lunedì 11 novembre 2024

Un pezzo della storia di Roma!

 


   Il 14 novembre alle ore 17,45 alla biblioteca Goffredo Mameli sarà presentato il libro di Ila Baffoni "Le voci della Snia. Storie dalla Cisa Viscosa di Roma", Bordeaux, 2024. Maneggiando migliaia di documenti, l'autrice ha scelto di ricondurre a un ricchissimo campionario di biografie le storie, il vissuto, le azioni e le testimonianze di coloro che tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Novecento si sono ritrovati a vivere l'esperienza del lavoro operaio nella fabbrica di largo Preneste. Dialogano con l'autrice Cristina Saggioro, archivista del Centro di documentazione Archivio Maria Baccante, Luigina Meco Lomuti, partigiana e abitante del  Pigneto, Marcella Ciarnelli giornalista.

     La Snia Viscosa è stata una delle più grandi fabbriche romane, aperta nel 1923 con il nome di Cisa Viscosa, si estendeva su una superficie di 14 ettari, era dedicata alla produzione della seta artificiale, il Raion Viscosa.

     Un binario ferroviario partiva dalla adiacente Stazione Prenestina, attraverso un viadotto e con un percorso curvilineo, raggiungeva direttamente la fabbrica. All'epoca vantava 2500 operai e si avvaleva prevalentemente di manodopera femminile, non perché le donne fossero ritenute più idonee, quanto per le politiche di contenimento dei salari, perché venivano pagate di meno rispetto agli uomini. In seguito alla grande depressione del 1929 che sconvolge l'intera economia mondiale (avendo legami commerciali internazionali ed essendo dotata di capitali statunitensi), dal 1930 al 1932 vennero licenziate circa mille persone.

     Durante la guerra fu riconvertita per la produzione di tessuti per le forze armate (tende, divise), lavorava a ritmi serrati con personale tutto femminile. Nel 1949 la fabbrica venne occupata dalle 600 operaie per motivi legati alle rivendicazioni salariali. E’ uno dei primi episodi di occupazione di fabbriche ad avere eco nazionale. La produzione ha un incremento in occasione della guerra di Corea (1950-53). Mancò la capacità di rinnovarsi sia come strategie che come macchinari, venne dismessa nel 1954, quando era ridotta a 120 operaie, da allora è in abbandono.

     Le storie, i documenti e le schede delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Snia Viscosa sono conservati nel Centro di Documentazione Territoriale Maria Baccante, materiale salvato nel 1995 da un gruppo di abitanti del quartiere. Nel 2012 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio ne ha riconosciuto il valore e oggi l’Archivio è visitabile per conoscere la storia.

Occupata da extracomunitari è stata sgomberata. 

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