Che tristezza! La splendida villa dei Sette Bassi, immersa nel verde della Campagna Romana, sulla Tuscolana, subito dopo gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, si sta sgretolando a causa delle piogge dei giorni scorsi. Un vero peccato, è un luogo aperto agli studiosi ma chiuso a romani e turisti, eppure bellissimo, si può considerare una continuazione del Parco degli Acquedotti tra Tuscolana e Appia.
Dai giornali di oggi apprendiamo, purtroppo che il tratto crollato non sarà ricostruito perchè composto di materiali troppo deperibili. Tutto il resto sarà messo in sicurezza al più presto con una somma messa a disposizione dalla Soprintendenza venerdì scorso.
Confidiamo nel pregevole lavoro della Soprintendenza statale, e in tutte le autorità che hanno competenza su quel sito archeologico straordinario, perchè sia salvaguardato. Speriamo inoltre di poterlo vedere da vicino.
Purtroppo l'area è recintata, il punto
migliore da cui osservarla è da via di Capannelle presso il vivaio Flora (molto comodo il marciapiede che
dal grande quadrivio Tuscolana/via di Capannelle/via di Torre Spaccata conduce
in sicurezza allo spiazzo antistante il cancello del vivaio). Il casolare al
centro della tenuta agricola è ben visibile dalla via Tuscolana. Si tratta
della seconda villa più estesa del suburbio, dopo quella dei Quintili, attribuita
al console Settimio Basso, tra le poche che conservino la planimetria
complessiva costruita ai tempi di Antonino Pio[1].
La villa occupa un piccolo pianoro
collinare e si compone, nella sua parte residenziale, di tre corpi edilizi
contigui, che furono eretti in tre fasi diverse, ma che si susseguirono così da
vicino che si può pensare ad un progetto unitario realizzato a scaglioni: si
tratta in pratica di tre corpi di fabbrica ciascuno a perimetro rettangolare,
allineati tra loro in diagonale e completati da giardini.
Il primo edificio è posto a Sud Est, si
riconosce perchè è costruito tutto in laterizio, ha pianta quadrata di 50 metri
di lato e si accompagnava ad un peristilio-giardino oggi scomparso. Si conserva
una sala soggiorno con pareti alte ancora oggi circa 10 metri.
Il secondo edificio è quello centrale, fu
costruito verso il 140-150, in opera mista di reticolato di tufo con
ammorsature laterizie. E' la parte più alta dei resti archeologici dell'area.
Il terzo edificio fu costruito verso la
fine del regno di Antonino Pio: è il più fastoso per le sue vaste aule a più
piani e a prospetti finestrati (crollati nel 1951), venne a costituire il lato
di fondo del peristilio-giardino. A Nord vi era un impianto termale, a Sud
ampie sale di soggiorno. L'ippodromo giardino, lungo 320 metri, si può
riconoscere nel suo perimetro per il dislivello del terreno o per il blocco
edilizio che lo circonda nel lato corto e nel lato Nord occidentale.
La villa non era isolata nella campagna,
ma circondata da altre costruzioni: cisterne, magazzini, abitazioni, templi.
Tra queste a Nord Est della villa è ben conservato un piccolo tempio in
laterizio a pianta rettangolare della fine del II secolo oggi mancante della
facciata in antis e della copertura (visibile
in google maps, a Est dei ruderi principali, come edificio rettangolare senza
tetto e coperto in tre lati su quattro). Un altro gruppo di rovine si trova
su via di Capannelle prima della grande curva a destra, costituiva un avancorpo
della villa sulla via Latina. Nelle vicinanze resti di un acquedotto, ramo
privato dell'Acqua Claudia (anch'esso ben
visibile da google maps).
Le foto sono state scattate dall'autore del blog, il loro uso è libero.
[1] Antonino Pio imperatore
romano dal 138 al 161. Rientra tra gli imperatori per adozione, fu successore
di Adriano. Di carattere mite, diminuì le spese dell’impero, visse modestamente
e passò alla storia come il migliore imperatore romano.
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