Inaugurati ieri i restauri e la riqualificazione dell'area sacra di largo Argentina, un luogo di straordinaria importanza per la storia di Roma.
Il più esteso complesso di età
repubblicana visitabile. Tutti i resti occupano uno spazio temporale tra il III
e il II sec. a.C. Tutta l’area è stata rimessa in luce tra il 1926 e il 1929
durante la demolizione dell’isolato dei Cesarini e sistemata da Antonio Munoz
nel 1933.
Tutta l’area è per noi romani il largo
Argentina, mentre solo il lato Nord è largo di Torre Argentina, a est si trova
via di San Nicola dei Cesarini, a Sud via Florida che separa dal rione
Sant’Angelo, infine a Ovest via di Torre Argentina che separa dal rione
Sant’Eustachio.
Nell’area archeologica si allineano quattro templi: tre
rettangolari e uno circolare, tutti orientati ad Est, siccome non è possibile
attribuirli ad una divinità hanno i nomi di quattro lettere, da destra verso
sinistra: A, B, C, D. Vedi mappa. Il più antico è il tempio C, periptero, senza colonne sul lato di fondo attribuito alla divinità
italica Feronia e databile al principio del secolo III a.C. a tale fase risale
il podio in tufo, mentre le murature laterizie della cella e il pavimento a
mosaico sono riferibili al restauro domizianeo. Sul lato opposto alla scalinata
è stata trovata l’ara eretta da Postumio Albino in onore del nonno, forse
console nel 180 a.C. Secondo in ordine di tempo è il tempio A, esastilo
periptero, databile alla metà del sec. III a.C.: rimangono oltre al
podio varie colonne di tufo con capitelli di travertino e quelle risalenti al
restauro di Domiziano. Sugli avanzi della cella e del peristilio fu adattata
nel sec. VIII la chiesetta di San Nicola de Calcarari o dei Cesarini, di cui
restano le due absidi con tracce di affreschi, il cippo altare del sec. XII e
la cripta semianulare. Secondo alcune fonti è il tempio di Giuturna eretto per
celebrare la vittoria navale delle isole Egadi (241 a.C.) nella prima guerra
punica ad opera di Lutazio Catulo. A destra di questo sono i resti di un
colonnato di un porticato addossato al Hecatostilon o portico di Pompeo (in
pianta 3). Per terzo fu costruito il
tempio D. risalente probabilmente al II sec. a.C. le cui strutture in
travertino appartengono ad un rifacimento tardo repubblicano, il tempio è stato
solo in parte liberato, la maggior parte è sotto via Florida. Ultimo per
datazione è il tempio B, a pianta
circolare, forse da identificarsi con l’Aedes Fortunae Huisce Diei, fondata da
Quinto Lutazio Catulo console nel 101 a.C. e vincitore insieme a Mario dei
Cimbri presso Vercelli. Resti di una statua colossale in marmo bianco sono alla
Centrale Montemartini.
La zona a lato e retrostante ai templi fu
in seguito occupata da alcuni edifici in opus reticolatum (3) e da bagni pubblici (4),
mentre l’ambiente a blocchi di tufo alle spalle del tempio B è forse da
identificarsi con la curia pompeiana dove il 15 marzo del 44 a.C. venne ucciso
Cesare. Fronteggiano i templi i resti della Porticus Minucia (1), grande piazza del principio
dell’età imperiale.
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