Una nuova illuminazione,
realizzata da Enel X per conto della Fondazione Endesa, avvolge dall'19 gennaio 2018 la
basilica visitata dal papa già 57 volte. Alla inaugurazione Juan Carlos e la
consorte Sofia. “Io sono un vero romano de' Roma”, ha detto il monarca spagnolo
nato a Roma nel 1938.
La chiesa sorge nel punto più alto dell’Esquilino, fu costruita in
seguito ad una visione del papa Liberio (352-66) nel punto in cui cadde la neve
ad agosto (per questo detta liberiana), nelle forme attuali fu voluta da papa
Sisto III nel 432-440, la prima costruita da un Papa e non da un imperatore. Di
quel tempo si conservano i mosaici dell’arco di trionfo e della navata
maggiore. Al tempo di Niccolò IV risale il mosaico dell’abside che fu
realizzato da Jacopo Torriti tra il 1291 e il
1296. I mosaici della facciata esterna sono del XIII-XIV secolo, opera di Filippo Rasuti.
Davanti alla facciata della chiesa si erge l’unica colonna superstite della basilica di Massenzio (qui rialzata nel
1614 per opera di Carlo Maderno), ai suoi piedi la fontana anch’essa di Carlo
Maderno (1615).
La facciata si deve a Ferdinando Fuga (1743), la tribuna a Rainaldi nel
Seicento. Il campanile romanico è il più alto di Roma (m 38), la campana più
alta è chiamata “la Sperduta” perché i
suoi rintocchi al tramonto servivano ad orientare i pellegrini prima della
chiusura delle porte. Nell’abside affreschi di profeti opera di Pietro
Cavallini, Cimabue o Giotto giovane. Nella confessione reliquia della culla di Betlemme. Nei sotterranei si
trova una scritta di cinque parole,
ognuna di cinque lettere a formare un quadrato magico: Sator arepo tenet opera
rotas, si legge uguale da sinistra a destra o viceversa, da sopra a sotto o
viceversa. Il suo significato non è chiaro: “Il seminatore sul carro tiene con
cura le ruote”, oppure “Il Creatore con il carro tiene in moto le orbite”, a
indicare una costante attività divina che regge e guida il mondo. Resta il
dubbio sulla parola Arepo che non è latina ma celtica (popoli indoeuropei come i
galli e i britanni).
Nella navata destra si trova la cappella Sistina voluta da Sisto V
opera di Fontana.
L’ambulacro dietro l’altare della Cappella
Sistina ha sempre conservato il primo
presepio. E’ in marmo, realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1291, costituito
da solo sei figure originali: i tre Magi, san Giuseppe, il bue e l’asino, e
dalla Madonna con il Bambino in braccio, opera di artista del Cinquecento. Oggi
si trova nel piccolo museo, realizzato in occasione dell’anno santo del 2000.
Nella navata di sinistra la cappella Paolina o Borghese ordinata da
Paolo V a Flaminio Ponzio.
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