Roma ha tanti monumenti bellissimi,
vengono da tutto il mondo per conoscerli, qualunque persona, dotata di un minimo
di cultura desidera almeno una volta nella vita di giungere nella “Città Eterna”
per immergersi nella sua storia millenaria, vuoi per l’impero durato cinque
secoli, vuoi perché è il centro universale del cristianesimo, il credo
religioso più diffuso al mondo.
Ma c’è anche un monumento che nessuno conosce “A
Tashunka Witko, capo valoroso e guerriero degli Oglala Sioux che combatté
per la libertà e la cultura del suo popolo, l’Assessorato all’ambiente del
Comune di Roma e il Comitato di difesa “Leonard Peltier” dedicano questo
fratello albero a memoria dei milioni di indiani americani sterminati a partire
dal 12 ottobre 1492”. Il valoroso capo Sioux di cui parla la scritta è Cavallo
Pazzo, in inglese Crazy Horse. La cerimonia ufficiale di inaugurazione del
monumento è avvenuta il 28 novembre 1996, alla presenza di Loredana De Pedris,
assessore all’ambiente e di una delegazione di indiani d’America. Si trova a
piazza Ragusa, nel quartiere Tuscolano, nei giardini al centro della piazza.
Nel Sud Dakota i coloni americani
scoprirono l’oro, cercarono prima di comprare le terre dai Sioux, poi
iniziarono la conquista del territorio. Così il 25 giugno 1876 si arrivò alla
battaglia di Little Big Horn dove duemila indiani – capeggiati da Cavallo Pazzo
- accerchiarono e sconfissero il generale Custer con i suoi 225 soldati.
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