Scultore e architetto, ma anche pittore, massimo interprete del
barocco romano. Nella sua opera riuscì a unire il virtuosismo tecnico del tardo
manierismo allo studio del naturalismo ellenistico, le suggestioni dei grandi
maestri del Cinquecento al classicismo della pittura dei Carracci in una
rinnovata e originalissima visione. Il padre Pietro (di Sesto Fiorentino) era
scultore e fu il primo maestro del figlio (autore della barcaccia in piazza di
Spagna, come pittore al palazzo Farnese di Caprarola), la madre era una
popolana napoletana conosciuta in quella città mentre Pietro lavorava alla
Certosa di San Martino. In occasione di lavori avviati da Paolo V in Santa
Maria Maggiore, Pietro ebbe modo di far conoscere il precoce talento di
Gianlorenzo. Il cardinale Maffeo Barberini, il futuro Urbano VIII, disse al
padre: "State attento. Questo fanciullo vi sorpasserà e sarà senza dubbio
più abile del padre". Esordì con alcuni gruppi scultorei (Ratto di
Proserpina, Apollo e Dafne, David). Per Urbano VIII (1623-44) eseguì in San
Pietro il baldacchino , il San Longino e la tomba con la statua del pontefice,
inoltre terminò palazzo Barberini. Per Alessandro VII decorò la cappella Chigi
in Santa Maria del Popolo, ideò il colonnato di San Pietro e la Scala Regia, di
questo periodo è anche Sant'Andrea al Quirinale. Per Clemente X (1670 - 76)
concepì la Cattedra di San Pietro. Chiamato in Francia da Luigi XIV, fornì
progetti per il Louvre non realizzati. Tra le opere di scultura ricordiamo:
Estasi di Santa Teresa, Fontana dei Fiumi in piazza Navona, Ludovica Albertoni.
Il suo corpo è tumulato in Santa Maria Maggiore. In via Capo le Case una lapide
ricorda la sua abitazione romana.
Al centro della piazza è la fontana del Tritone
(restauro 1986-87, nuovo restauro in corso), inconfondibile e spettacolare
creazione di Gian Lorenzo Bernini(1642-43) per Urbano VIII con motivi allegorici e un’abile fusione di elementi naturalistici e
antropomorfi: da una vasca molto bassa, che conferisce maggior risalto
all’insieme, quattro delfini con le api barberiniane, sollevano con una coda
una conchiglia sulla quale poggia un tritone che manda verso il cielo uno
zampillo d’acqua mentre suona la buccina che, per un singolare scherzo della
natura, anzichè lo stridulo suono emette un fragoroso getto d'acqua, simbolo di
prosperità.
E' del Bernini anche la fontana delle Api utilizzata come
abbeveratoio per cavalli all'angolo con via Sistina, fu inaugurata nel 1644
poco prima della morte del pontefice. Smantellata nel 1865 e arbitrariamente
rimontata all'inizio di via Veneto in posizione isolata utilizzando l'unico
elemento superstite (la porzione mediana della conchiglia con una delle tre
api), fu inaugurata nel 1916.
La seconda tappa è stata nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in via XX Settembre.
La
chiesa è celebre per la statua di "Santa Teresa trafitta dall'Amor Di Dio",
opera di Gianlorenzo Bernini, in essa un angelo sorridendo punta una freccia
verso il cuore della santa, rovesciata in estasi. Al di sopra, da una finestra,
scendono raggi dorati. Forse la sua opera più poetica, realizzata nel 1646. Dai
lati si affacciano, come palchetti di un teatro, vari personaggi della famiglia
Cornaro, scolpiti da Bernini e aiuti, una falsa prospettiva ha colonne ioniche.
Sulla balaustra della cappella è disponibile il testo autobiografico di Santa
Teresa della sua estasi, è in quattro lingue.
La chiesa è così chiamata in onore della
battaglia della Montagna Bianca con la quale gli eserciti cattolici al comando
di Ferdinando II (1620) conquistarono Praga strappandola per sempre ai
Protestanti (guerra dei Trent'anni). Sull'altare maggiore è posta una immagine
della Madonna proveniente dalla Boemia, trovata tra i rifiuti del castello di
Pilsen, a tale immagine i soldati attribuirono la vittoria (distrutta da un
incendio il 29 giugno del 1833, l'immagine odierna è stata fatta fare a proprie
spese dal principe Torlonia insieme all'altare maggiore). Il quadro è
piccolissimo, si trova tra nuvole, testoline di angeli e raggi dorati.
La chiesa fu progettata da Carlo Maderno,
mentre la facciata è di Giovanni Battista Soria che si è ispirato alla facciata della vicina Santa Susanna. L'interno ha
un'unica grande navata coperta da volta a botte con tre cappelle per lato. E'
uno dei più lussuosi interni barocchi di Roma. Sul soffitto affreschi di Gian
Domenico Cerrini con il Trionfo di Maria
sulle eresie e la Caduta degli angeli
ribelli. In alto, tra le finestre, grandi Angeli in stucco.
Ancora una immagine dell'interno di Santa Maria della Vittoria.
Oggi siamo tanti, ben 33 persone.
Siamo sempre nei pressi di Santa Maria della Vittoria, ma la chiesa
sullo sfondo è Santa Susanna.
Ancora una chiesa del Bernini: Sant'Andrea al Quirinale.
Una sosta rapida davanti al Quirinale,
anche nel palazzo del Quirinale c'è la mano del Bernini.
Ponte
Sant'Angelo è stato costruito nel 134 dall'imperatore Adriano[1]
per consentire di raggiungere il proprio mausoleo, è opera dell'architetto
Demetriano[2].
