mercoledì 2 agosto 2023

Chiesa di San Giorgio al Velabro

 



Una delle chiese più belle di Roma, San Giorgio al Velabro, che ha un triste ricordo dei tempi moderni.

     La chiesa fu eretta nel VI/VII secolo in un quartiere a forte presenza bizantina e poi restaurata a più riprese nel corso dei secoli sino a ritrovare l’aspetto medioevale con Pio IX (ciborio del secolo XI, portico e campanile del XII). Ad Antonio Munoz (1923-26) si deve il ripristino dell’originario aspetto romanico, attraverso la cancellazione delle aggiunte barocche. Detta al Velabro perché era una zona paludosa.

     Nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993 un’esplosione di un’autobomba ha completamente distrutto il portico della chiesa, danneggiando anche il vicino arco degli Argentari. Contemporaneamente vi fu un’altra esplosione al palazzo Lateranense. Gli inquirenti misero questo atto in relazione all’attività di Cosa Nostra. Nel trentennale dell'anniversario dell'attentato è stata posta una lapide nel portico antistante la chiesa che venne distrutto in quell'occasione (foto sopra).

     La semplice facciata, aperta da un oculo, è preceduta da un portico architravato su colonne ioniche e robusti pilastri (iscrizione in ricordo di restauri del Duecento; la cancellata è del tempo di Clemente IX Rospiglioni 1667-69). Una lapide ricorda la celebre inondazione del Tevere del 28 dicembre 1870. A sinistra è il campanile di forme romaniche a cinque piani articolati da cornici e trifore del secolo XI-XII.

     L’interno della chiesa è a tre navate spartite da colonne di spoglio, in granito e pavonazzetto, prive di basi e con capitelli ionici e corinzi del VII secolo. La pianta irregolare fa pensare che sia stata costruita su un edificio precedente.  L’altare maggiore, formato da lastra cosmatesca, ciborio con quattro colonne e architrave a mosaico, termina a piramide tronca. L’abside presenta un affresco, molto restaurato, raffigurante Gesù Salvatore, Maria e i santi Giorgio, Pietro e Sebastiano attribuito a Pietro Cavallini.

     Una antica leggenda vuole che se una coppia di sposi, prima o dopo il matrimonio, passa sotto l’arco degli argentari, avrà grandi ricchezze.

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