sai come si chiama e dove si trova la campana che vedi sotto.
Nelle foto di ieri la cappella Paolina o Borghese in Santa Maria Maggiore.
Ordinata da Paolo V[1]
a Ponzio (1605-11) che ripeté con maggior sfarzo lo schema architettonico di
quella opposta e la composizione dei sepolcri papali.
Gli affreschi nei pennacchi della cupola (Profeti e Sibille) e nel
lunettone sopra l’altare (“Apparizione della Madonna e di San Giovanni
Evangelista a San Gregorio taumaturgo”) sono del Cavalier d’Arpino[2];
nella cupola “Vergine e apostoli”[3]
del Cigoli (1612); l’altare ricchissimo di pietre preziose è opera di Pompeo
Targone su disegno di Girolamo Rainaldi[4]
e di G. B. Crescenzi (1613): sul frontespizio con angeli in bronzo del
Berthélot, rilievo in marmo e bronzo dorato (“Papa Liberio traccia la pianta
della basilica”) di Stefano Maderno[5],
al centro, sull’altare, una corona di angeli di Camillo Mariani circonda una “Madonna
su tavola”, la “Salus populi romani” (Salvezza del popolo romano, “salvezza”
nel senso di protettrice) del tipo romano orientalizzante (se. XII-XIII) già
attribuita a San Luca.
Maria è raffigurata in atteggiamento maestoso con uno sguardo soffuso di
ineffabile dolcezza mentre regge il Bambino che con la mano destra benedice e
con la sinistra stringe a sé il Libro della Nuova Alleanza. Tante le
processioni lungo le vie di Roma nei momenti più drammatici della sua storia
per implorare l’aiuto di Maria.
Ai lati dell’altare statue di San Giovanni Evangelista e di San Giuseppe
del Mariani e del Buonvicino.
Alla parete destra sepolcro di Clemente VIII[6] del Ponzio (la statua del Papa è di Giacomo Silla Longhi, i bassorilievi con scene del pontificato sono del Buonvicino e del Mariani in basso; di Ippolito Buzio, di Pietro Bernini – sue le cariatidi - e del Valsoldo in alto), ai lati Aronne e Bernardo del Cordier; nel lunettone e nel sottarco affreschi (Padre Eterno, Storie di Narsete, di Eraclio e dei Santi Francesco e Domenico) del Reni[7] (1613); nel sottarco d’ingresso, affreschi di Giovanni Baglione.
[1] Paolo V (1605-21) Affidò a Carlo Maderno la costruzione della facciata di San Pietro su cui spicca il suo nome. Restaurò l'acquedotto detto di Traiano, fece costruire il fontanone del Gianicolo e quello oggi in piazza Trilussa.
[2] Cavalier
d’Arpino Giuseppe Cesari detto (Arpino
1568-Roma 1640), pittore, autore degli affreschi nella sala degli Orazi e
Curiazi in Campidoglio e della decorazione musiva della cupola di San Pietro.
Giovanissimo lavorò con il padre alle Logge Vaticane sotto la direzione del
Pomarancio, sarà presidente dell’Accademia di San Luca. Affresca l’Ascensione
nella basilica di San Giovanni. A lavorato a Napoli e a Frascati in villa
Aldobrandini.
[3] Cigoli
Lodovico Cardi detto il (Cigoli
di San Miniato 1559 – Roma 1613), pittore, architetto e scultore. Fu attivo a
cavallo tra il periodo manieristico e quello barocco, operò a Firenze e a Roma
per conto di papa Paolo V. Compagno di studi e grande amico di Galileo. Sue
opere agli Uffizi e alla Galleria Palatina di palazzo Pitti.
[4] Girolamo
Rainaldi architetto
e padre di Carlo. Palazzo Pamphili in piazza Navona e palazzo Nuovo sul
Campidoglio con il figlio Carlo. Chiesa di Santa Teresa a Caprarola. Chiesa di
Sant’Agnese in Agone, modificata dal Borromini. Collaborò all’allestimento dei
giardini di villa Borghese (vasca e uccelliera). Al figlio Carlo si deve
l’abside con scalinata della basilica di Santa Maria Maggiore.
[5] Stefano
Maderno vedi nota 9.
[6] Clemente
VIII Ippolito Aldobrandini di Fano, papa dal 1592 al 1605. Durante il suo pontificato furono
eseguite le condanne a morte di Giordano Bruno (1600) e di Beatrice Cenci
(1599). Riconobbe Enrico IV Re di Francia, riuscì ad includere Ferrara nello
Stato Pontificio. Indisse il Giubileo del 1600.
[7] Guido
Reni. (Bologna
1575-1642) pittore e incisore, si accostò ventenne all'Accademia dei Carracci.
Sue opere nei principali musei del mondo. Tra le opere principali: il Suicidio
di Cleopatra nella pinacoteca Capitolina, Atalanta
e Ippomene al museo di Capodimonte
a Napoli (1615-20) che è considerato il suo capolavoro, l'Aurora al palazzo Rospigliosi
di Roma. Una sala gli è dedicata a palazzo
Barberini: Beatrice Cenci. Una
sua importante opera nella chiesa della Trinità dei Pellegrini.
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