Al
centro, domina la piazza la grande FONTANA DEI FIUMI (1651) una delle
più belle e fantasiose opere del Bernini, che si conquistò con essa il favore e
la protezione di Innocenzo X[1],
dapprima a lui ostile.
Nel mezzo di un vasto bacino rotondo si
leva una scogliera scavata da grotte, donde escono ad abbeverarsi nella vasca
(alimentata da otto getti d’acqua) un leone e animali fantastici. Sulla
scogliera siedono le personificazioni del Nilo, Gange, Danubio e Rio della
Plata, simbolo delle quattro parti del mondo allora note. Le colossali
statue sono opere rispettivamente di Fancelli, Adam, Raggi e Baratta. Sopra la scogliera, vuota nel mezzo, quasi a
sfidare le leggi della statica, il Bernini alzò arditamente un obelisco,
imitazione romana dei tempi di Domiziano, proveniente dal circo di Romolo.
Il tradizionale umorismo dei romani attribuì ai gesti delle statue dei Fiumi
significati dettati dalla rivalità tra Bernini e Borromini, autore
dell’antistante chiesa di Sant’Agnese: il Plata alza la mano per scongiurare la
caduta della facciata della chiesa; il Nilo ha il capo velato (allusione alle
sorgenti allora ignote) per non vedere gli errori nella costruzione
borrominiana (a sua volta la statua di Sant’Agnese, alla base del campanile di
destra della chiesa, assicura con la mano sul petto che la facciata non cadrà).
I borrominiani affermarono che l’obelisco sarebbe caduto, ed ecco il Bernini
assicurarlo, nel corso di una notte, con quattro cordicelle.
[1] Innocenzo X, Giovanni
Battista Pamphilj (Roma 1574-1655), nello stemma una colomba bianca con
ramoscello d’ulivo in bocca, al di sopra tre gigli. Famoso il suo ritratto del
Velasquez. Nunzio in Francia e Spagna, cardinale dal 29, cercò di rafforzare lo
stato della chiesa. Protesse numerosi artisti. Durante il suo pontificato
terminò la guerra dei Trent’anni con la pace di Westfalia (cuius regio eius
religio). Intraprese un’azione legale contro i Barberini che si rifugiarono in
Francia sotto la protezione del cardinal Mazzarino. Dopo molte vicende vennero
riabilitati. Nel 1650 si tenne il giubileo durante il quale Algardi compì la
statua del papa in Campidoglio, il Bernini scolpì l’Estasi di Santa Teresa e il
Borromini restaurò San Giovanni in Laterano. Nel 1653 condannò il Giansenismo.
Subì profondamente l’influenza di Olimpia Maidalchini, moglie del fratello;
consigliera e al centro di intrighi.
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