Eccoci alla partenza, la giornata è bellissima ma fresca,
si pedala proprio bene.
Prima tappa la basilica di San Giovanni in Laterano. Il luogo si presta per una premessa sullo stile neoclassico e sul Settecento. La facciata è di Alessandro Galilei, a un solo gigantesco ordine di semicolonne e lesene corinzie, comprende un portico architravato e un loggiato ad arcate. Sulla balaustra di coronamento si trovano 15 statue altre 7 metri di Cristo, dei santi Giovanni Battista ed Evangelista e i dottori della Chiesa. Dal balcone centrale si affaccia il Papa nel giorno dell'Ascensione. Entriamo nella chiesa che è piena di capolavori, meriterebbe una visita esclusivamente a lei dedicata, ma noi ci dedichiamo alla cappella Corsini, sempre del Galilei, con il sepolcro del papa Clemente XII costituito da un'urna in porfido proveniente dal Pantheon.
Si riparte, in sella alle bici verso Trastevere, sullo sfondo l'antico ospedale di San Giovanni.
Seconda tappa alla chiesa di Santa Maria della Luce, nata come San Salvatore in Coorte nel IV secolo sulla sede della VII coorte dei vigili (corpo militare impegnato a spengere gli incendi. Cambiò nome quando nel 1730 una immagine della Madonna, sulla pubblica strada, venne vista brillare di luce propria (ora è sull'altare maggiore). La chiesa venne ricostruita da Gabriele Valvassori, la facciata è rimasta incompiuta. Dal 2003 è una chiesa dedicata agli immigrati latinoamericani con messe in portoghese e spagnolo, con le immagini sacre più venerate del centro-sud America. Tra le tante ricordo quella di monsignor Romero, vescovo di San Salvador, ucciso da un cecchino mentre celebrava la messa perché aveva denunciato i soprusi della giunta militare al potere.
Visto che siamo a Trastevere passiamo a trovare il nostro
amico Alfredo che gestisce una edicola in piazza San Cosimato,
il simpatico Alfredo è stato tra i fondatori di Vediromainbici,
è sempre un piacere ritrovarsi con lui.
Ripresa la bici, fatti pochi metri, in via di San Cosimato,
scopriamo che hanno messo da poco una lapide che
ricorda l'abitazione nella quale nacque Alberto Sordi.
Merita una foto!
Passiamo per ponte Sisto, un altro momento simpatico,
approfittando di un musicista di strada con fisarmonica
e coloratissimo cappello messicano (siamo in tema)
qualcuno di noi si mette a ballare!!!
E' proprio un bel gruppo.
Chiesa della Trinità de' Pellegrini.
Chiesa di origini antichissime, rifatta nel Seicento, la facciata è del 1723 su progetto di Francesco De Sanctis, l'autore della Scalina di Trinità de Monti. Facciata leggermente inflessa e bipartita dal cornicione, paraste e capitello composito, 12 colonne libere racchiudono 4 nicchie con i quattro Evangelisti. All'interno spicca, sull'altare maggiore, la "Trinità" di Guido Reni del 1625, commissionata da Ludovico Ludovisi nipote di Gregorio XV, realizzata in soli 27 giorni. Nella seconda cappella di sinistra "Madonna con Bambino tra sant'Agostino e san Francesco". La confraternita dei Pellegrini ospitava le persone giunte a Roma per il giubileo. Durante la Repubblica Romana del 1849, i feriti che combattevano sul Gianicolo, venivano qui soccorsi, tra i 1.500 che sono stati curati in questo luogo vi è anche Goffredo Mameli che vi è morto per cancrena.
Ancora una chiesa neoclassica, San Pantaleo, presso palazzo Braschi, la facciata della chiesa porta la firma di Valadier, è stata eretta ai primi dell'Ottocento. Siamo entrati in chiesa per ammirare due quadri molto belli. Ci siamo fermati perchè si stava celebrando la messa. Abbiamo capito che era alla fine ed abbiamo aspettato in doveroso silenzio. Il sacerdote ci guardava. Quando ha finito si è rivolto a noi dicendo: "E le biciclette dove le avete lasciate?". Grati per il gesto di simpatia gli abbiamo anche chiesto di accendere la luce nell'ambiente di passaggio alla sacrestia, abbiamo così potuto ammirare i "Santi Giusto e Pastore" del Pomarancio. Nella seconda cappella di destra abbiamo visto il "Transito di San Giuseppe" del veneto Sebastiano Ricci.
Ormai si sono fatte le ore 13 e concludiamo l'itinerario con la chiesa di San Rocco in Augusteo.
E' la chiesa della confraternita omonima che aveva lo scopo di soccorrere gli appestati, era formata di barcaioli e osti che vivevano sul Tevere. Annesso vi era un ospedale. La scoperta di un affresco con la Madonna ritenuto miracoloso diede luogo a una ristrutturazione della chiesa nel 1654. La cupola e la sacrestia sono opera di Giovanni Antonio De Rossi, mentre la facciata è del 1832, opera di Giuseppe Valadier. Lo stile neoclassico della facciata è evidente con un unico ordine di doppie colonne con capitelli corinzi e paraste che sorreggono un grande timpano.
E' stata una bellissima giornata, una bella passeggiata in bici, tra storia, arte, e simpatica compagnia. Con questo itinerario si conclude l'attività di Vediromainbici, gli appuntamenti domenicali riprenderanno il 1° settembre.
Nessun commento:
Posta un commento