Anche a Roma vi sono le case a ballatoio. Strano a dirsi ma è così. E' una tipologia edilizia tipica del Nord Italia, fa pensare alle periferie operaie di Milano e Torino, ma ha Roma questo tipo di abitazioni non ha avuto successo.
Eppure basta andare nel quartiere di San Lorenzo che se ne può trovare qualche esempio, ad esempio in via di Porta Labicana. Di fronte alle mura Aureliane vi è una fila di palazzi di fine Ottocento, ad un certo punto le severe facciate si interrompono e compare un palazzo forse sventrato dal famoso bombardamento del 19 luglio 1943, oppure mai interamente costruito. Entrando nel cancello, fatti pochi passi, ci si trova in un cortile, su di esso affacciano i ballatoi, sorta di balconi che attraverso le scale collegano i vari piani tra di loro e con l'uscita, su di essi si trova l'ingresso alle abitazioni.
Per ovvie ragioni di privacy non posso pubblicare foto del cortile interno. La foto che segue è stata scattata dall'autore di questo blog.
Il quartiere è sorto come intervento di edilizia a destinazione popolare a partire dal 1878 riproponendo in tono più dimesso l'eclettismo che caratterizzava i quartieri borghesi del tempo (Esquilino, Prati), mentre all'interno le esigenze di sfruttamento intensivo imposero in alcuni casi l'adozione della tipologia a ballatoio rara per Roma. E' in questo quartiere che Maria Montessori aprì la sua prima Casa dei Bimbi con un innovativo metodo pedagogico. L'edificazione si concluse negli anni Trenta. Per la sua posizione fuori dalle mura Aureliane, isolato dagli altri quartieri per la presenza della stazione Termini a Ovest, l'Università e il Policlinico a Nord, il Verano a Est, lo scalo Merci a Sud, il quartiere è sempre risultato appartato, e i suoi abitanti hanno sviluppato un forte senso di appartenenza, un orgoglio da "romani doc".
C'è sempre da imparare a Roma, c'è sempre da stupirsi.
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