Era costruito in peperino e rivestito da
travertino, aveva tre arcate a cui si accedeva attraverso delle rampe dalla
riva che erano sostenute da tre arcate minori sulla riva sinistra e due sulla
riva destra, queste vennero distrutte nel 1893 in occasione della costruzione
degli argini. Il piano stradale del ponte aveva ai lati dei marcipiedi con
balaustre in travertino. Nel medioevo fu sempre utilizzato dai pellegrini per
raggiungere San Pietro. Nel VI secolo prese il nome di ponte Sant'Angelo per il
noto episodio di Gregorio Magno[3]
che vide sulla sommità del castello un angelo che rinfoderava la spada durante
una processione per chiedere la fine della peste. Il rione di Roma che si trova
sulla sponda sinistra: "Ponte" prende il nome da questo ponte che era
l'unico ad attraversare il Tevere a parte i due dell'Isola Tiberina e il ponte
Sisto che risale però al Quattrocento e il ponte Milvio che era però fuori le
mura. Di qui passò anche Dante Alighieri quando venne a Roma per il Giubileo
del 1300. Durante il giubileo del 1450 le balaustre cedettero per la gran ressa
e morirono 150 persone, in seguito a ciò furono abbattute le botteghe sul ponte
stesso e alcune case alla testata del ponte per facilitare il deflusso dei
pellegrini. Nel Cinquecento si usava
esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte, la piazza sulla riva sinistra
era il luogo di esecuzioni capitali. Nel 1535 papa Clemente VII[4]
fece collocare all'ingresso del ponte le due statue di San Pietro e San Paolo
ed altre statue di evangelisti e patriarchi ora scomparsi. Nel 1669 papa
Clemente IX fece realizzare un nuovo parapetto disegnato dal Bernini sopra furono
posizionate dieci statue raffiguranti Angeli che portano gli strumenti della
passione, tutti gli Angeli sono opera di allievi del Bernini che li eseguirono
sotto la loro direzione. Questi gli
angeli sul ponte partendo dal lato opposto a Castel Sant'Angelo:
2. (a sinistra) Angelo con i flagelli di Lazzaro Morelli[6].
Prima opera ultimata e collocata sul ponte.
3. (sin.) Angelo con la corona di spine di Paolo Naldini,
l'originale di Bernini è oggi nella chiesa di Sant'Andrea della Valle.
5. (sin.) Angelo
con la veste e i dadi di Paolo Naldini. Il volto è ispirato a quello di
Alessandro Magno.
6. (dx) Angelo con i chiodi di Girolamo Lucenti. Il più
statico e meno proporzionato, sembra sorridere, detto "venditore di coni
gelato".
8. (sin.) Angelo con il cartiglio di Giulio Cartari con l'aiuto
di Bernini, l'originale di Bernini è nella chiesa prima citata.
9. (sin.) Angelo con la spugna di Antonio Giorgetti. Insieme
alla successiva le sole ad essere completate anche posteriormente.
10.
(dx)
Angelo con la lancia di Domenico Guidi.
Le
due sculture del Bernini rimasero nello studio dell'artista perchè il Papa ne
fu così ammirato che temeva gli agenti atmosferici. Fu il nipote, oltre
sessanta anni dopo, a farne dono alla chiesa di Sant'Andrea delle Fratte. Il
ponte rappresenta uno dei complessi barocchi più belli di Roma.
[1]
Adriano imperatore per adozione dal
117 al 138, saggio quanto il suo predecessore che lo aveva adottato (Traiano)
fu molto colto e ricordato come filosofo. Viaggiando continuamente attraverso
l'immenso impero controllò personalmente le necessità dei sudditi. In Britannia
eresse il famoso Vallo. Celebre per aver lasciato la villa Adriana presso
Tivoli e questo mausoleo.
[2]
Demetriano architetto di riferimento
per Adriano.
[3]
Papa Gregorio Magno venerato come
santo e dottore della Chiesa, anche per gli ortodossi è santo. Pose le basi del
dominio temporale dei papi. Della nobile famiglia degli Anici, fu prefetto di
Roma, si fece monaco benedettino. Eletto papa durante la peste si diede ad
organizzare il governo cittadino e a contrastare i Longobardi. Celebre il canto
Gregoriano.
[4]
Clemente VII Giulio de Medici,
arcivescovo di Firenze, papa dal 1523 al 1534. E' il papa del Sacco di Roma del
1527. Rifutò lo scioglimento del matrimonio di Enrico VIII causando lo scisma
anglicano. Dovette incoronare imperatore Carlo V.
[5]
Antonio Raggi scultore seicentesco
originario del Canton Ticino, fu il principale collaboratore del Bernini. Suo
il gruppo Noli me tangere nella chiesa di San Sisto Nuovo (largo Magnanapoli).
E' autore del Danubio nella fontana dei Fiumi a piazza Navona. Oltre a questo
angelo sul ponte.
[6]
Lazzaro Morelli (Ascoli Piceno 1608-
Roma 1690) Autore di statue per il colonnato di San Pietro, colomba bronzea
sull'obelisco della fontana dei Fiumi in piazza Navona, sculture nelle chiese
gemelle di piazza del Popolo.
[7]
Cosimo Fancelli (Roma 1618-1688)
autore di molte statue in numerose chiese di Roma: il Gesù, Chiesa Nuova, Santi
Luca e Martina, Santa Maria in via Lata, San Nicola da Tolentino.
[8]
Ercole Ferrata (Pellio d'Intelvi
1610-Roma 1686) autore di numerose statue nelle chiese di Roma tra cui
Sant'Agnese sul rogo nella chiesa omonima di piazza Navona.
Bellissimo e interessante resoconto che rinsalda la bella visita fatta domenica complimenti!!
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