lunedì 3 dicembre 2018

Sei romano de Roma se...

sai come si chiama e dove si trova la scritta che vedi sotto.

Nella foto di ieri l'Ufficio Postale di piazza Bologna
Opera di Mario Ridolfi[1] degli anni 1935-37, insieme agli uffici postali di via Taranto (Appio), via Marmorata (Ostiense) e viale Mazzini (Delle Vittorie), ha costituito un importante momento di verifica del lessico razionalista. L’edificio ha una forma che lo rende subito distinguibile e che lo ha fatto immediatamente diventare un indicatore geografico. Composto di un unico volume sinuoso, presenta una lunga pensilina curvilinea che recupera l’allineamento della piazza.
     Lo studio di architettura che vinse il concorso comprendeva Mario Fagiolo, mentre Giuseppe Samonà vinse il concorso per il quartiere Appio, Adalberto Libera e Mario De Renzi per il quartiere Ostiense, Armando Titta per il quartiere Delle Vittorie. L’edificio di Mario Ridolfi si caratterizza per la sua forma libera, sinuosa e senza spigoli si offre al quartiere rifiutando un aspetto monumentale. L’edificio si presenta con un taglio orizzontale sottolineato dalle pensiline del tetto e dell’ingresso. L’assenza di una facciata lo rende surreale. Le porte finestre sono quelle originali, i divisori interni pure. L’interno ha un volto recente, è in stato di abbandono una aiuola con fontanella poiché ad essa è stato addossato un gazebo tipo ufficio o punto di vendita.


[1] Mario Ridolfi. (Roma 1904- Marmore 1984)  Il palazzo postale di piazza Bologna nel 1933, il palazzo oggi della FAO nel 1938 con altri, intensivo in via Cesare Baronio 32 nel  1942, il quartiere INA Casa Tiburtino con altri, otto case a torre per INA assicurazioni tra viale Etiopia, via Galla e Sidama, via Adua e via Tripolitania con W. Frankl nel 1951-54. La palazzina Mancioli in via Lusitania 29 nel 1953, nel 1966 asilo nido e scuola elementare a Spinaceto. Motel Agip a S

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