venerdì 15 settembre 2023

Sei romano de Roma se...

 sai come si chiama e dove  si trova il quadro che vedi sotto.


Nella foto di ieri il quadro di Scipione "Il cardinale decano" (1930) che si trova alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale, via Crispi.

   Scipione fu insieme a Mafai il caposcuola della scuola di via Cavour, dove abitava l'artista, una vita caratterizzata da salute cagionevole e morte precoce. Il suo modo di rifiutare la pittura ufficiale del tempo, il riferimento all'espressionismo e l'aspetto mistico dei suoi quadri operarono una rottura nell'arte del tempo. Ad un'arte sana e felice, ricongiunta ai sicuri valori della tradizione, Scipione e i suoi contrapposero l'idea di un'arte espressione dell'interiorità e della coscienza pensosa dell'essere e del destino dell'uomo.

   Olio su tavola, sul retro uno studio per lo stesso quadro. Acquistato alla Quadriennale romana del 1935. Rappresenta il ritratto del cardinale Vannutelli fatto nello studio di Mazzacurati sulla via Flaminia. Cardinale "decano" per eccellenza, ormai novantenne, interessava Scipione, che lo ritrasse anche nella camera mortuaria di via della Dataria.

   Il pittore sembra confrontarsi con il "Ritratto di Paolo III" di Tiziano e quello di "Innocenzo X" del Velasquez. Fortemente influenzato da Goya, Zurbaran e El Greco.  Ricorrono motivi simbolici e enigamtici attinti dall'apocalisse di Giovanni. Echi del realismo magico e della Metafisica, si uniscono al barocco e al Seicento spagnolo. Il decadimento dell'uomo, trova in Scipione, una grande forza espressiva che si manifesta in una cromia accesa dai toni caldi, bruni e rossastri, la figura sembra posta in uno spazio incantato  privo di profondità. L'umanità è in balia delle proprie debolezze.


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