Non si può chiudere il caffè Greco, è un pezzo di Roma, della sua storia. E' un luogo nel quale si respira l'arte, la letteratura, la storia della nostra città e non solo. Il Caffè Greco rischia di essere sfrattato il 22 giugno, la proprietà delle mura è dell'Ospedale Israelitico.
Il Caffè Greco si trova al civico 86 di via Condotti,
celebre ritrovo di artisti e letterati italiani e stranieri nel XIX secolo.
Fondato dal greco Nicola Della Maddalena nel 1760 il locale raggiunse fama
successivamente quando cominciò a proporre un caffè migliore, servito in
piccole tazze. Molto apprezzato dagli stranieri fu il servizio che permetteva
di ricevere la posta in una caratteristica scatola di legno collocata vicino
all’ingresso. Tra i più celebri frequentatori del caffè si ricordano musicisti
come Liszt, Gounod, Berlioz, Mendelssohn, Riccardo Wagner, scultori e teorici
dell’arte come Thorwaldsen, romanzieri come Gogol e Mark Twain, scrittori come
Stendhal, Goethe, Heinrich Heine, il filosofo Schopenauer, poeti come Leopardi
e Minckievicz, Baudelaire, Anatole France, Di Giacomo, Pascarella, Trilussa, e
D’annunzio, i pittori della Campagna Romana (Enrico Coleman, Onorato Carlandi
Giulio Aristide Sartorio) avevano qui la loro sede, ma anche i pittori Nazareni
guidati da Overbeck, il politico – pittore e scrittore Massimo d’Azeglio.
Sedettero ai tavoli di questo locale anche sovrani, come Luigi di Baviera e un
futuro papa Gioacchino Pecci[1].
Il caffè conseva quadri, opere d’arte e arredi d’epoca. Nel 1906 ricevette al
visita di Buffalo Bill, l’evento è ricordato da una foto esposta nel locale e
munita di dedica all’allora proprietario Gubinelli. Nel secondo dopoguerra
frequentarono il caffè: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Afro e Mirko
Basaldella, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Renzo Vespignani, Orfeo Tamburi, Libero
De Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flaiano
e Vitaliano Brancati. Una targa a destra
dell’ingresso ricorda che il locale è sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza
dal 1953 (notare che non esisteva il ministero dei Beni Culturali, quindi il
vincolo fu posto dal ministero della Pubblica Istruzione che ne aveva le
funzioni, il ministero della cultura venne creato nel 1974, ministro Spadolini,
governo Moro IV).
Ricordiamo che Nikolaj Vasilijevic Gogol (Sorocincy, Ucraina 1809 – Mosca 1852) compose la maggior parte delle Anime morte a Roma, secondo la tradizione al Caffè Greco, dove soggiornò più volte fra il 1836 e il 1848 e dove divenne amico del Belli. Nella città papale Gogol scrisse anche il racconto Roma rimasto incompiuto e pubblicato contro il suo volere nel 1841. Cliente del caffè fu anche Giacomo Leopardi che abitò, durante i suoi due soggiorni romani in due luoghi diversi. Nella seconda foto Cesare Pascarella seduto nel Caffè Greco.
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