Finalmente si riparla di via del Mandrione, una strada poco conosciuta, ma molto suggestiva. Sono iniziati il giorno 7 agosto i lavori di bonifica dalle bombe dell'ultima guerra nella cavità sotterranea che minacciando di franare aveva costretto le autorità a chiudere la strada stessa. La strada è chiusa dal febbraio 2018, ci sono esercizi commerciali che sono falliti per tale causa. E' una splendida notizia perché dopo la bonifica sarà possibile procedere al riempimento della cavità sotterranea.
A lato della fontana di porta Furba si
apre via del Mandrione che corre parallela agli archi dell’acquedotto Felice.
E’ una strada molto suggestiva, nel primo tratto è fiancheggiata a sinistra e a
destra da alti muraglioni di due antichi acquedotti (Claudio e Felice), sembra
una fortezza. La strada trae il nome dalle mandrie un tempo allevate nella
zona, specialmente quelle di bestiame grosso[1]. Qui,
dai primi anni del Novecento trovarono rifugio tanti immigrati dalle campagne,
dall’Abruzzo e dal Sud, insieme agli zingari. Le baracche furono demolite in
parte nel 1973, le ultime 86 nel 1981. Prima di scavalcare via di Porta Furba,
sulla sinistra, al civico 334 si trova una struttura che un tempo era la
fabbrica del Chinotto Neri con sede
a Capranica, oggi residenza universitaria[2]. Hai due foto d’epoca delle baracche del
Mandrione, in una si vede Pasolini con la bicicletta, nell’altra una donna
porta sulla testa un catino per l’acqua.
Più avanti si trova una deviazione, via
degli Angeli, per via di Porta Furba. Il tratto successivo fino al bivio con
via della Marrana è chiuso al traffico dal febbraio 2018 (a gennaio 2021 è
ancora chiuso, ad agosto 2021 sono iniziati i lavori di bonifica del sottosuolo
per la presenza di bombe dell’ultima guerra, seguiranno i lavori di riempimento
della voragine, da Roma Today del 9.8.21) per un rischio voragine. Indagini
approfondite hanno segnalato la presenza di un vasto reticolo di cavità, per
metterlo in sicurezza non bastano i fondi del VII municipio. Nel gennaio 2020 i
fondi sono stanziati, il bando è in fase di ultimazione (da Repubblica del
6.1.20). Si arriva alla stazione
Casilina purtroppo chiusa, mancano collegamenti Atac con il quartiere e non
dispone di parcheggio. Possiedi la foto
del disegno progetto della stazione. Davanti alla stazione c’è qualcosa di
simile a una piazza o slargo. Mettendosi di spalle alla stazione, di fronte, ma
leggermente spostata a destra (si vede bene da Google maps), si trova la cisterna romana[3]. E’ una
costruzione in laterizio rivestito di cocciopesto, con i lati 15 x 20, ed
un’alzata da terra di 2 metri. Serviva di approvvigionamento idrico di qualche
villa della zona. Oltre una deviazione (via
della Marrana) sottopassa
l’acquedotto e (sulla destra il vivaio Antico Garden, quindi il piccolo parco
San Pio da Pietrelcina) raggiunge piazza Montecastrilli. Riprendiamo via del
Mandrione. La strada ha sulla destra dei capannoni industriali, mentre a sinistra
gli archi dell’acquedotto. Ancora oggi, sotto queste arcate, si vedono i resti
di maioliche di povere case di gente che abitava qui e sfruttava i muri
dell’acquedotto Felice per trovare un riparo. Dopo una deviazione verso la via
Casilina, la strada supera la ferrovia e termina (con il nome di via Casilina
Vecchia) a porta Maggiore.
Se per tanti anni questa strada ha offerto
rifugio a tanti poveri che giungevano a Roma nella speranza di trovare un
lavoro, oggi che le baracche sono scomparse, sulla strada si trovano studi di
artisti, circoli culturali, pizzerie e luoghi dove i giovani si trattengono la
sera.
