sai come si chiama e dove si trova il chiosco che vedi sotto.
Nella foto di ieri il Casino Nobile di Villa Borghese sede della galleria omonima.
Pensiamo che si tratta solo di una residenza di campagna, il palazzo di
famiglia era, ed è ancora oggi, nel centro della città in via della Fontanella
Borghese, è detto “Il Cembalo” per la sua forma, purtroppo non è aperto al
pubblico. Questo casino è stato progettato da Flaminio Ponzio
nel 1608-13 ma completato da Giovanni Vasanzio,
intorno al 1617. La compatta facciata dell’edificio, decorata, come quelle
laterali da sculture antiche, è costituita da due corpi uniti da un portico
coperto a terrazza, dal quale si innalza su due piani il corpo centrale più arretrato. Al portico
d’ingresso si saliva da una scala a due rampe sostituita, nel 1793 con una
scalinata.
L’aspetto attuale
dell’interno è quello dovuto al cardinale Marcantonio IV Borghese alla fine del
Settecento e affidato ad Antonio Asprucci.
Questa raccolta straordinaria
è dovuta al cardinale Scipione Borghese che, all’inizio del Seicento, usò ogni
mezzo, lecito e illecito, per raccogliere le opere d’arte che il suo talento
sapeva individuare. Non esitò per esempio a far trafugare, di notte, la
bellissima Deposizione di Raffaello dalla chiesa di San Francesco a Perugia,
provocando una vera e propria rivolta dei cittadini. Con una banalissima scusa
confiscò ben 107 dipinti al celebre Cavalier d’Arpino, fece addirittura
imprigionare il Domenichino colpevole di non volergli cedere la “Caccia di
Diana” realizzata per un altro committente. Si circondò di giovani artisti che
sapeva scegliere tra i migliori. Tra questi commissionò ad un Bernini appena
ventenne i gruppi scultorei “Apollo e Dafne”, “Enea che fugge dall’incendio di
Troia”, “Il ratto di Proserpina” e il “David”. Sempre del Bernini è il ritratto
scultoreo del padrone di casa, Scipione. Stranamente se ne vedono due: durante
la lavorazione lo scultore si accorse che il marmo era difettoso e nel corso
della notte, per non deludere il suo mecenate, ne fece una seconda versione.
Agli inizi dell’Ottocento
Camillo Borghese, che aveva sposato Paolina, sorella di Napoleone, fece
realizzare da Antonio Canova il celebre ritratto della moglie raffigurata come
Venere vincitrice. La statua poteva ruotare su se stessa per essere meglio ammirata
dagli ospiti.