Nella foto di ieri villa Massimo.
Era una delle maggiori ville suburbane di
Roma. Formatasi con una serie di acquisti successivi nel Cinquecento dalla
famiglia Massimo, confinava verso Nord con il vicolo di Pietralata ora via De
Rossi, a Sud e Est con il vicolo di Sant’Agnese, ora viale XXI Aprile, via
Ravenna, via Catanzaro, a Ovest con quella che diventerà villa Torlonia. Il
fondo era formato da terreni seminativi, pascoli e boschi, oltre che da un
casino padronale e da una serie di edifici rustici. Nei pressi del fabbricato
principale vi era una vigna. Secondo alcuni autori (Zaccagnini) la villa
Peretti Montaldo a Termini giungeva fin qui. Secondo la pianta del Nolli (1748)
l’ingresso era su via Nomentana, da qui iniziava un lungo viale d’ingresso con
un tracciato a gomito simile alle vie Spallanzani, Siracusa e di Villa Massimo Di
certo la villa venne acquistata (1910) da un prussiano Eduard Arnhold, questi
la donò allo stato e vi subentrò l’Accademia Germanica nel 1924 che la sistemò
in stile neorinascimentale su progetto dell’arch. Massimiliano Zurcher. Oltre
alla villa centrale vi erano e vi sono gli studi con le abitazioni di dieci
artisti.
In via di Villa Ricotti 20 si trova un
edificio da identificarsi con il casino originario della villa. Il fabbricato a
due piani e mezzanino è formato da un corpo centrale sormontato da torretta e
da due avancorpi laterali molto pronunciati, di cui uno con arcate. Sul
piazzale antistante vi era una fontana romana trasferita in seguito a villa
Abamelek sul Gianicolo, sede dell’ambasciata della Russia. Alla fine degli anni
Trenta, quando il quartiere intorno era costruito e parte della villa
lottizzata, l’edificio venne ristrutturato da Michele Busiri Vici. Nel 1914
nella palazzina fu istituita una casa per aiutare le giovani artiste grazie ad
Eleonora Duse. Negli anni Venti divenne residenza del diplomatico Carlo Sforza,
in una parte della villa sorse un’accademia per giovani artisti tedeschi.
Il giardino
mantiene l’assetto settecentesco con viali regolari e terrazza belvedere verso
viale XXI Aprile. Pezzi scultorei antichi sparsi nel parco e un falso tempietto
di Antonino e Faustina vogliono ricreare l’aspetto delle ville
rinascimentali. Subito dopo la guerra la
villa fu occupata da artisti antifascisti tra cui Guttuso che qui realizzò la
tela “La battaglia di Ponte Ammiraglio” oggi alla Gnam. Vi si svolge
periodicamente la mostra di arte contemporanea “Un’opera al Massimo”.
Fino a settembre 2016 la villa e l’anno
accademico saranno chiusi per importanti lavori di restauro.
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