A Roma nessuno conosce il nome dei ponti
sul Tevere. Ad esempio quello che si trova davanti al foro Italico, e
sull’altro lato ha piazza Mancini con i capolinea degli autobus Atac, come si
chiama? Nessuno lo sa. Per tutti è il ponte dello stadio Olimpico, quello
attraversato da migliaia di tifosi romanisti o laziali la domenica per andare a
vedere la partita. Ebbene il suo nome è ponte duca d’Aosta, ed ha una storia
particolare. Fu costruito su progetto dell’architetto Vincenzo Fasolo, in
cemento armato e rivestito in travertino, presenta un’arcata maggiore e due
laterali minori. Fu inaugurato nel marzo del 1939. E’ intitolato al duca
Emanuele Filiberto Savoia Aosta, comandante della Terza Armata durante
la prima guerra mondiale, morto nel 1931. Ai capi del ponte vi sono coppie di
pilastri ornati da rilievi raffiguranti episodi della guerra, fra gli autori Ercole
Drei autore presente alla Gnam e
alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale con la bellissima scultura “Il
bacio”.
Anche l’architetto ha una storia
particolare che merita di essere racconata, anche perché per noi romani ha
realizzato molte opere importanti. Nato a Spalato nel 1885, è morto a Roma
nel1969. Fu docente di storia e stili
dell’architettura nella facoltà omonima di Roma, fu accademico di San Luca e
architetto della fabbrica di San Pietro. Fondò una scuola di perfezionamento
del restauro dei monumenti. Ha
progettato il Liceo Mamiani in viale delle Milizie, la casa delle Civette a
villa Torlonia, il palazzo del Governatorato a Ostia, la sede dei Vigili del
Fuoco a via Marmorata, la scuola Armando Diaz a via Acireale, la scuola Cadlolo
a via della Rodinella, la Colonia Marina Vittorio Emanuele III a Ostia. Si
tratta di un architetto classicista, certo non era un innovatore, comunque ha
lasciato una traccia importante di se nella nostra città.
Se siete arrivati fino in fondo a leggere questo post, adesso quando
passerete davanti al ponte Duca d’Aosta, dategli un’occhiata.
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