Il palazzo sorge sul luogo di un precedente palazzo della famiglia Riario risalente al XV secolo, in questo ha abitato Cristina di Svezia[1] che vi diede inizio a quelle riunioni che divennero poi l'Accademia dell'Arcadia. Nel 1736 l'edificio e il giardino furono acquistati dal cardinale fiorentino Neri Maria Corsini, nipote di Clemente XII[2], che affidò i lavori di completa ricostruzione del palazzo a Ferdinando Fuga[3] il quale stava contemporaneamente lavorando al Quirinale e al palazzo della Consulta. La facciata venne raddoppiata e aggiunte le dieci lesene giganti, più vicine le une alle altre nell'asse centrale. Più movimentata è la facciata posteriore, rivolta verso i vastissimi giardini, con tre corpi di fabbrica aggettanti, di cui quello centrale, occupato dal monumentale scalone tra i più belli di Roma. Le grandi finestre dello scalone fungono anche da belvedere panoramico sui giardini. Durante il periodo napoleonica il palazzo ospitò Giuseppe Bonaparte, fratello dell'imperatore, poi il gen. Duphot fidanzato di Paolina, questi fu ucciso in una rivolta tra il palazzo e porta Settimiana. Tale avvenimento causò l'occupazione militare di Roma da parte dell'esercito francese, l'arresto di Pio VI e la proclamazione della repubblica Romana.
Proprietà dello Stato dal 1883, che
l'acquistò direttamente dalla famiglia Corsini, con la collezione di opere
d'arte in essa contenuta, oggi la galleria di palazzo Corsini è l'unica
quadreria settecentesca che si è conservata intatta fino a noi. Tra gli
artisti più importanti presenti in galleria menzioniamo: Andrea del Sanrto,
Baciccia, Beato Angelico, Marco Benefial, Caravaggio, Orazio Gentileschi, Luca
Giordano, Giovanni Lanfranco, Mattia Preti, Guido Reni.
[1]
Cristina di Svezia regina di Svezia
dal 1632 al 1654. Nel 54 abdicò per abbracciare la religione cattolica, fece un
ingresso trionfale in Roma, tale evento fu molto pubblicizzato dalla chiesa
cattolica. In suo onore fu restaurata porta del Popolo dal Bernini.
[2]
Clemente XII Corsini, papa dal 1730
al 1740. Condannò la Massoneria, cercò invano di annettere il ducato di Parma.
[3]
Ferdinando Fuga architetto
fiorentino del Settecento. Palazzo della Consulta, facciata di Santa Maria
Maggiore, albergo dei Poveri a Napoli.
Pochi romani conoscono questo palazzo. Allora adesso prendiamo al balzo una bella mostra per tornare a visitarlo o per vederlo per la prima volta. Si tratta della mostra “I libri che hanno fatto l’Europa” è aperta al pubblico fino al 9 dicembre. In 180
manoscritti antichi, ordinati da Roberto Antonelli, viene rappresenta
materialmente, attraverso alcune opere fondamentali l’evoluzione della forma
libro, dalla riforma carolingia alla rivoluzione gutenberghiana, il percorso
storico culturale che ha portato dalla cultura e letteratura classico cristiana
e mediolatina a quella romanza e moderna e quindi alla cultura europea
occidentale. I manoscritti e le stampe provengono per la maggior parte dalla
biblioteca Corsiniana dell’Accademia dei Lincei e da altre garndi biblioteche
pubbliche romane: Angelica, Casanatense, Nazionale, Vallicelliana, a cui si
aggiungono la biblioteca Laurenziana e Centrale entrambe di Firenze. La mostra
è aperta al pubblico nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10-13, il
martedì e il giovedì dalle ore 10 alle 17. E’ chiusa la domenica ma aperta la
prima domenica del mese.
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