Alcuni traditori aprono la porta Salaria e permettono ai
Visigoti di Alarico di entrare in città e di saccheggiarla
per tre giorni. Lo sgomento in tutto il mondo civile fu
tale che molti preconizzarono la fine del mondo. Se ne fecero
eco i massimi scrittori cristiani del tempo come il dalmata
San Girolamo che viveva in eremitaggio in Palestina per
tradurre in latino la Bibbia e l'Africano Sant'Agostino
vescovo di Ippona. Il primo paragonò il sacco di Roma
alla rovina di Troia cantata da Virgilio e di Gerusalemme
lamentata dai profeti biblici. Il secondo vide giungere
in Africa i fuggiaschi romani e maledire il Cristianesimo,
accusandolo di avere portato la rovina dell'Impero, ne
confutò la teoria ne "La città di Dio" che tanta parte
ebbe nel pensiero del Medioevo.
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