Con oltre sette milioni e 400 mila visitatori in un anno, il Colosseo è il monumento più visitato del mondo. Il simbolo della Roma imperiale, il monumento che ha sfidato i millenni... è in cima ai desideri dei turisti di tutto il mondo. Il suo vero nome è anfiteatro Flavio, ma venne chiamato Colosseo per la vicinanza alla statua colossale di Nerone che si ispirava al colosso di Rodi, rappresentava l'ingresso alla Domus Aurea. Il nome Colosseo compare intorno all'anno 1000. E' il più grande edificio per spettacoli dell'antichità.
Fu iniziato da Vespasiano[1]
nel 72 e terminato dal figlio Tito[2] della famiglia Flavia il 21 aprile 80, inaugurato con
feste che si dice durassero 100 giorni con l’uccisione di belve[3] e la
morte di molti gladiatori. Vi si diedero: munera
o combattimenti di gladiatori[4], venationes o cacce di bestie feroci[5], naumachie o combattimenti navali (queste
ultime solo nel primo periodo di vita del Colosseo, l’acqua vi arrivava
dall’acquedotto claudio-neroniano) e esecuzione di condanne capitali tramite
esposizione alle belve; Domiziano lo completò con l’ultimo ordine di gradinate.
Fu restaurato sotto Alessandro Severo, per essere stato danneggiato da fulmini
nel 217. I combattimenti di gladiatori vi durarono fino al 404 quando furono
soppressi da Onorio[6] forse dopo il sacrificio
del monaco Telemaco che, cacciatosi arditamente nell’arena per impedirli fu
ucciso dalla folla, quelli tra le belve fin verso la metà del VI secolo. Nel
523, sotto Teodorico, si tennero gli ultimi giochi.
Danneggiato più volte nel corso della storia
da terremoti, fu trasformato in parte in fortezza dai Frangipani e passò poi
agli Annibaldi. Nel 1312 l’imperatore Enrico VII[7] lo
diede al Senato e al popolo di Roma.
Dal XV secolo l’anfiteatro divenne una vera cava di travertino da cui si trasse il
materiale per costruire palazzo Venezia, quello della Cancelleria, il porto di
Ripetta e san Pietro in Vaticano. Clemente XI, nel 1700, diede incarico a Carlo
Fontana di erigere al suo interno una chiesa dedicata al culto dei primi
martiri. La forma ellittica dell’arena sarebbe diventata un portico colonnato
culminante in una chiesa a pianta centrale posta sull’asse maggiore, un
edificio imponente con due campanili, coperto da una cupola che avrebbe
raggiunto la fabbrica romana[8].
Finalmente Benedetto XIV[9]
(1740-58) lo consacrò alla passione di Cristo e lo dichiarò sacro per il sangue
che vi avrebbero versato i martiri; da quel momento le devastazioni cessarono e
per iniziativa di San Leonardo da Porto
Maurizio furono costruite 14 edicole per la via
Crucis. Pio VII[10], Leone XII, Gregorio XVI
e Pio IX[11] vi fecero notevoli lavori
di riparazione.
Con l’unità d’Italia, sotto il ministro
Guido Baccelli[12] (1893-96) importanti
lavori furono intrapresi per l’isolamento esterno e lo scavo all’interno delle
strutture sotterranee. In tale occasione furono demolite le edicole della via
Crucis mentre la croce di legno è stato ripristinata recentemente. “Un
intervento conservativo è stato condotto nel 1983-88, un altro è iniziato nel 1992” [13]. Il
2 novembre del 2010 Diego Della Valle ha annunciato che finanzierà il restauro
con 25 milioni di euro[14].
Nell’ottobre del 2010 hanno aperto al pubblico il terzo anello e i sotterranei,
la visita avviene per appuntamento ed è accompagnata[15]. Il
Venerdì Santo vi si tiene la via Crucis con la partecipazione del Papa,
ricorrenza voluta da Giovanni XXIII.
