Nella foto di ieri l'Ufficio Postale di piazza Bologna
Opera
di Mario Ridolfi[1]
degli anni 1935-37, insieme agli uffici postali di via Taranto (Appio), via
Marmorata (Ostiense) e viale Mazzini (Delle Vittorie), ha costituito un
importante momento di verifica del lessico razionalista. L’edificio ha una
forma che lo rende subito distinguibile e che lo ha fatto immediatamente
diventare un indicatore geografico. Composto di un unico volume sinuoso,
presenta una lunga pensilina curvilinea che recupera l’allineamento della
piazza.
Lo studio di architettura che vinse il
concorso comprendeva Mario Fagiolo, mentre Giuseppe Samonà vinse il concorso
per il quartiere Appio, Adalberto Libera e Mario De Renzi per il quartiere
Ostiense, Armando Titta per il quartiere Delle Vittorie. L’edificio di Mario
Ridolfi si caratterizza per la sua forma libera, sinuosa e senza spigoli si
offre al quartiere rifiutando un aspetto monumentale. L’edificio si presenta
con un taglio orizzontale sottolineato dalle pensiline del tetto e
dell’ingresso. L’assenza di una facciata lo rende surreale. Le porte finestre
sono quelle originali, i divisori interni pure. L’interno ha un volto recente,
è in stato di abbandono una aiuola con fontanella poiché ad essa è stato
addossato un gazebo tipo ufficio o punto di vendita.
[1]
Mario Ridolfi. (Roma 1904- Marmore
1984) Il palazzo postale di piazza Bologna nel 1933, il palazzo oggi della
FAO nel 1938 con altri, intensivo in via Cesare Baronio 32 nel 1942, il quartiere INA Casa Tiburtino con
altri, otto case a torre per INA
assicurazioni tra viale Etiopia, via Galla e Sidama, via Adua e via
Tripolitania con W. Frankl nel 1951-54. La palazzina
Mancioli in via Lusitania 29 nel 1953, nel 1966 asilo nido e scuola
elementare a Spinaceto. Motel Agip a S
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