L'acquedotto Alessandriono si deve all’imperatore Alessandro Severo (222-235) che volle così rifornire di
acqua il Campo Marzio (qui aveva restaurato le terme di Nerone). Attingeva
l’acqua presso Pantano Borghese, a sud della Prenestina e di Gabii. Tali
sorgenti furono riutilizzate da papa Sisto V per l’acquedotto Felice.
Diversamente dagli altri acquedotti la piscina limaria era alla sorgente. Il
percorso dell’acquedotto era di Km 22 fino a porta Maggiore, da lì in poi le
sue tracce sono andate perdute.
Ancora oggi gli archi appaiono poderosi
quando superano il fosso di Tor Bella Monaca, Essi misurano m 2,32 di lato, e
distano tra loro m 3,50 con arcate alte fino a m 15. Un altro tratto sta in via
di Torrenova e quindi oltrepassa il fosso di
Vallelunga e quello della Mistica. Un altro tratto con 33 arcate supera
il fosso di Tor Tre Teste, mentre alcuni resti con una torre sono in via di Casa
Calda.
Il tratto che scavalca l’attuale viale
Togliatti è forse il più spettacolare, sono da notare, alla sommità dei piloni
ad una sola arcata, le coppie di mensole marmoree inserite dagli antichi nella
muratura per essere utili al collocamento di ponteggi per lavori di
manutenzione. Si è in grado di calcolare che l’acquedotto conduceva oltre 200
litri di acqua al secondo in città.
Veramente molto bello!
RispondiEliminagrazie del post....qui la pagina facebook per seguire l'opera volontaria dei volontari
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Comitato Spontaneo Residenti Slargo Acquedotto Alessandrino