E' arrivato lo sfratto al gestore, per affitto
basso, il nuovo sarà dieci volte maggiore. Proprietario delle mura è l’Ospedale
Israelitico. Oggi i gestori pagano 18.000 euro al mese.
Questa è una notizia che non si può sentire. Il caffè Greco non può, non deve chiudere!
In via
Condotti, al civico 86, si trova il famoso Caffè Greco, celebre ritrovo di
artisti e letterati italiani e stranieri nel XIX secolo. Fondato dal greco
Nicola Della Maddalena nel 1760 il locale raggiunse fama successivamente quando
cominciò a proporre un caffè migliore, servito in piccole tazze. Molto
apprezzato dagli stranieri fu il servizio che permetteva di ricevere la posta
in una caratteristica scatola di legno collocata vicino all’ingresso. Tra i più
celebri frequentatori del caffè si ricordano musicisti come Liszt, Gounod,
Berlioz, Mendelssohn, Riccardo Wagner, scultori e teorici dell’arte come
Thorwaldsen, romanzieri come Gogol e Mark Twain, scrittori come Stendhal,
Goethe, Heinrich Heine, il filosofo Schopenauer, poeti come Leopardi e
Minckievicz, Baudelaire, Anatole France, Di Giacomo, Pascarella, Trilussa, e
D’annunzio, i pittori della Campagna Romana (Enrico Coleman, Onorato Carlandi
Giulio Aristide Sartorio) avevano qui la loro sede, ma anche i pittori Nazareni
guidati da Overbeck, il politico – pittore e scrittore Massimo d’Azeglio.
Sedettero ai tavoli di questo locale anche sovrani, come Luigi di Baviera e un
futuro papa Gioacchino Pecci[1].
Il caffè conseva quadri, opere d’arte e arredi d’epoca. Nel 1906 ricevette al
visita di Buffalo Bill, l’evento è ricordato da una foto esposta nel locale e
munita di dedica all’allora proprietario Gubinelli. Nel secondo dopoguerra
frequentarono il caffè: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Afro e Mirko
Basaldella, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Renzo Vespignani, Orfeo Tamburi, Libero
De Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flaiano
e Vitaliano Brancati. Una targa a destra
dell’ingresso ricorda che il locale è sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza
dal 1953 (notare che non esisteva il ministero dei Beni Culturali, quindi il
vincolo fu posto dal ministero della Pubblica Istruzione che ne aveva le
funzioni, il ministero della cultura venne creato nel 1974, ministro Spadolini,
governo Moro IV).
Ricordiamo che Nikolaj Vasilijevic Gogol
(Sorocincy, Ucraina 1809 – Mosca 1852) compose la maggior parte delle Anime morte a Roma, secondo la
tradizione al Caffè Greco, dove soggiornò più volte fra il 1836 e il 1848 e
dove divenne amico del Belli. Nella città papale Gogol scrisse anche il
racconto Roma rimasto incompiuto e
pubblicato contro il suo volere nel 1841.
Il locale, che conserva ancora l’aspetto
ottocentesco, è oggi proprietà degli eredi della famiglia Gubinelli Grimaldi
che lo gestisce dal 1873.
Cliente del caffè fu anche Giacomo
Leopardi che abitò, durante i suoi due soggiorni romani in due luoghi diversi[2].
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