La borgata di Centocelle sorse negli anni
Venti del Novecento come borgata agricola in teoria autosufficiente. Nel 1921
vi risiedevano 29 famiglie con un ettaro e mezzo di terra da coltivare ognuna.
Ma due fattori portarono in breve ad un incremento della popolazione: la
presenza della tramvia diretta a Fiuggi e il vicino aeroporto militare di
Centocelle. Il nucleo del futuro quartiere crebbe con case basse di un solo
livello, o con un piano, circondate da un piccolo orto nel quale trovavano
posto animali da cortile. Questi graziosi villini erano sparsi lungo strade dai
nomi gentili e poetici: via dei Glicini, via delle Rose, via dei Platani,
piazza dei Mirti. Ne restano ancora esempi nella stessa via dei Castani, l’asse
commerciale del quartiere attuale, ma il maggior numero si trova nelle vie
Ceprano, Valmontone, Ceccano dove sembra risiedesse il personale dell’aeroporto
(un bell’esempio di villino è in piazza delle Giunchiglie, davanti alla scuola
Fausto Cecconi). Conserva ancora oggi lo stile di vita di un paese, ad esempio
c’è l’usanza di affiggere manifesti funebri. Era una borgata con
caratteristiche migliori rispetto al vicino Quarticciolo, vi abitavano operai
dell’industria, artigiani, contadini e tramvieri. Negli anni quaranta gli unici
riferimenti monumentali erano: la chiesa di San Felice da Cantalice,
l’acquedotto Alessandrino e il forte Prenestino lungo omonima consolare.
Durante la seconda guerra mondiale
l’aeroporto venne ripetutamente bombardato, la borgata partecipò attivamente
alla guerra di Liberazione. In piazza
dei Mirti esisteva un’osteria con pergolato dove si riuniva il comando
partigiano di zona.
Negli anni Cinquanta e Sessanta il
quartiere ha conosciuto il boom edilizio che ha investito tutta la città, gli
orti e i campi sono scomparsi, ai loro posti palazzi di edilizia intensiva
hanno saturato ogni spazio libero. Si sono salvati, oltre all’area
dell’aeroporto e quella del forte Prenestino (possiamo aggiungere villa De
Sanctis, anche se esterna al quartiere, è però vicinissima), solo il terreno
che oggi è chiamato parco Madre Teresa di Calcutta.
Negli anni Novanta ha aperto un centro
commerciale lungo viale della Primavera e poco dopo il mercato di via dei
Platani si è trasferito in un edificio coperto con il nome Mercato Insieme,
sempre lungo viale della Primavera.
Nel 2014 è stata aperta al pubblico la
metro C che collegherà il quartiere in modo più veloce con il centro storico.
Sono nati e hanno vissuto a lungo a
Centocelle il fotografo degli anni della Dolce Vita Tazio Secchiaroli, il
cantautore Claudio Baglioni e Mauro Mazza già direttore di Rai Sport.
Eccoci a porta Maggiore, una breve sosta prima di proseguire
sulla Casilina alla volta del parco di Centocelle.
Eccoci nel parco di Centocelle, siamo sulla pista
dell'ex aeroporto militare di Centocelle.
Anche se fa parte del quartiere don Bosco
(ma rientra nel V Municipio) non possiamo non parlarne qui. L’aeroporto è
intitolato all’asso dell’aviazione Francesco Baracca[1], è
stato il primo aeroporto italiano. Il 15 aprile 1909 Wilbur Wright fece volare
l’aereo di sua invenzione, si chiamava Flyer, il primo velivolo a motore più
pesante dell’aria.
I voli si susseguirono per 11
giorni. Gli venne attribuito un compenso fu di 25.000 £, per le esibizioni e per le lezioni di volo
(altrettando per l’aereo[2]),
l’aereo l’aveva portato in treno da Parigi, smontato in varie casse. Wright
dormiva insieme al suo aereo in un capannone al limitare del pratone. La
contessima Mery Macchi di Cellere, proprietaria del fondo, si incuriosì
dell’operazione e lo invitò nella sua villa, in cambio gli offrì un volo sul
suo aereo, così la contessina divenne la prima donna volante d’Italia.
L’aereo riusciva a sollevarsi da terra di
venti-trenta metri e rimaneva in aria per dieci minuti. Ad osservare le prove
c’era un cronista d’eccezione Franz Kafka. Solo un anno dopo sorsero sette
hangar.
Qui instaurarono la prima scuola di volo
italiana dove si formò l’ufficiale Mario Calderara. Nel 1920 da qui partirono
gli aerei Sva per il volo sperimentale Roma-Tokyo. Nel 1919 da qui passò il
mitico Lawrence d’Arabia[3] in
volo da Londra al Cairo, il suo aereo fu costretto ad atterrare, si ribaltò,
due membri dell’equipaggio morirono, lui si salvò per miracolo. Qui venne
consegnata la bandiera di guerra alla Regia Aeronautica, il 4 novembre 1923,
diventata arma autonoma. Qui venne custodita la bandiera fino alla
inaugurazione del palazzo sede dell’aeronautica militare presso Castro
Pretorio. Durante la seconda guerra mondiale fu oggetto di ripetuti
bombardamenti.
