martedì 16 marzo 2021

Storia di un albero che ha dato il nome ad un quartiere: l'Alberone

    Si tratta dell'Alberone che si trova nella piazza omonima lungo la via Appia Nuova.

Nel 1988 la vecchia quercia è seccata ed è stata ripiantata a cura di un vivaio dell’Umbria, recentemente è stata rivalutata con un muretto-sedile, per cui è tornata punto di incontro per gli abitanti del quartiere. Il 7 novembre 2014 una bomba d’acqua si è abbattuta su Roma e l’alberone è crollato alle 7 di mattina. Il 20 novembre 2014 è stato ripiantato e il giorno successivo inaugurato alla presenza degli alunni delle scuole e del sindaco Ignazio Marino. Si tratta di un leccio di 150 anni, alto 10 metri e con il diametro di m 1,60. A luglio del 2015 l’albero era secco. Il 28 ottobre è stato ripiantato ma nell’operazione di spostamento dal camion al terreno il tronco si è squarciato. Un nuovo albero, l’ultimo, è stato piantato il 30 ottobre 2015 alle ore 12 (è un alberello di 6 m).

     Nel giugno 2016 i ceppi di alberi tagliati sono stati modellati in forme di visi umani dall’artista Andrea Gandini, poi anche cubi in cemento colorati, uno anche come cubo di Rubik.

     Negli anni Venti la città arrivava fin qui, sotto l’Alberone stazionava un barbiere con una sedia, una valigetta e tutto l’occorrente per barba e capelli, vivere qui era come trovarsi in un piccolo paese. Ai primi del Novecento intorno all’Alberone è sorto un mercato per il semplice motivo che la cinta daziaria coincideva con il vallo ferroviario, era quindi il punto naturale di incontro tra le merci che arrivavano dai Castelli e i romani della zona. Aveva banchi e carretti di legno privi di ancoraggi al suolo, sempre più grande, negli anni Sessanta si estendeva anche per via Paolo Paruta, ricordo un venditore di lumache, le teneva in una grande cesta, ogni tanto le rimetteva dentro perché gli animaletti tendevano ad uscire. Le case di via Paolo Paruta sono di dipendenti Stefer (dal mensile Trentagiorni, giugno 1980). Sul lato sud della piazza, al civico15-17 di via Gino Capponi, aprì il suo primo negozio di salumeria-pizzicheria il fondatore dell’azienda Innocenzo Fiorucci. La sua famiglia, proveniente da Norcia, negli anni Venti gestiva solo quell’esercizio nella Capitale[1]. Oggi l’azienda Fiorucci ha sede a Pomezia, ha 4.000 dipendenti e un fatturato di 300 milioni di euro (2010). Fino al gennaio 2016 i locali a piano terra erano usati come rimessa dei banchi del mercato. La bella palazzina ad angolo con via Carlo Sigonio è stata per tanti anni sede della DC. La quercia, ho meglio il leccio, ha dato il nome alla sezione del Pci che si trovava nelle vicinanze, ora Pd, nei giorni successivi alla liberazione la sezione era in circonvallazione Appia dove fino a pochi anni fa è stata una condotta medica (ora negozi di articoli sanitari). Foto di un manifesto. Durante i nove mesi di occupazione tedesca di Roma, uno dei partigiani più attivi della zona, Antonio Lalli, del Pci, venne arrestato e torturato a via Tasso, quindi venne portato dai nazisti sotto l’alberone, quasi cieco e lasciato apparentemente solo, la speranza era che qualcuno lo riconoscesse per poter arrivare ai complici. Nessuno lo riconobbe. Dopo la liberazione la sorella raccontò che in un colloquio, al momento dell’abbraccio disse che aveva riconosciuto due compagni di lotta ma di non averli chiamati per non coinvolgerli nella repressione. Antonio Lalli è stato fucilato a Forte Bravetta il 4 marzo 1944. Lasciò un biglietto al figlio: “Me ne vado cosciente di aver sempre fatto il mio dover di uomo”.

     Sul lato sinistro della piazza si trova, al civico 15, il palazzo ICP Ponte Lungo del 1927, dell’arch. Camillo Palmerini[2]. Sul portone vi sono due volute, al termine delle volute due balconcini. Sulla verticale dell’entrata si trova un cerchio incorniciato che dà origine ad una semisfera scavata. Ai lati dell’entrata principale due grandi arcate trasformate in negozi. Nella parte centrale alta, si trovano tre finestre ad arco con colonnette, ai lati elementi decorativi detti “a fontanella”. Sono gli stilemi tipici del tardo barocchetto romano. Ad angolo con via Veturia si trova la gelateria Petrini, una delle più apprezzate di Roma, prima era sempre su via Appia Nuova ma ad angolo con via Orazio Coclite. Ad angolo si trova il Gran Caffè Alberone e l’edicola sacra della Madonna del Divino Amore.


[1] Mercato dell’Alberone. La notizia della nascita del mercato collegata alla cinta daziaria e quella di Fiorucci è tratta dal libro di Paolo Montanari, Appio Latino Tuscolano, ed. Europa, 2015, pag. 52. Secondo Roberto Bruschi, in data 13.2.16, il negozio di Fiorucci quello alla sua destra, era dove oggi è l’Acqua e Sapone. Il sig. Bruschi sostiene che anche la palazzina dell’Acqua e Sapone come quella ad angolo di via Carlo Sigonio, già sede della DC, sono tutt’ora proprietà dei Fiorucci

[2] Camillo Palmerini.    (Roma 1893 - 1967) Ha progettato le case Icp a Ostia in corso Duca di Genova nel 1929, di fronte alla scuola Fratelli Garrone di Ignazio Guidi. Da: De Guttry.

     Per il testo "Archivio storico iconografico dell'IACP" ha progettato le case popolari a Testaccio con fronte su via Vespucci tra gli anni 10 e 20; la Borgata Giardino Garbatella, lotto XII, fabbricato 5 in via F. Passino; lotto XIII tipo T, fabbricato 4 di via F. Vettor; Progetto Appio I in piazza Tuscolo, via Soana, via Astura; Progetto Appio II in via La Spezia; Progetto Ponte Lungo II, lotto I B fabbricato 1 in piazza dell'Alberone.

 


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