Foto ricordo della passeggiata odierna davanti al monumento all'alpa impenne, uccello estinto.
In via Ulisse Aldrovandi,
all’ingresso del Museo Civico di Zoologia, si trova il monumento all’Alca,
animale estinto. La sera del 23 settembre 2009 è stato inaugurato
dall’assessore Umberto Croppi il nuovo ingresso al museo con la statua dedicata
all’Alca Impenne realizzata dallo scultore americano Todd McGrain, che si
dedica in prevalenza a realizzare statue di uccelli estinti nel continente
americano. Lavora in collaborazione con il laboratorio di ornitologia della
Cornell University.
Era un uccello incapace di
volare (con ali lunghe 15 cm, ma ottimo nuotatore) scomparso intorno al 1850,
simile ad un pinguino, alto 75-80 cm, peso di circa 5 kg, dorso nero e ventre
bianco, becco anch’esso nero, robusto e ricurvo. In estate il piumaggio
diventava bianco intorno agli occhi. Prede preferite pesci e crostacei. Le
coppie rimanevano unite tutta la vita, nidificavano sulla terra ferma in
colonie fitte e numerose deponendo un unico uovo sulla nuda roccia. Entrambi i
genitori covavano l’uovo per sei settimane. Il fatto che il piumaggio fosse
molto richiesto ne portò all’estinzione. Il 3 luglio del 1844 gli ultimi due
esemplari vennero abbattuti a Eldey a largo delle coste dell’Islanda. Un altro
avvistamento è stato effettuato nel 1852.
Viveva nel Nord Atlantico,
lungo le coste del Canada, Stati Uniti, Norvegia, Groenlandia, Islanda, Far
Oer, si spingevano anche sulle coste della Spagna settentrionale.
Il Redentore situato in via di
Porta Latina, a pochi passi dalla porta stessa, era una di queste. All’interno
di una nicchia con cornice marmorea vi era un dipinto oggi andato perduto, al
suo posto una statuetta in gesso raffigurante il Cristo. Notare il nome inciso
di colui che fece collocare l’immagine probabilmente nel XVIII secolo: Angelo
Carpino. Più in basso una lapide con i seguenti versi: “O voi devoti che / da
qui passate un / Pater e una Ave / Maria diciate per / le anime che sono / da
questo mondo passate”.
Il cippo marmoreo con l’immagine scolpita
della Vergine col Bambino posta davanti alla chiesa della Ss. Trinità de
Monti, poggiata sopra un capitello romano, ricorda le edicole di campagna poste
nei crocicchi delle strade. Dovrebbe risalire al Settecento.
Seconda tappa in via Tevere dove si trova la casa nella quale nacque Michel Collins.
In via Tevere (quartiere Pinciano), dopo la curva, sulla sinistra, al n. 16, ecco la lapide che ricorda la casa in cui nacque Michael Collins l’astronauta Usa che giunse sulla Luna con la missione Apollo 11 il 21 luglio 1969, i suoi due compagni di viaggio Neil Armstrong e Buzz Aldrin scesero sulla Luna e camminarono sul suolo lunare, lui restò in orbita intorno alla Luna stessa.
Ancora una tappa a via dei Cerchi dove si trova la "Mano di Cicerone".
Si trova in via dei Cerchi 85,
alla sommità di un edificio di aspetto barocco che era un casale agricolo degli
Orti Farnesiani sul Palatino, il dito o mano di Cicerone è un calco in gesso
(l’originale è andato smarrito). L’edificio è oggi proprietà dei Padri
Benedettini Olivetani (congregazione istituita nel 1313 a Monte Oliveto Maggiore),
monastero annesso alla chiesa di Santa Anastasia. Da segnalare la spina di case
basse di origine medioevale che separa la via dalla retrostante chiesa di Santa
Anastasia.
La via è così chiamata come
corruzione di “circo”. Ricalca un tracciato antico, venne aperta da Sisto V
quando decise di portare i due obelischi del Circo Massimo a piazza del Popolo
e a San Giovanni in Laterano. A metà ottocento la zona divenne sede di un
gazometro che forniva il gas, anche per l’illuminazione pubblica a tutta la
città, insieme ad un altro fuori porta del Popolo. Rimase in funzione fino al
1910 quando entrò in funzione quello sull’Ostiense. Il luogo era tristemente
noto per le esecuzioni capitali (davanti alla Pantanella) che qui avvenivano
insieme a piazza ponte Sant’Angelo. Qui l’ultima esecuzione, quella dei
patrioti Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti per l’attentato alla caserma
Serristori, era il 24 novembre 1868. La ghigliottina è visibile al museo
Criminologico di via Giulia. Sul lato del Palatino resta l’abside della chiesa
di Santa Maria de Manu, per la grande mano marmorea conservata come ex voto.
Ultima tappa alle Terme di Caracalla, nel mitreo la mela di Pistoletto.
Il mitreo è un luogo
destinato al culto del dio Mitra di origine orientale, questo si trova in una
delle gallerie di servizi delle terme. Fu scoperto nel 1912 è il più grande tra
quelli di Roma, venne realizzato poco dopo la costruzione delle terme (inizi
III secolo), si compone di cinque ambienti comunicanti con il paino superiore
attraverso una scala. L’ambiente principale è formato da un’ampia stanza
rettangolare con volta a crociera, il pavimento è a mosaico bianco con fasce
nere, ai lati due banconi, sulla parete un affresco che raffigura il dio Mitra
e un personaggio con fiaccola e disco solare in mano. All’interno venne
trovato, in frammenti la scultura di Mitra nell’atto di uccidere il toro.
Michelangelo Pistoletto aveva
già esposto alle terme nel 2012 con “Terzo Paradiso”. Questa nuova opera dal
titolo “La mela reintegrata” è una grande mela scolpita in un blocco di marmo
puro di Carrara dal diametro di m 2,5 che presenta una cicatrice, il segno del
morso, con i punti di sutura, per riconnettere il mondo artificiale con quello
naturale, segno di una ferita rimarginata. L’opera vuole far riflettere sui
vari significati della mela, dalla bibbia al mondo classico.
La mostra è aperta dal 24
maggio al 25 settembre 2016 dalle ore 9 alle ore 19 circa.
Ciao! Anche io ho scritto un post sull'opera di Pistoletto alle Terme di Caracalla: http://wp.me/p6UIJ7-bP
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