Domenica scorsa, sulla ciclabile che a Roma da
Monte ario sale verso il San Filippo Neri, un pedone sulla sessantina – al
telefono – annunciava, tra la sorpresa e la meraviglia, ma anche con una certa
apprensione: “C’è
un gruppo di vecchietti in bicicletta, si è creato un ingorgo, poi ti
richiamo”. Una delle vecchiette pedalanti si è
istantaneamente ribellata: “Ahò, ma che te sei visto?”. La dimostrazione che
pedalare ringiovanisce, o comunque fa sentire più giovane.
Eccoli. Pimpanti, sorridenti,
fosforescenti. Autonomi, assistiti, elettrizzati.
Curiosi, educati, spiritosi. Dotati più di una lenta velocità che di una
velocità lenta, più di pensioni spensierate che di pensieri pensionati, più di
amici biciclettati che di biciclette amichevoli. Sono quelli di VediRomaInBici, un
gruppo a due ruote, a pagina Facebook e a sito Internet, a chilometraggio
limitato ma a curiosità infinita. E che la domenica santifica la festa
pedalando fra basiliche e obelischi, parchi e ville, ma anche fra isole ciclopedonali
e tiberine, fori imperiali e copertoncini forati, catacombe e catarifrangenti,
molte vedute e qualche salita (diciamo la verità: basta poco, anche solo quella
di Monte Ciocci) mozzafiato.
Età media effettivamente piuttosto alta, abbassano pressione e
colesterolo ed elevano interessi e cultura, sempre pigiando sulle pedivelle
fino a ringiovanirsi almeno spiritualmente. Trasversali per ceto e titoli, universalizzano
conoscenze ed esperienze orizzontalizzando, verticalizzando e capitalizzando la
Capitale. Tant’è che finora i diversamente giovani di VediRomaInBici hanno
ideato e proposto più di 180 itinerari, uno diverso dall’altro, su e giù per i
municipi, dentro e fuori i rioni, vanti e indietro per i quartieri, sopra e
sotto la strada. Proprio domenica scorsa, per celebrare il legame con
l’associazione Ti con Zero, per il progetto “Contemporaneamente Roma” e il
programma “Alla fine della città”, hanno esplorato il Santa Maria della Pietà,
una città nella Città, da antico manicomio ad attuale oasi, fra pini marittimi
e murales commissionati.
Gli arzilli ciclisti inseguono i film (i luoghi in cui
sono stati girati “Brutti, sporchi e cattivi” o “Ladri di biciclette”) e collegano le fontane (da
quella dei Quattro Fiumi a Piazza Navona a quella dell’Acqua Felice in Santa
Maria Maggiore), rilanciano
Caligola (e il suo acquedotto) e omaggiano Gigi Proietti (e
il suo Tufello), percorrono
le ciclabili (da quella dell’Aniene a quella del
Tevere) ed
esplorano parchi che ci sono (come quello della
Caffarella) e che
non ci sono (il Parco sul Vallerano, attiguo a EURoma2,
“eternamente da completare”).
Nata nel 2009 e forte di una cinquantina di soci pedalatori (sono ammesse tutte le bici, muscolari ed elettriche), VediRomaInBici fa riferimento alla Uisp, è in collegamento con tutte le altre associazioni ciclistiche a prescindere da sigle e colori, prevede un tesseramento annuo (che comprende l’assicurazione) di 25 euro. Per informazioni e iscrizioni, www.vediromainbici.it
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