Questo è il campo storico nel quale la Roma
giocò dal 3 novembre 1929 al 30 giugno 1940. Si trova lungo via Nicola Zabaglia
presso la biblioteca Enzo Tortora del Comune di Roma (al civico 27). Venne
costruito nel 1929 e prende il nome dal rione nel quale sorge, qui la Roma
giocò 161 partite con 103 vittorie, 32 pareggi e 26 sconfitte.
L’impianto fu progettato dall’ingegner
Silvio Sensi, padre di Franco (presidente del terzo scudetto della Roma), aveva
quattro tribune in legno verniciate con i colori della squadra, aveva una
capienza di 20.000 spettatori. L’impianto comprendeva l’abitazione
dell’allenatore sul muro era dipinto un gigantesco stemma della squadra. Per
vedere una partita si pagava dalle 30 alle 35 lire in tribuna coperta e via via
a scalare fino ai popolari dove si pagava 5 o 6 lire, 50% di sconto alle donne.
Era frequente vedere gruppi di spettatori sul Monte dei Cocci per vedere la
partita dall’esterno senza pagare il biglietto. Lo stadio è rimasto nella
memoria dei tifosi romanisti per la partita contro la Juventus del 15 marzo 1931
nella quale i romani vinsero 5-0, da qui è stato tratto anche un film “Cinque a
zero”. Dopo la stagione 1939-40 lo stadio venne abbandonato perché la tribuna
dei distinti cominciava a dare segni di cedimento, venne sostituita da una in
cemento (i cui lavori durarono quasi un anno), ma nonostante ciò fu abbattuto
il 21 ottobre 1940.
Il 27 novembre del 2000, alla presenza del
sindaco Rutelli, del presidente Franco Sensi e di molti campioni del passato lo
stadio è stato riedificato, di dimensioni ridotte ma dotato di un centro
sportivo multifunzionale. I lavori di un parcheggio sotterraneo hanno
comportato un decadimento della struttura, il problema a tutt’oggi non è
risolto.
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