Il ministro della cultura Massimo Bray ha
reso di pubblico dominio il bilancio del suo ministero: 1.546.779.172 €, cento
milioni in meno dell’anno precedente, mezzo miliardo in meno del 2008. Con
questi soldi si deve provvedere ad un patrimonio culturale immenso, maggiore di
qualunque altro paese del mondo. Fra questi incarichi bisogna pensare alle
biblioteche che hanno poco personale catoaloghi non aggiornati. Digitalizzare
il patrimonio libraio è ancora un obiettivo molto lontano. La Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze dispone in un anno di due milioni di euro, mentre
per la Biblioteca Nazionale Centrale di Parigi la Francia ne spende 250, per
quella di Madrid 52.
I circa 40 milioni di materiali librari
conservati nelle principali biblioteche pubbliche italiane sono lontani
dall’essere informatizzati mentre la Biblioteca Statale di Monaco di Baviera ha
messo on line quasi un milione di libri antichi, molti studiosi italiani la
preferiscono invece di recarsi nelle biblioteche italiane che spesso hanno
problemi di accessibilità.
La politica dei tagli in questo settore è
stata selvaggia, eppure l’egemonia culturale italiana è nata da una civiltà del
libro, qui nacquero biblioteche storiche come la Laurenziaa a Finrenze, la
Marcina a Venezia, la stessa Vaticana. Testimoni e frutto di un grande passato
le biblioteche continuano a custodire il deposito dei saperi antichi e le
tracce della nostra storia. Salviamo le biblioteche italiane e romane in
particolare.
Nessun commento:
Posta un commento