Nella foto di ieri la chiesa di San Valentino al Villaggio Olimpico.
Opera dell’arch. Francesco
Berarducci[1],
consacrata dal card. Ugo Poletti il 23 novembre 1986. La parrocchia era stata
istituita il 2 maggio 1962 dal card. Clemente Micara, il suo territorio desunto
da quella di Santa Croce al Flaminio.
La chiesa è dedicata al martire cristiano[2] di
cui esistono le catacombe nella vicina collina dei Parioli in viale Pilsudski,
vicino allo stadio Flaminio. La chiesa si presenta subito senza un segno
urbanistico forte, anzi vuole mischiarsi tra le altre costruzioni del
territorio, quasi confondersi con esse. Lo stesso campanile, che pure c’è, deve
essere cercato con attenzione, non svetta come indicatore geografico. La
cancellata che precede il sagrato è bassa, sul muretto divisorio un angelo con
la croce che ricorda quello analogo sul ponte
Sant’Angelo è ritagliato su una lastra di travertino, non esiste un portone di
ingresso ma una porta vetrata rinforzata da un disegno metallico. La facciata
presenta sulla sinistra una scalinata che è interrotta da un giardino con un
ulivo e altre essenze arboree. Sulla facciata, per altro bassa, la data di
consacrazione: 23.11.1986. Una sorta di atrio precede l’ingresso in chiesa,
questo presenta aperture su vari fronti, qui una unica lapide ricorda le visite
di Paolo VI il 05.06.69 e di Giovanni Paolo II il 16.02.92.
L’interno della chiesa è molto luminoso,
colpisce per le travi in ferro che disegnano un percorso a zig zag, le luci
sono numerose ma molto piccole, camminando all’interno si aprono in
continuazione diverse visuali. Colpiscono tre copie del pittore romano Pietro
Cavallini, quella con il Cristo in trono è dietro l’altare maggiore. Sembrano
pitture staccate dal muro, riproducono angeli dalle ali bellissime, l’autore M.
Merosi, si è firmato, ha datato le sue opere al 1995, e modestamente ha scritto
il vero autore del soggetto. Si tratta di pitture provenienti da Santa Cecilia
in Trastevere.
Il progettista ha disegnato anche gli
apparecchi di illuminazione, i simboli liturgici. Per Piero Ostilio Rossi:
“alcuni temi architettonici accomunano questa chiesa con quella di Nostra
Signora di Bonaria a Nuova Ostia per l’uso raffinato della luce”. Notare il
contrasto tra la massa del solido basamento in mattoni e la trasparenza quasi
immateriale della copertura in acciaio e vetro. Nell’interno, man mano che ci
si avvicina all’altare, la copertura lascia filtrare la luce in quantità sempre
maggiore. Le pareti e i pavimenti sono costruiti con materiali poveri: mattoni,
peperino, travertino.
[1]
Francesco Berarducci (Roma 1924-1992) laureato con Vittorio Morpurgo
(teca Ara Pacis e piazza, palazzo Farnesina con altri), collaborò con lui al
quartiere di Torre Spaccata. Persona schiva e lontana dai dibattiti teorici,
era dedito al disegno e alla costruzione. La sua opera risente di Le Corbusier.
Tra le sue opere ricordiamo: il palazzo della Rai, Nostra Signora di Bonaria a
Ostia, Santo Stefano Protomartire a Quartu Sant'Elena e l'insediamento
residenziale di Torrino Nord.
[2]
San Valentino. 176-273, vescovo di Terni e martire decapitao sotto
l'imperatore Aureliano. E' riconosciuto santo anche dagli ortodossi e dagli
anglicani. E' confuso con il presbitero martire del 270 sotto Claudio il
Gotico. La sua festa è il 14 febbraio.
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