Foto ricordo della splendida mattinata.
La sala dell'arte greco-romana.
Il museo si deve a Giovanni Barracco (1829-1914), deputato del primo parlamento
nazionale, quindo senatore, collezionista di opere d’arte classica, che alla
sua morte donò al comune di Roma.
Il
palazzo che ospita il museo venne costruito tra il 1520 e il 1523 per il
prelato bretone Thomas le Roy (giunto a Roma al seguito di Carlo VIII). Nome
del proprietario e data di costruzione si trovano in due lapidi esposte nel
cortile rinvenute durante i lavori di sistemazione del 1900. Alla sua proprietà
risalgono i simboli dei gigli di Francia e degli ermellini che compaiono nella
decorazione e che hanno dato nome al palazzo di Farnesina ai Baullari. Alcuni
studiosi attribuiscono il progetto dell’edificio a Antonio da Sangallo[1],
altri a Jean de Chenevieres (architetto di San Luigi dei Francesi). Nel Seicento
il palazzo è proprietà dei Silvestri, a loro si deve la decorazione con motivi
araldici della famiglia (scorpione nero in campo oro) con le api dei Barberini
(con i quali erano imparentati). In occasione dei lavori per la costruzione di
corso Vittorio (1886-1900) nei sotterranei furono scoperti resti di una casa
romana del III-IV secolo con affreschi di scene di caccia e pesca, ora in una
sala a piano terra. La palazzina ospita la collezione Barracco dal 1948.
Il
museo. Si tratta di un piccolo museo articolato su due piani, in tutto ci
sono nove sale. Presenta una collezione
di arte egizia (sala I e II), arte mesopotamica (sala II), arte fenicia (sala
III, con alcune testimonianze di arte etrusca), arte della civiltà cipriota
(sala IV). Al secondo piano si sviluppa un percorso dedicato all’arte classica,
la sala V è dedicata all’arte greca, nella sala VI copie romane di opere
classiche o tardo classiche con sculture funerarie provenienti dalla Grecia.
Nelle sale VII e VIII, ceramiche greche e italiche con opere del periodo
ellenistico[2]. Nell’ultima sala, la IX
opere di arte decorativa proveniente da edifici pubblici di età romana e
medioevale.
[1] Antonio da Sangallo. Antonio Cordini, (Firenze 1484 – Terni 1546); Giuliano
da Sangallo e Antonio da Sangallo il Vecchio erano suoi zii. Architetto
allievo di Bramante ha realizzato la chiesa di Santa Maria di Loreto alla
colonna Traiana, San Giovanni dei Fiorentini iniziata dal Sansovino, la
cappella Paolina e la scala Regia in Vaticano, il bastione Ardeatino nelle mura
Aureliane, il palazzo Sacchetti per se stesso in via Giulia, palazzo Baldassini
in via delle Coppelle oggi Istituto Sturzo, ha redatto un progetto per la
basilica di San Pietro e il pozzo di San Patrizio a Orvieto. Iniziò palazzo
Farnese poi continuato da Michelangelo e terminato da Giacomo della Porta.
[2] Periodo ellenistico. E’ il periodo che va dalla morte di Alessandro
Magno alla conquista romana dell’Egitto (323-31 a.C.).
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