Il 6 febbraio, all'età di 88 anni ci ha lasciati Antoni Tapies,
il signore della materia, se n'è andato nella sua Barcellona.
Celebre per i suoi quadri di arte informale sui quali ha lasciato
tracce di graffi, segni, linee tracciate d'istinto, espressione
della sofferenza della nostra età.
Nato a Barcellona nel 1923, ha iniziato a dipingere seguendo
lo stile dei Surrealisti, dal 1948 fonda la rivista e il movimento
artitico Dau al Set, di impostazione neo dada, ma ormai già
chiaramente informale. Nel 1950 ecco la sua prima personale,
il viaggio a Parigi dove conosce Picasso. I suoi dipinti,
tutti di grandi dimensioni diventano sempre più materici.
L'impegno politico resta una costante nel suo percorso
professionale e umano, ciò lo distingue da Burri che pure
è vicino a lui per il tipo di corrrente artistica. Un forte
bisogno spirituale lo porta ad avvicinarsi al buddismo e
alle religioni orientali. Più volte presente alla Biennale
di Venezia (Leone d'Oro nel 1992), ha esposto nei principali
musei del mondo, dal 1990 una Fondazione porta il suo nome.
Se vogliamo conoscere Antoni Tapies basta andare alla
Galleria Nazionale d'Arte Moderna in viale delle Belle Arti
dove possiamo vedere una sua opera esposta nel terzo settore
della Galleria, si intitola "Tabula rasa", 1958, acquistata
alla Biennale del '58 dove era stato esposto con il titolo
"Pittura". Il dipinto rimanda a un'immagine in negativo,
come un'impronta lasciata da una porta divelta.
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