Bellissima passeggiata in bici tra villa Borghese e villa Ada organizzata da VediROMAinBici. E' stata una passeggiata fresca, sempre bellissime queste due ville nobili romane.
Il cuore
verde di Roma perché a ben vedere da una carta stradale ha proprio la forma
di un cuore. Uno dei parchi storici di Roma più grandi,
forse il più caro ai romani. E' definito anche il parco dei Musei perché in esso o lungo il suo perimetro vi si
trovano sette musei: la galleria Borghese, il museo Bilotti, il museo
Canonica, la casa del Cinema, il museo Civico di Zoologia, la GNAM, il museo
Etrusco di Villa Giulia. A questi va aggiunto il Bioparco e Explora il museo
dei bambini..
La villa fu creata
nel Seicento per il cardinale Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V.
Venne così trasformato un terreno coltivato a vigna in una sontuosa "villa
di delizie" che voleva gareggiare con quelle classiche e rinascimentali. Alla morte di Scipione, nel 1633, la villa era completata con
una "pars urbana" con raffinati giardini provvisti di una
selezione ricercata di alberi, fiori ed essenze e una
"pars rustica" destinata alla coltivazione e alla caccia. Così
natura libera e natura progettata dall'uomo contribuivano ad alimentare la
meraviglia e il piacere dei signori che vi abitavano e dei loro ospiti.
Ciascuna parte era delimitata da murature con porte.
Il primo
recinto comprendeva la zona antistante il Casino Nobile la più ricca di
statue, fontane, immerse in una fitta vegetazione di pini, abeti, cipressi,
lecci, olmi, larici e lauri. Il portale di questo primo recinto è oggi su via
Pinciana. Ancora oggi è rintracciabile l'assetto geometrico del recinto e del
suo assetto viario.
Il secondo
recinto, sempre chiuso da mura, si estendeva alle spalle del Casino Nobile,
era popolato di gazzelle e daini ancora presenti nell'Ottocento. Ai lati del
Casino Nobile erano i cosiddetti Giardini Segreti in cui si coltivavano specie
vegetali rare e preziose tra cui agrumi e bulbacee provenienti da tutta Europa.
Qui anche i Casini dell'Uccelliera e della Meridiana.
Il terzo recinto o
"Barco" era la parte coltivata o lasciata incolta che si estendeva
per 40 ettari. Era il trionfo della natura, dove oggi è piazza di Siena vi era
una ragnaia, un fitto bosco dove era possibile stendere delle reti per
catturare gli uccelli, vi era la valle dei Platani, tutt'oggi lasciata libera, movimentata
di dolci pendii con platani secolari, qui nel Novecento venne progettato il
Giardino Zoologico. Questa parte ha subito i maggiori cambiamenti a partire dal
Settecento.
Nel Settecento fu
trasformata radicalmente da Cristoforo Unterberger e da Antonio e Mario
Asprucci per volere del principe Marcantonio IV Borghese poi dal figlio principe Camillo
marito di Paolina Bonaparte. L'intervento più importante fu la
realizzazione del Giardino del Lago secondo i
canoni del giardino all'inglese con l'introduzione di specie esotiche.
Ancora
nell'Ottocento fu ingrandita dal Luigi Canina
che dette alla villa un nuovo aspetto con la costruzione di numerose piccole
fabbriche di stile eclettico.
Nel 1902 fu
acquistata dal re d'Italia Vittorio Emanuele III e donata al Comune di Roma
che la intitolò al re Umberto I, nome che non entrò mai nell'uso comune, per i
romani restò sempre e solo villa Borghese. Questo acquisto sottrasse la villa a
un tentativo di lottizzazione. L’apertura al pubblico avvenne il 12 luglio
1903. Nel 1908 venne realizzato il collegamento con il Pincio (Cavalcavia sul
Muro Torto). Il Galoppatoio venne realizzato dall’unione di tre vigne: Astani,
Piancastelli e Lesa. Dal 1911 nella villa sorge il Giardino Zoologico.
Dalla fine dell'ultima guerra vi sono
stati numerosi interventi di restauro e recupero degli arredi del parco. Agli
anni dei sindaci Rutelli e Veltroni si devono la
trasformazione del Giardino Zoologico in Bioparco, l'istituzione del Globe, la
trasformazione della casina di Raffaello in Ludoteca, la creazione della Casa
del Cinema e del Museo Carlo Bilotti.
