Nella foto di ieri:
GIOVANNI PRINI[1], Gli amanti, 1909-13, marmo. Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Giovanni Prini è lo scultore che ha
realizzato il fregio in stucco per il palazzo delle Belle Arti a Valle Giulia, il
portone del ministero dell'Industria a via Veneto e quello per la chiesa di San
Pietro e Paolo all'Eur.
Presentato all'esposizione della Secessione
romana del 1913, rispetto ad un precedente modello in gesso vengono eliminate
le pieghe della pelle causate dalla torsione dei busti, l'ascensionalità della
composizione è esaltata inserendo della materia grezza nel piano di base, in
modo da favorire una visione dal basso verso l'alto. Il riferimento va al
"Bacio" di Klimt del 1907, che era stato a Roma per l'Esposizione del
1911.
[1] Giovanni Prini (Genova 1877 - Roma 1958) A Roma dal 1900 espone
opere in cui è evidente la sua formazione simbolista. Soprattutto a Roma questa
componente si fonde con gli ideali del socialismo umanitario diffusi
nell'ambiente artistico in cui Prini si inserisce: Severini, Balla, Cambellotti
e Boccioni. Nel 1911 realizza il fregio in stucco per la Gnam dove recupera il
classicismo elegante e prezioso con influssi michelangioleschi. In occasione
della Seconda Secessione Romana nel 1914 presenta Le gemelle Azzariti che
entrano a far parte di questa collezione. Nel 1930 ha restaurato la fontana del
cortile di palazzo Venezia, ha realizzato il portone del ministero
dell'Industria a via Veneto, ha decorato la cappella del Pontificio Collegio
Americano del Nord al Gianicolo, ha lavorato ai Vaticani, alla Casa Madre dei
Mutilati presso Castel Sant'Angelo, ha disegnato il fonte battesimale della
chiesa di Sant'Eugenio in viale delle Belle Arti, ha ideato la Pietà nella
cripta della Cappella della Divina Sapienza nella Città Universitaria, ha
progettato il portone in bronzo della chiesa di San Pietro e Paolo all'Eur.
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