Molte le leggende sorte nel Medioevo
intorno al Colosseo, celebre la profezia del venerabile Beda (VII-VIII secolo)
che dice: “Finché starà il Colosseo, starà Roma, quando cadrà il Colosseo
finirà anche Roma, ma quando cadrà Roma finirà anche il mondo”. Beda fu monaco
e storico inglese, il motto di papa Francesco “Miserando atque Eligendo” (= Con
misericordia e predilezione o amore) è tratto da un passo delle Omelie del Venerabile Beda.
Non è storicamente provato che i cristiani
morirono all’interno del Colosseo. Nell’anno mille della fondazione di Roma fu
celebrato con grandi feste e spettacoli, tra l’altro con una battaglia cui
parteciparono duemila gladiatori e in cui trovarono la morte 32 elefanti, 60
leoni, 6 ippopotami, 10 tigri, 10 iene, 10 alci, 10 giraffe, 10 zebre, 20 asini
selvaggi, 40 cavalli selvaggi.
Tutti gli aneddoti che seguono provengono
da: Guida ai Misteri e Segreti di Roma, ed. Sugarco, 1992.
Nei massi del Colosseo sono visibili buchi
grossi e fitti. Secondo una tradizione popolare li fecero i barbari quando
conquistarono Roma per metterci la polvere da sparo nel tentativo di
distruggere il Colosseo. Ma la polvere da sparo fu inventata nel XV secolo. I
buchi non sono altro che gli alloggiamenti delle grappe in ferro che reggevano
le lastre di marmo che ricoprivano l’edificio.
Nella sua “Vita” Benvenuto Cellini
racconta che fece amicizia con un prete siciliano profondamente versato in
lettere greche e latine oltre che in negromanzia, una notte lo portò al
Colosseo ed evocò per lui legioni di diavoli. Lo spavento del mago fu tale che
si sentì male e Cellini dovette soccorrerlo.
Sisto V progettò di trasformare il
Colosseo in una sorta di villaggio operaio, un lanificio modello e una
grandiosa strada che avrebbe dovuto unire il Laterano al Vaticano tagliando a
metà il Colosseo. Fece redigere un progetto da Domenico Fontana ma la morte del
pontefice interruppe il progetto.
Gregorovius riferisce che nel 1864 un
certo Testa era certo di aver trovato un documento che attestava la presenza di
un tesoro in un punto preciso del Colosseo verso il Laterano. Ebbe
l’autorizzazione di scavare con la sorveglianza dei militari, ma dopo 14 giorni
dovette desistere perché non ebbe alcun risultato.
[1] Vespasiano (69-79) fu eletto dalle legioni che si trovavano in
Oriente. Fu saggio amministratore, riordinò lo Stato. Estese la cittadinanza
latina agli spagnoli. Esperto generale rinforzò ovunque i confini dell’Impero.
Riformò il Senato. Alla città diede straordinario impulso edilizio: fece
costruire il tempio della Pace nel Foro omonimo. Da Raffaello Morghen, Storia
del Mondo Antico, Palumbo, 1969.
[2] Tito (79-81) successe al padre pacificamente, fu detto “delizia del
genere umano”, anche un arco è intitolato a suo nome, durante il suo governo
Pompei fu distrutta da un’eruzione del Vesuvio. A lui Vespasiano aveva fatto
condurre a termine la difficile repressione della rivolta giudaica conclusasi
con la distruzione di Gerusalemme, e del tempio di Salomone, dopo un’eroica
tenacissima resistenza (70). Inizia la diasporà. Da Morghen.
[3] Si dice 5.000 fiere. Da
Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994. Per Dione Cassio furono 9.000
le belve rimaste uccise. Da Il colore di Roma, ed. Lozzi, 1990.
[4] Combattimenti di gladiatori. I gladiatori erano schiavi o persone prestanti
fisicamente che non avevano altro reddito e così tentavano fortuna e fama.