Dal 1961 non è più utilizzato per attività
di volo. Permette l’attività di elicotteri ed è classificato come pista
d’emergenza per i voli diretti a Ciampino. Attualmente è sede del Comando
dell’Aeronautica Militare e di una stazione metereologica dell’Aeronautica
Militare.
Il 9 agosto 2013 presso la Sala Convegno
del Comando è stato scoperto l’affresco di Ciro Cellurale che rappresenta il
Flyer dei fratelli Wright, di fatto il primo volo in Italia. L’affresco misura
cm 150x250 ed è stato realizzato con le sfumature di bianco e nero per
rappresentare lo stato d’animo dei pionieri del volo votati all’incertezza[4].
Non possiamo tacere che per molti anni, in
una parte dell’ex aeroporto, all’incrocio tra via Casilina e viale Togliatti
era il campo nomadi più grande d’Europa, si chiama Casilino 900. Il 14 febbraio
2010 il campo è stato sgomberato (Alemanno sindaco).
[1] Francesco Baracca (Lugo 1888 – Nervesa della Battaglia 1918) è stato
il principale asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro al valor militare
nella prima guerra mondiale. Gli vengono attribuite 34 vittorie aeree.
[2] 25.000 £ dei primi del
Novecento equivalgono a circa 100.000 € di oggi. Da answers.yahoo.com
[3] Lawrence d’Arabia. Tenente colonnello inglese, agente segreto,
militare, archeologo e scrittore nativo del Galles (1888-1935), è ricordato per
essere stato uno dei capi della rivolta araba degli inizi del Novecento contro
l’impero Ottomano.
[4] Affresco ai fratelli Wright. La notizia da: aeronautica.difesa.it
Uno dei villini del primo insediamento abitativo di Centocelle.
Eccoci a San Felice da Cantalice.
La chiesa è opera degli architetti M.
Paniconi e G. Pediconi[1],
fu eretta nel 1935. E’ in forma di capanna a doppio spiovente e presenta il
rivestimento in laterizio, la facciata è inquadrata da una grande arcata su
pilastri, all’interno è affrescata dal Villa una gigantesca immagine di Fra
Felice[2].
Ai lati del grande arco stanno due formici minori.
L’interno è costituito da un’immensa
navata centrale divisa da due laterali, molto strette, separate da pilastri
cilindrici rivestiti di mosaici dorati su cui si leggonio i nomi dei
parrocchiani che contribuirono alla costruzione della chiesa. Nell’abside
l’apparizione della Madonna con Bambino a San Felice. Autore di ogni
decorazione della chiesa, sia in pittura, mosaico o vetrata è opera di padre
Ugolino da Belluno che ha seguito uno stile neocubista (i cartoni per le
vetrate sono del 1975). All’altare maggiore sta un crocefisso in ferro battuto,
in stile astratto. Le vetrate hanno per tema il Cantico di Frate Sole di San
Francesco. Notare il pulpito e il fonte battesimale in peperino. Nella
controfacciata l’organo e due lapidi, una ricorda la consacrazione della chiesa
ad opera di Pio XII, la seconda ricorda la visita di papa Giovanni XXIII nel
1955.
Davanti alla chiesa sono state girate
alcune scene del film di Pasolini, Accattone,
del 1961, con Franco Citti, Adriana Asti, Elsa Morante e altri.
[1] Paniconi e Pediconi. (1904-73) (1906) Fontana della Sfera al Foro Italico nel 1930,
la chiesa di San Felice da Cantalice a Centocelle nel 1935, i palazzi per l'INA
e l'INPS all'Eur nel 1939, il quartiere INA Casa Valco San Paolo con altri nel
1950, il quartiere INA Casa Torre Spaccata con altri nel 1960, chiesa dei Sacri
Cuori di Gesù e Maria in via Poggio Moiano al quartiere Trieste nel 1960, ville
a Casal Palocco, la chiesa di San Gregorio VII nella via omonima nel 1961-63,
chiesa di San Giuseppe Cafasso al borghetto degli Angeli nel 1968, chiesa di
santa Teresa a corso Italia nel 1969 con curia generalizia, ministero delle
Poste e Telegrafi in viale America all'Eur con altri.
[2] Felice da Cantalice. (1515-1587) Felice Porro,frate dal 1554,
trasferitosi a Roma dal 1547, dove ebbe l’incarico di questuare il pane e il
vino per i poveri. Assisteva vedove, malati e fanciulle bisognose. A Sisto V
predisse il papato, divenuto papa, spesso mandava da lui qualcuno a chiedere il
pane. Fu amico di San Filippo Neri e dei bambini di Roma, autore di canzonette
e madrigali. I suoi resti sono nella chiesa della Concezione di via Veneto.,
seconda cappella di sinistra, in un bel sarcofago
Eccoci davanti all'acquedotto Alessandrino,
nel punto in cui scavalca la Palmiro Togliatti.
