Una Madonna dell’accoglienza
inaugurata su palazzo Sforza Cesarini è opera di Mimmo Paladino, maestro della
Transavanguardia, autore della Porta d’Europa a Lampedusa, con questa opera si vuole sollecitare l'inizio di una
grande opera di restauro delle edicole sacre romane finanziato da una
fondazione Giachetti. La fondazione Giacchetti ha stanziato 300.000 euro per restaurare
50 edicole sacre tra piazza Venezia e San Pietro scelte tra 250 edicole. Ma ci
sono ostacoli di natura burocratica, 50 condomini, 50 cantieri, 50 pratiche
presso soprintendenza.
Edicola sacra al Pantheon,
in piazza della Rotonda.
Le edicole sacre
di Roma, dette anche “Madonnelle”, sono espressione della fede popolare,
ingenua ma sincera, vengono realizzate in seguito a qualche evento miracoloso,
per una calamità sventata, per una epidemia cessata, un’avvenuta guarigione,
altre come espressione di fede di un committente.
Intorno all’immagine sacra si disponevano ex voto da parte dei fedeli
che avevano chiesto ed ottenuto una grazia. L’edicola sorge agli incroci delle strade per dare luce quando non
esisteva l’illuminazione pubblica poichè la fiammella che ardeva perenne era
alimentata dai devoti di quell’immagine. In certi casi
l’edicola non ospitava un dipinto ma una scultura in terracotta o in gesso, un
mosaico o una stampa. Sono tutte opere di
anonimi artisti, non mancano però nomi illustri: Antonio da Sangallo il Giovane,
Perin del Vaga, ed altri meno conosciuti ma artisti professionisti che
hanno lasciato le loro opere nelle chiese romane: Bicchierari, Berrettoni,
Moderati. La maggior parte risale ai secoli XVII-XVIII, quelle più antiche sono
state portate nelle chiese nel periodo della Controriforma e rappresentano
l’immagine più venerata nel luogo sacro. La presenza
delle edicole sacre è molto numerosa e significativa a Trastevere e nei
rioni Ponte e Campo Marzio, si potrebbe disegnare un itinerario solo per
ciascuno di questi rioni. Negli anni dell’ultima guerra
e dell’immediato dopoguerra ne sorsero molte altre soprattutto nei quartieri
periferici.
Il rapporto con le
architetture di cui fanno parte ed il tessuto urbano fanno di queste
immagini un’interessante testimonianza storico artistica della nostra città che
non ha uguali per numero e pregio ad alcuna altra città italiana.
Edicola sacra in piazza dell'Orologio, rione Parione.
Dal 13 settembre al 30 ottobre 1990 si è
tenuta una mostra a palazzo Braschi, sede del
museo di Roma, dal titolo “Edicole sacre romane, un segno urbano da recuperare”.
La mostra ha sottolineato le implicazioni sociologiche, religiose e
urbanistiche delle “Madonnelle” in vista della loro salvaguardia[1]. In
vista del Giubileo del 2000 il Comune di Roma, allora era sindaco Francesco
Rutelli[2], ha
provveduto ad una verifica a tappeto dello stato
conservativo delle edicole censendone circa 600 solo nel centro storico,
selezionandone prima 180, poi facendo un’ulteriore selezione di 104, le più
interessanti o a rischio, che ha poi provveduto a restaurare coinvolgendo i
proprietari dei palazzi.
Molto belle le edicole sacre!
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