Il 17 febbraio scorso il Piper ha compiuto sessant'anni. Per l'occasione è uscito un libro ed è stato organizzato un party ad inviti.
Venne fondato su iniziativa dell’avvocato Alberigo Crocetti e di due soci: il commerciante di automobili Giancarlo Bornigia e l’importatore di carni macellate Alessandro Diotallevi. Rappresentò l’Italia del boom economico, l’ambiente originario aveva tele di Andy Warhol, Mario Schifano e Piero Manzoni. All’inizio vi suonarono i migliori artisti della beat generation: l’Equipe 84 e The Rokes. Il nome del locale resta legato a Patty Pravo, “La ragazza del piper” e Caterina Caselli. Negli anni si sono esibilti: Pink Floid, Who, Rocky Roberts, Zucchero, Baglioni, Califano e tanti altri. Dopo il 1968 e la separazione dei soci, il locale è rimasto a Bornigia, ora è gestito dal figlio Giancarlo. Attualmente può ospitare 1.000 persone, i dj sono Massimino e Max Rezzonico, è aperto il venerdì e il sabato, durante la settimana vi si tengono eventi privati, il prezzo è variabile a seconda della serata. Vi si svolgono dei matinè inventati da Mister Franz, vere maratone musicali per i teen – ager. Il nome Piper deriva dalla casa americana produttrice di aerei da turismo[1]. Il 17 febbraio 2015 ha festeggiato mezzo secolo di vita (da Repubblica del 27.1.15). Nel 2017 è stato messo all’asta per 2,8 milioni di euro, ha una superficie di 1.876 mq. Hai foto del Piper del 1965.
[1] Piper, tutte le notizie da piperclub.it e it.wikipedia.org.
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