1980,
per lavori di ampliamento della strada, è stato abbattuto un montarozzo con una
abitazione sopra, in questi lavori è venuta alla luce una PISCINA MONUMENTALE. Rappresentava
un elemento decorativo del giardino di una villa romana che si sviluppava su
una vasta area; resti di strutture antiche rinvenute in via Omodeo, Luzio e De
Bildt potrebbero essere pertinenti a tale villa. Dal ritrovamento di condutture
idriche in piombo iscritte è possibile ipotizzare che il proprietario della
villa fosse il senatore Q. Vibius Crispus, amico di Vespasiano, tre volte
console e curator aquarum, successivamente fu proprietà di Avidius Quietus. Si
tratta di una grande piscina che è conservata per la lunghezza di 26 metri ma
doveva raggiugnere i 42 metri, per una larghezza di m 18,50, la fontana
centrale ha un diametro di m 4,5, questa presenta dei cunicoli e delle cavità
comunicanti tra loro. Per tecnica costruttiva è databile tra il I e il II
secolo. Si trovava all’interno di un giardino che prospettava scenograficamente
sulla via Latina. Cadde in disuso dopo il IV secolo. I muri perimetrali sono
scavi nel banco naturale di tufo e rivestiti di intonaco idraulico. Le
vaschette per l’acqua e le tubature in cotto sono perfettamente conservate. Le
caratteristiche costruttive dimostrano che la piscina veniva utilizzata come
vivaio per l’allevamento dei pesci pratica diffusa per la necessità di
garantire l’approvvigionamento di questo alimento pregiato anche nei mesi
invernali quando la navigazione era sospesa. Di solito, nelle pareti erano
inserite delle anfore o tubature o nicchie idonee alla deposizione delle uova.
Le fonti riferiscono che gli antichi erano in grado di allevare in acqua dolce
specie ittiche marine che si adattavano a vivere in acqua dolce[1].
[1] Piscina monumentale. Tutte le notizie da pannello descrittivo posto
dalla Soprintendenza presso la piscina stessa nel 2014.
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