Nella foto di ieri la chiesa di San Barnaba a Tor Pignattara in piazza dei Geografi.
San
Barnaba si festeggia l’11 giugno. Era uno degli apostoli, originario di Cipro,
introdusse Saulo di Tarso, da poco convertito nel novero dei fratelli e lo
accompagnò nel suo primo viaggio per l’evangelizzazione dell’Asia. Partecipò al
primo concilio di Gerusalemme.
Prima della costruzione della chiesa attuale
la parrocchia (creata nel 1932) era ospitata in un prefabbricato già utilizzato
per l’esposizione missionaria del 1925 e poi adattato a chiesa. Nelle foto
d’epoca si vede il modesto edificio preceduto da campi di broccoli e
cavolfiori. Don Giovanni Battista De Andrea, primo parroco di San Barnaba ha
redatto un interessante descrizione urbanistica e umana della Marranella: “Una
buona metà degli abitanti è universalmente riconosciuta poverissima, l’altra
metà povera, i benestanti e ricchi sono pochissimi. La gran massa di quelli che
lavorano non si dividono equamente fra i vari mestieri ma sono tutti operai
dell’arte muraria, si contano un certo numero di facchini, fattorini, spazzini
e tramvieri. Una impressionante disoccupazione devasta la popolazione nei mesi
invernali”.
La chiesa fu costruita nel 1956 su
progetto dell’arch. Tullio Rossi[1]
con l’ing. Francesco Fornari e fu consacrata nel 1957. L’architetto usa anche
qui gli elementi del romanico: mattoni con pochi elementi di travertino, la
pianta basilicale, la facciata a timpano affiancata da due ali più basse, il
portico a pilastri, il campanile a torre.
All’interno notare il grande affresco
dell’abside in cui sono raffigurati i due grandi protagonisti della chiesa
postconciliare: Giovanni XXIII e Paolo VI, il patriarca di Costantinopoli Atenagora,
l’arcivescovo di Canterbury Ramsey e il cardinale vicario di Roma Luigi Traglia
che inaugurò l’affresco opera di Igino Cupelloni nel 1966.
La parte alta della navata centrale è
scandita, in alternanza da finestre con vetrate policrome e 18 affreschi
raffiguranti gli apostoli, gli evangelisti e i santi Barnaba, Paolo, Lorenzo e
Sebastiano. Sopra le quattro porte laterali sono esposti quadri con le effigi
di quattro papi legati alla storia della parrocchia: Pio XI che fondò la
parrocchia, Pio XII che fece costruire la chiesa, Paolo VI e Giovanni Paolo II
che vi fecero visita.
Il salone parrocchiale su via
della Marranella è un parallelepipedo rivestito a cortina, sempre opera di
Tullio Rossi.
[1] Tullio Rossi. (Roma 1903 – Milano 1997) Dopo la laurea in
architettura lavorò nello studio di Busiri Vici, collaborò nel restauro di
villa Spada, progettò ville a Forte dei Marmi, a Cortina, il comprensorio di
Calamoresca a Porto Santo Stefano. Vinse il concorso per il restauro di Ponte
Vecchio a Firenze. Redasse il piano paesistico dell’Olgiata e numerose ville in
quel comprensorio tra il 1960 e il 1963. Realizzò circa 50 chiese a Roma come
architetto della Pontificia Opera Nuove Chiese, tra queste la Natività di via
Gallia, San Tarcisio al Quarto Miglio nel 1939, San Giovanni Battista de Rossi
nel 1940, Santa Maria della Fiducia a Finocchio nel 1940, Santa Maria delle
Grazie a via Angelo Emo, San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni
d'Italia alla circonvallazione Gianicolense, Regina Pacis a Monteverde Vecchio,
Santa Galla alla circonvallazione Ostiense, Sant'Emerenziana al quartiere
Trieste, di Santa Maria Assunta in via Capraia al Tufello ma è anche la
parrocchia del complesso Icp Vigne Nuove, la chiesa di Santa Maria Causa Nostra
Letiziae in piazza Siderera al Villaggio Breda, sulla Casilina, altezza Grotte
Celoni (da Irene de Guttry, cit. e casa della architettura.it). Di ben diverso
tenore è la chiesa di Santa Maria Goretti nella via omonima al quartiere
Trieste.
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