“Notevole in questa borgata inoltre la
varietà di attività artigianali,
come quella del lustrascarpe o del cuoiaio. Vi era infatti una bottega, tra le
tante, posta all’altezza di via della Marrana, appartenuta a un riparatore di
ruote dei carri, il quale con il cuoio rivestiva i cerchi delle ruote per
proteggerle dall’attrito della strada. Tra via Tuscolana e via della Marrana si
trovava anche un piccolo rudere tondo con tetto di tegole dove lavorava un
maniscalco che si dedicava alla ferratura dei cavalli, nei pressi, in via della
Marrana sorgeva anche un fabbricato per la rimessa delle carrozze. Nei pressi
di via del Mandrione, che ad oriente si diparte dalla Casilina per inerpicarsi
oltre la ferrovia verso la Tuscolana, si lega uno dei tanti ricordi di chi
nella zona ha vissuto per anni. Nel dopoguerra – ricordano le memorie storiche
– lungo via Casilina Vecchia era attivo il negozio di artigiano che vendeva
cavalli e carretti per il trasporto della pozzolana. La strada era sterrata e
non c’erano mezzi di trasporto delle merci. Bisognava pertanto arrangiarsi con
le tecniche più antiche e solidificate. Simpatico e di gusto quasi neorealista,
il tempo di prova cui venivano sottoposti i cavalli per testarne la prestanza
atletica. Nel tratto di strada che va dalla biforcazione con la via Casilina
Vecchia – sottolineato da una arcuazione dell’acquedotto Felice – tutto in
salita, per una lunghezza di 250 metri, i cavalli, (uno alla volta) venivano
messi alla prova legati a un carretto vuoto con le ruote appositamente bloccate
dai freni, che dovevano trascinare. Questo sistema garantiva il possibile
acquirente sulla buona salute della bestia”[4].
- Nel film di Luigi Zampa, “Il medico della mutua”, del 1968, il
professor Guido Tersilli, interpretato magistralmente da Alberto Sordi, fa
visita ad un malato in una casupola di via del Mandrione addossata
all’acquedotto in una giornata di pioggia.
- In questa strada ha abitato Nino Manfredi (primi anni Trenta) che
ricorda: “Come tutto nella vita, Roma me la sono conquistata. Sono partito da
Castro dei Volsci e la prima tappa è stata al Mandrione, in mezzo agli zingari,
ma eravamo ancora fuori Roma. Oggi è nel mezzo del quartiere Tuscolano. Dal
Mandrione ci avvicinammo alla Caffarella, vicino al ponte della Ranocchia che
si chiamava così perché c’erano le rane, i fossi e i campi. Era ancora tutto
orti e vigne”.
- Nel 1956 un gruppo di
etnomusicologi e antropologi visitarono
via del Mandrione riprendendo con foto e registrazioni audio musiche e danze
del repertorio tradizionale zingaro, la comunità presente ha molti membri della
famiglia Casamonica. Nelle registrazioni anche una “fattura”.
- Pier
Paolo Pasolini, che frequentava il luogo, scrisse la canzone “Cristo al
Mandrione”, musica di Piero Piccioni, interpretata anche da Gabriella Ferri.
Tutta la miseria di quei luoghi è raccontata attraverso parole ruvide che si
trascinano su una melodia lenta e triste al pianoforte (da Colaiacono, 501
luoghi di Roma, pag. 294).
- Condusse la lotta dei baraccati per
ottenere una casa popolare una donna: Angelina
Linda Zammataro, da: Irene
Ranaldi, Passeggiando nella periferia romana, ed. iac Belli, pag. 20.
- Nel settembre 2019, nel corso di lavori
Italgas, è stato rinvenuto un Cippo Acquario ancora nella posizione originale.
Tali cippi erano posti ad intervalli regolari lungo gli acquedotti per
delimitarne l’area di rispetto. Hai due
foto di tale rinvenimento.
[1]
Via del Mandrione. Sulle origini del
nome della strada si avanzano varie ipotesi.
[2]
Fabbrica del Chinotto Neri. La
notizia da: Paolo Montanari, cit, pag. 123. La struttura ospitò anche una
squadra di calcio che ebbe breve vita, dal 1950 al 1957. Anche in Sara Fabrizi,
Il Tuscolano, cit. pag. 201. Si tratta di una bevanda gassata a base di un
agrume non molto utilizzato: il chinotto, aveva anche una funzione digestiva.
Un Carosello lanciò lo slogan: “Se bevi neri, ne ribevi”, da facebook.
[3]
Cisterna romana della stazione Casilina.
Tutte le notizie da: Sementilli, Il patrimonio archeologico del IX
Municipio, Comune di Roma, pag.109.
[4]
Via del Mandrione. Tutto il
paragrafo e quello successivo è preso da: Paolo Montanari, Appio Latino
Tuscolano, Europa Edizioni, 2015, pag. 91-92.
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