Il 14 novembre alle ore 17,45 alla biblioteca Goffredo Mameli sarà presentato il libro di Ila Baffoni "Le voci della Snia. Storie dalla Cisa Viscosa di Roma", Bordeaux, 2024. Maneggiando migliaia di documenti, l'autrice ha scelto di ricondurre a un ricchissimo campionario di biografie le storie, il vissuto, le azioni e le testimonianze di coloro che tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Novecento si sono ritrovati a vivere l'esperienza del lavoro operaio nella fabbrica di largo Preneste. Dialogano con l'autrice Cristina Saggioro, archivista del Centro di documentazione Archivio Maria Baccante, Luigina Meco Lomuti, partigiana e abitante del Pigneto, Marcella Ciarnelli giornalista.
La Snia Viscosa è stata una delle più grandi fabbriche romane,
aperta nel 1923 con il nome di Cisa Viscosa, si estendeva su una superficie di
14 ettari, era dedicata alla produzione della seta artificiale, il Raion
Viscosa.
Un binario ferroviario partiva dalla adiacente Stazione Prenestina, attraverso un viadotto e con un percorso curvilineo, raggiungeva direttamente la
fabbrica. All'epoca vantava 2500 operai e si avvaleva prevalentemente di
manodopera femminile, non perché le donne fossero ritenute più idonee, quanto
per le politiche di contenimento dei salari, perché venivano pagate di meno
rispetto agli uomini. In seguito alla grande depressione del 1929 che sconvolge
l'intera economia mondiale (avendo legami commerciali internazionali ed essendo
dotata di capitali statunitensi), dal 1930 al 1932 vennero licenziate circa
mille persone.
Durante la guerra fu riconvertita per la
produzione di tessuti per le forze armate (tende, divise), lavorava a ritmi
serrati con personale tutto femminile. Nel 1949 la fabbrica venne occupata
dalle 600 operaie per motivi legati alle rivendicazioni salariali. E’ uno dei
primi episodi di occupazione di fabbriche ad avere eco nazionale. La produzione
ha un incremento in occasione della guerra di Corea (1950-53). Mancò la
capacità di rinnovarsi sia come strategie che come macchinari, venne dismessa
nel 1954, quando era ridotta a 120 operaie, da allora è in abbandono.
Le storie, i documenti e le schede delle lavoratrici e dei lavoratori
dell’ex Snia Viscosa sono conservati nel Centro di Documentazione Territoriale
Maria Baccante, materiale salvato nel 1995 da un gruppo di abitanti del
quartiere. Nel 2012 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici
del Lazio ne ha riconosciuto il valore e oggi l’Archivio è visitabile per
conoscere la storia.
Occupata da extracomunitari è stata sgomberata.
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