martedì 12 settembre 2023

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove si trova il quadro che vedi sotto.


Nella foto di ieri il quadro di Giorgio De Chirico "Combattimento di gladiatori" (1933/34), conservato alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale di via Crispi. 

   Nel panorama artistico culturale degli anni Venti e Trenta, la pittura di De Chirico rappresenta un'apertura di carattere europeo. L'artista rifiuta il "Ritorno all'ordine" sfociato nello stile Novecento, dà vita fin dal 1917 alla Metafisica con Carrà. Oltre il fisico, indagare il mondo dell'inconscio, del sogno, dell'irreale è il suo obiettivo. Nei dipinti della metafisica regna una assoluta immobilità, le scene sono popolate da strani manichini al posto degli esseri viventi. Lo spazio, sempre definito prospetticamente, è irreale con costruzioni o elementi del paesaggio posti secondo un ordine non reale, tanto da far pensare ai sogni. Nato in Grecia, può considerarsi romano perchè ha abitato per la maggior parte della sua vita in piazza di Spagna. Alla Gnam una sala gli è dedicata, recentemente un museo a lui riservato è stato inaugurato a villa Borghese, il museo Carlo Bilotti.

   Opera esposta nella sala personale riservata a De Chirico alla Quadriennale del 1935 e lì acquistata dal Comune di Roma. Il tema dei gladiatori interessa l'autore dal 1925 ed hanno ben poco di bellicoso: i loro volti hanno espressioni assenti  e i movimenti della lotta sono congelati in pose statiche. La loro apparizione avviene spesso in un ambiente estraniato (una stanza) o nella sospensione di un vuoto totale. Il mito risulta così trasferito in un dimensione onirica.


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