mercoledì 23 luglio 2014

Il ponte sul Tevere davanti allo stadio Olimpico.


     A Roma nessuno conosce il nome dei ponti sul Tevere. Ad esempio quello che si trova davanti al foro Italico, e sull’altro lato ha piazza Mancini con i capolinea degli autobus Atac, come si chiama? Nessuno lo sa. Per tutti è il ponte dello stadio Olimpico, quello attraversato da migliaia di tifosi romanisti o laziali la domenica per andare a vedere la partita. Ebbene il suo nome è ponte duca d’Aosta, ed ha una storia particolare. Fu costruito su progetto dell’architetto Vincenzo Fasolo, in cemento armato e rivestito in travertino, presenta un’arcata maggiore e due laterali minori. Fu inaugurato nel marzo del 1939. E’ intitolato al duca Emanuele Filiberto Savoia Aosta, comandante della Terza Armata durante la prima guerra mondiale, morto nel 1931. Ai capi del ponte vi sono coppie di pilastri ornati da rilievi raffiguranti episodi della guerra, fra gli autori Ercole Drei autore presente alla Gnam e alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale con la bellissima scultura “Il bacio”.
Anche l’architetto ha una storia particolare che merita di essere racconata, anche perché per noi romani ha realizzato molte opere importanti. Nato a Spalato nel 1885, è morto a Roma nel1969.  Fu docente di storia e stili dell’architettura nella facoltà omonima di Roma, fu accademico di San Luca e architetto della fabbrica di San Pietro. Fondò una scuola di perfezionamento del  restauro dei monumenti. Ha progettato il Liceo Mamiani in viale delle Milizie, la casa delle Civette a villa Torlonia, il palazzo del Governatorato a Ostia, la sede dei Vigili del Fuoco a via Marmorata, la scuola Armando Diaz a via Acireale, la scuola Cadlolo a via della Rodinella, la Colonia Marina Vittorio Emanuele III a Ostia. Si tratta di un architetto classicista, certo non era un innovatore, comunque ha lasciato una traccia importante di se nella nostra città.

   Se siete arrivati fino in fondo a leggere questo post, adesso quando passerete davanti al ponte Duca d’Aosta, dategli un’occhiata.

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