Si
tratta della mostra terminale dell'acquedotto dell'Acqua Paola voluta da Paolo
V[1],
un'altra mostra è sul Gianicolo, dai romani è chiamata "Fontanone del
Gianicolo". Edificata da Giovanni Vasanzio[2]
nel 1613 per rifornire d'Acqua l'Ospizio dei Cento Frati sullo sbocco sinistro
del ponte e quindi sulla sponda sinistra del Tevere, nel 1898 fu trasferita
sull'altro lato del fiume, in piazza Trilussa, a causa delle demolizioni per la
costruzione degli argini del Tevere.
Si tratta di un nicchione delimitato da
due colonne in marmo appoggiate su una parete bugnata in cima alla quale si
trova l'iscrizione commemorativa con lo stemma pontificio di Paolo V. Nella
nicchia l'acqua si versava in un piccolo catino dal quale tracimava nella vasca
sottostante che riceveva acqua da due draghi alati alla base delle colonne e da
due teste di leone (aquila e drago erano nello stemma di Paolo V).
La quantità d'acqua di cui gode la fontana
oggi è irrisoria. La popolazione del rione lamenta gli schiamazzi notturni e il
conseguente degrado della movida soprattutto il venerdì e il sabato.
La foto del fontanone restaurato è
tratta dalla pagina facebook di Ignazio Marino.
La piazza ricorda il poeta romanesco Carlo
Alberto Salustri (1871-1950) noto con lo pseudonimo Trilussa autore di una
poesia fortemente ironica nei confronti degli usi e costumi del suo tempo. Il
busto bronzeo è di Lorenzo Ferri (1954), al di sotto una celebre poesia
riferita agli anni della dittatura fascista. Di fronte il ponte costruito da Sisto IV su disegno di Baccio Pontelli
(1474), la sua costruzione fu un fatto memorabile perché da oltre 1000 anni non
veniva gettato un ponte sul fiume. E’ caratteristico per l’occhio in
corrispondenza del pilone mediano. In occasione dell’anno santo fu restaurato
con polemica per le spallette metalliche.
[1] Papa Paolo V Borghese papa
dal 1605-21, si dedicò allo sviluppo di attività missionarie, sotto di lui
Galilei venne condannato. Restaurò l'acquedotto dell'Acqua Paola, per opera del
cardinale nipote furono costruiti l'attuale palazzo Rospigliosi e villa
Borghese.
[2] Giovanni Vasanzio architetto olandese morto a Roma nel 1621, il suo
nome è legato al casino di villa Borghese, sue la facciata della basilica di
San Sebastiano fuori le mura e villa Mondragone a Frascati (oggi sede
dell’Università di Tor Vergata).
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