sai come si chiama e dove si trova il quadro che vedi sotto.
Nella foto di ieri il quadro di Scipione "Il cardinale decano" (1930) che si trova alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale, via Crispi.
Scipione fu insieme a Mafai il caposcuola della scuola
di via Cavour, dove abitava l'artista, una vita caratterizzata da salute
cagionevole e morte precoce. Il suo modo di rifiutare la pittura ufficiale del
tempo, il riferimento all'espressionismo e l'aspetto mistico dei suoi quadri
operarono una rottura nell'arte del tempo. Ad un'arte sana e felice,
ricongiunta ai sicuri valori della tradizione, Scipione e i suoi contrapposero
l'idea di un'arte espressione dell'interiorità e della coscienza pensosa
dell'essere e del destino dell'uomo.
Olio su tavola, sul retro uno studio per lo
stesso quadro. Acquistato alla Quadriennale romana del 1935. Rappresenta il ritratto
del cardinale Vannutelli fatto nello studio di Mazzacurati sulla via Flaminia.
Cardinale "decano" per eccellenza, ormai novantenne, interessava
Scipione, che lo ritrasse anche nella camera mortuaria di via della Dataria.
Il pittore sembra confrontarsi con il
"Ritratto di Paolo III" di Tiziano e quello di "Innocenzo
X" del Velasquez. Fortemente influenzato da Goya, Zurbaran e El
Greco. Ricorrono motivi simbolici e
enigamtici attinti dall'apocalisse di Giovanni. Echi del realismo magico e
della Metafisica, si uniscono al barocco e al Seicento spagnolo. Il decadimento
dell'uomo, trova in Scipione, una grande forza espressiva che si manifesta in
una cromia accesa dai toni caldi, bruni e rossastri, la figura sembra posta in
uno spazio incantato privo di
profondità. L'umanità è in balia delle proprie debolezze.
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