Il ritratto del Belli è tratto da it.wikipedia, che si ringrazia.
Questa è l'opera di Giuseppe Gioacchino Belli, un grande affresco del popolo romano, delle sue sofferenze, vizi e virtù, ogni aspetto della vita della plebe è rappresentato negli oltre 2.000 sonetti del Belli tanto da farlo equiparare alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
I sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli , critica e commento a cura di Pietro Gibelllini, Lucio Felici, Edoardo Ripari, in quattro giganteschi volumi, sono stati pubblicati ai primi di novembre dalla casa editrice Einaudi nella collana Millenni.
Si tratta di ben 2.279 sonetti per complessivi 32.208 versi, più del doppio della Commedia di Dantesca memoria. Nell'introduzione Gibellini ne traccia un profilo articolato in tutte le sue parti e corrispondenze. Si tratta di una visione irridente e scatenata della realtà popolare romana in un momento particolarmente critico della sua storia, quello dell'occupazione francese e della successiva lotta risorgimentale. Il Belli aveva scritto che "In lei (la plebe) sta un certo tipo di originalità... tutto ciò che la riguarda , ritiene (mantiene) una impronta che assai per avventura si distingue da qualunque altro carattere di popolo.... Afferma l'originalità e l'inconfondibile assoluta specificità del popolo romano". Scrive ancora: "Io ho deliberato di lasciare un monumento di quello che oggi è la plebe di Roma... non casta, non pia talvolta, sebbene devota e superstiziosa apparirà la materia e la forma ma il popolo è questo: e questo io ricopro, non per proporre un modello ma sì per dare una immagine fedele di cosa già esistente e più abbandonata senza miglioramento".
Due sono le condizioni negative irrimediabili della vita umana: la feroce disuguaglianza e la vita umana in sè, che non lascia scampo alcuno a chi la vive e si trasforma inevitabilmente in una condanna.
I Sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, a cura di Gibellini, Felici e Ripari, Einaudi, pagg 5.256, € 240.
Nessun commento:
Posta un commento