E' di questi ultimi giorni la notizia che palazzo Nardini, lungo via del Governo Vecchio, va all'asta. Si tratta di un palazzo di grande pregio artistico, risale alla fine del Quattrocento, secondo alcuni è opera del Bramante, è stato sede del
Governatore di Roma in periodo papale fino al ‘700. Recuperato come pretura
negli anni Settanta divenne sede della Casa delle Donne, poi abbandonato. Con la
giunta Vetere venne redatto un progetto di recupero mai realizzato
dall’architetto Paolo Marconi per sede aggiuntiva dell’Archivio Capitolino.
Dieci anni fa l’acquisto della Regione Lazio. Con un investimento di 6 milioni
la giunta Marrazzo rifece i tetti crollati, vennero scoperti affreschi del 400.
Adesso palazzo Nardini figura tra i beni culturali proposti per la vendita ai privati. Diventerà
un albergo lusso o condominio di lusso.
L’immobile è articolato su due piani e un livello interrato, un torrino si
eleva per ulteriori due piani, è stato quasi tutto restaurato ma rimane la
pavimentazione interna, gli infissi e le finiture. La facciata ha bisogno di
lavori urgenti, i vetri sono da rimettere. Il valore di base con cui va all'asta è di 18 milioni, la cessione avverrà in primavera.
Le Associazioni Ranuccio
Bianchi Bandinelli, Roma Nuovo Secolo, Comitato per la Bellezza e Laboratorio
Carte in Regola, affermano che si tratta di una svendita e ritengono che il
palazzo sia di tale pregio che non si dovrebbe vendere. Noi - più modestamente - pensiamo - che non tutto può diventare museo, è giusto venderlo ma mantenere il vincolo della soprintendenza e controllare che sia mantenuto che merita.
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