Quando entravano nell’arena salutavano l’imperatore “Ave Caesar, morituri te
salutant”, alla fine del combattimento non sempre il gladiatore moriva, se
immobilizzato la folla chiedeva di risparmiarlo nel caso in cui avesse
combattuto validamente gridando “Mitte!” = risparmialo! In caso contrario il
pollice verso indicava di giustiziarlo.
[5] Venationes erano cacce di uomini ad animali o combattimenti di
animali tra loro. In questo caso era molto curata la scenografia, si
costruivano collinette, boschetti, piccoli deserti e corsi d’acqua. Il tutto
spuntava dal sottosuolo con speciali ascensori.
[6] Onorio (imperatore dal 395 al 423), alla morte del padre Teodosio
(395) l’impero venne definitivamente diviso tra lui, che ebbe l’occidente e
Arcadio che ebbe l’oriente. Grazie al valido generale di origine vandala
Stilicone riuscì a difendere l’impero da invasioni barbariche e da ribellioni
interne. Ma quando Stilicone cadde in disgrazia e fu ucciso (408), Onorio
dovette subire il SACCO DI ROMA del 410 ad opera dei Visigoti di Alarico.
[7] Enrico VII di Lussemburgo, chiamato a Dante Arrigo (1275-1313) dal
1308 imperatore del Sacro Romano Impero, scese in Italia per essere investito
dal papa del titolo imperiale vacante da Federico II. Morì a Buonconvento presso
Siena, è sepolto nel duomo di Pisa.
[8] Progetto chiesa nel Colosseo. Da:Quella chiesa nel Colosseo, di
Luca Molinari, pag.30-31 de la Repubblica del 9 aprile 2017.
[9] Benedetto XIV, Prospero Lambertini di Bologna, condannò lo
schiavismo in America e l’usanza di ammettere le usanze locali nei riti
cattolici. La commedia “Il cardinal Lambertini” di Alfredo Testoni,
interpretata da Gino Cervi, fa leva sul suo carattere scherzoso.
[10] Pio VII, Barnaba Chiaramonti di Cesena (1742 – 1823), papa dal
1800, è il papa che ha incoronato Napoleone imperatore dei francesi a Parigi
nel 1804, fu arrestato nel 1809, è il papa del “non possumus”. Il suo monumento
funebre in san Pietro è opera del luterano Thorvaldsen. A lui si debbono le due
muraglie che sorreggono la facciata esterna del Colosseo, di cui rimane in
piedi i 2/5. Da Roma, libri per viaggiare, Gallimard – Tci, 1994.
[11] Pio IX, Giovanni Mastai Ferretti di Senigallia (1792-1878), il papa
del risorgimento, all’inizio sembro favorevole, poi fu contrario.
[12] Guido Baccelli (San Vito Romano 1832 – Roma 1916), medico e
politico, fu più volte ministro della Pubblica Istruzione. Contribuì alla
costruzione del Policlinico, all’isolamento del Pantheon, agli scavi nel foro
Romano e alla realizzazione della Passeggiata Archeologica. Istituì la Galleria
d’arte Moderna. A Roma gli è intitolata una via e un monumento in piazza
Salerno.
[13] Da Guida di Roma del Tci,
1993.
[14] Diego Della Valle, annuncio del restauro da: cronaca di Roma de “la
Repubblica” del 3.11.10.
[15] Apertura terzo anello e sotterranei da “la Repubblica” del
15.10.10.
[16] Benvenuto Cellini. Firenze
1500-1571. Orafo, scultore e scrittore. La sua opera principale è il “Perseo
che decapita la Medusa”, bronzo, in piazza della Signoria a Firenze (Loggia dei
Lanzi). Partecipò alla difesa di Castel Sant’Angelo durante il Sacco di Roma
del 1527. Si vantò di aver ucciso con un colpo di archibugio Carlo III di
Borbone.
Nessun commento:
Posta un commento