Villa Ada è una delle più grandi e belle
ville storiche italiane, a Roma solo villa Doria Pamphili ha una superficie
maggiore. Anche se da circa 100 anni la villa è circondata da quartieri
edificati, chi vi passeggia ha l'impressione di trovarsi immerso nella natura,
la fitta vegetazione forma a tratti una selva impenetrabile, è il luogo ideale per
passeggiare o correre o andare in bicicletta fra pinete, bosco di lecci, querce
da sughero e un lago di ragguardevoli dimensioni. Vi si può entrare da via
Salaria, via di Ponte Salario e via Panama. Tutto il suo territorio fa parte
del II Municipio del Comune di Roma, ricade nel quartiere Parioli.
Nella villa ci sono Km 7,700 di percorsi
ciclopedonali. Le vie interne alla villa sono intitolati a precursori dell'idea
dell'Europa Unita (con eccezioni).
La storia della villa inizia nel Seicento
quando era una tenuta agricola del Collegio Irlandese, a fine Settecento passò
ai principi Pallavicini che la
ristrutturarono come giardino di paesaggio
creandovi percorsi geometrici e piccole costruzioni. Del progetto di
sistemazione della villa fu incaricato un architetto francese Auguste Chevalle
de Saint Hubert (1755-98). A questi venne affiancato, nella sistemazione del
parco, Francesco Bettini (1737- post 1809) eclettico creatore di parchi e
giardini, noto soprattutto per la realizzazione di un giardino all'inglese
nella distrutta villa Doria Pamphili fuori porta Pinciana. Per sopraggiunti
disaccordi con il committente Hubert fu sostituito da Carlo Puri De Marchis (da
documenti intorno al 1793). Nel 1804 il principe Pallavicini concesse la villa
in affitto a Stanislao Sanseverino con un accordo per un successivo acquisto
mai perfezionato. Dal 1839 la villa figura proprietà dei Potenziani
(carta del censo di quella data e carta francese del 1868). Tra gli arredi
del parco spicca per qualità architettonica il coffee-house settecentesco
presso il casino Pallavicini, meglio conosciuto come Tempio di Flora.
Fu acquistata dai Savoia nel 1872 da
Giovanni Antonio Potenziani (circostanza che dovette facilitare la sua carriera
politica visto che di lì a poco fu nominato senatore e poi ottenne il titolo di
principe) che la ingrandirono con altre proprietà fino a giungere ai 180 ettari
attuali, a loro si devono: il Casino nobile oggi sede dell'ambasciata d'Egitto,
le scuderie che attualmente sono in abbandono (dovrebbero diventare la sede del
Museo del Giocattolo), edifici residenziali e casali. Umberto I
preferiva vivere al Quirinale e vendette la villa al conte Tellfner,
amministratore dei beni della famiglia reale, questi la intitolò alla moglie
Ada. Vittorio Emanuele III la
riacquistò nel 1904 e divenne residenza reale chiamandola villa Savoia e tale
nome restò fino al 1946 quando i Savoia dovettero lasciare l'Italia in seguito
al referendum monarchia o repubblica del 2 giugno.
Durante l'ultima guerra mondiale nella
villa venne costruito un bunker antiaereo come in villa Torlonia residenza
della famiglia Mussolini, attualmente si sta restaurando (poteva ospitare delle
vetture, aveva una uscita di emergenza). In questo luogo, il 25 aprile 1943
Benito Mussolini venne arrestato dopo il voto di sfiducia del Gran Consiglio
del Fascismo. Dopo questi avvenimenti parte della villa rimase di proprietà
della famiglia Savoia (parte proprietà personale del re, altra della Casa
reale), mentre la parte più vicina alla via Salaria fu acquistata dal Demanio
nel 1957, gestita dal comune e liberamente accessibile (ettari 34 più i 32 di
Forte Antenne). Una parte della villa fu donata, dai Savoia, all'Egitto in
cambio dell'ospitalità accordata al re Vittorio Emanuele III in esilio, oggi
ospita l'ambasciata di tale paese. La parte privata (84 ettari) è stata
lasciata in abbandono e si è quindi conservata più fedelmente.
A partire dal 1994,
con l'approvazione del piano di utilizzazione e l'acquisizione dell'area
privata si sta lavorando ad una ricomposizione formale e funzionale. Si cerca
di riqualificare il patrimonio ambientale attraverso il recupero vegetativo
originario.
Nei primi mesi del 2013 la villa è stata
oggetto di lavori di restauro di grandi proporzioni. Sono stati piantati 10
nuovi pini alti 6 metri che vanno a sostituire quelli gravemente e
irreparabillmente danneggiati dalla nevicata del febbraio 2012. Gli arredi e le
strutture di fruizione sono state restaurate, sostituiti 1.000 metri di
staccionate, 100 vecchi tronchi sono stati rimossi, 40 pozzetti impiegati per
l'irrigazione sono stati messi in sicurezza.