Si
deve all’imperatore Alessandro Severo (222-235) che volle così rifornire di
acqua il Campo Marzio (qui aveva restaurato le terme di Nerone). Attingeva
l’acqua presso Pantano Borghese, a sud della Prenestina e di Gabii. Tali
sorgenti furono riutilizzate da papa Sisto V per l’acquedotto Felice.
Diversamente dagli altri acquedotti la piscina limaria era alla sorgente. Il
percorso dell’acquedotto era di Km 22 fino a porta Maggiore, da lì in poi le
sue tracce sono andate perdute.
Ancora oggi gli archi appaiono poderosi
quando superano il fosso di Tor Bella Monaca, Essi misurano m 2,32 di lato, e
distano tra loro m 3,50 con arcate alte fino a m 15. Un altro tratto sta in via
di Torrenova e quindi oltrepassa il fosso di
Vallelunga e quello della Mistica. Un altro tratto con 33 arcate supera
il fosso di Tor Tre Teste, mentre alcuni resti con una torre sono in via di
Casa Calda.
Il tratto che scavalca l’attuale viale
Togliatti è forse il più spettacolare, sono da notare, alla sommità dei piloni
ad una sola arcata, le coppie di mensole marmoree inserite dagli antichi nella
muratura per essere utili al collocamento di ponteggi per lavori di
manutenzione. Si è in grado di calcolare che l’acquedotto conduceva oltre 200
litri di acqua al secondo in città.
La scuola del quartiere: la Fausto Cecconi.
La scuola elementare Fausto Cecconi si trova
a Centocelle, in via dei Glicini, nacque negli anni Trenta quando il quartiere
era una lontana borgata agricola lungo la via Casilina collegata alla città da
una ferrovia a scartamento ridotto che correva sulla strada stessa e arrivava
fino a Fiuggi. Alle piccole abitazioni ad un piano con orto si unirono piccole
case e baracche ad uso degli immigrati dalle campagne laziali e dall’Abruzzo.
Nel 1935 viene costruita la chiesa di San Felice da Cantalice, il 28 ottobre
1933 alle ore 16 viene inaugurata la scuola Elementare intitolata all’aviatore
Fausto Cecconi eroe della prima guerra mondiale. La scuola sorge in via dei
Glicini in un terreno in leggera pendenza, ha una planimetria a pettine, con
l’edificio principale parallelo alla strada sul quale si impostano tre corpi
longitudinali. Il progetto è dell’architetto Antonelli Augusto (Venezia
1885-Roma 1960) che a Roma ha progettato anche la scuola Di Donato nel rione
Esquilino (via Bixio), la scuola IV Novembre nel rione Testaccio (via
Alessandro Volta) e il ponte Littorio oggi Matteotti.
Nell’anno scolastico 1933-34 frequentano la
scuola 1407 alunni + 150 della scuola Materna. Negli anni successivi la
popolazione aumenta sempre più a causa della crescita edilizia e demografica della
borgata. Nel 1942-43 si arriva a 1913 alunni + 272 della scuola Materna.
Nel 1937 viene aperta una succursale in un
villino in via della Bella Villa sulla via Casilina ancor più fuori Roma.
All’inizio della guerra gli scantinati sono
adibiti a ricoveri antiaerei per la popolazione. Nel 1943, dopo il
bombardamento di San Lorenzo del 19 luglio, la scuola viene chiusa perché
dichiarata zona di combattimento vista la vicinanza con l’aeroporto militare di
Centocelle. Dopo l’8 settembre la scuola viene occupata dall’esercito tedesco.
A custodia dell’edificio rimane il portiere sig. Giuseppe Lucarini che rimarrà
in servizio fino al 1960. Dopo la Liberazione di Roma del 4 giugno 1944 la
scuola è occupata dalle truppe alleate e rimane chiusa fino all’11 marzo 1946.
Quando riapre è sprovvista di lavagne, cattedre, di qualunque sussidio
didattico, soprattutto mancano i vetri alle finestre. In una relazione del 20
novembre 1948 si scrive che i locali sono in ottimo stato. Il busto di Fausto
Cecconi viene sostituito in quanto il precedente portava le insegne fasciste.
L’attuale è dello scultore Luigi Del Giudice.
Nel 1951 viene realizzato l’ampliamento
della Cecconi prolungando il dente parallelo a via Tor de Schiavi. Con
l’istituzione della Scuola Media Unica, in tale ampiamento trova posto la
scuola Media Catullo.
Negli anni Sessanta e Settanta vi è un
continuo incremento di alunni, negli anni Novanta un cospicuo inserimento di
alunni provenienti dai paesi arabi o dell’Est Europeo, oppure di bambini nati a
Roma ma da genitori provenienti da quelle aree geografiche. Tra gli alunni
diventati famosi c’è il cantautore Claudio Baglioni.
Piazza dei Mirti oggi riqualificata.
Si può considerare il centro del quartiere.
Ecco la casa dove è nato Claudio Baglioni.
L'itinerario si è poi concluso nel parco di villa Gordiani.
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