Nella foto di ieri porta Tiburtina.
E' la porta di Roma da cui esce la via
Tiburtina[1],
ma la sua storia inizia molto prima delle mura Aureliane. Nel 5 a.C. Augusto
costruì infatti un arco in questo punto dove si incontravano tre acquedotti:
l'Acqua Marcia, l'Acqua Iulia e l'Acqua Tepula. L'arco, sotto cui passava la
via Tiburtina, fu poi restaurato da Tito e Caracalla.
Tra il 271 e il 275 l'arco venne inglobato
nelle mura Aureliane, come la casa privata nei pressi della porta. Inoltre la
porta si trovava subito prima della biforcazione con la via Collatina che
conduceva a Collazia (oggi castello di Lunghezza). Anche questo tratto di mura
e la porta furono restaurate e liberate dai detriti che vi si erano accumulati
da Onorio nel 401-2, inoltre costruì una seconda struttura, posta esternamente
alla prima, sulla cui sommità furono aperte cinque piccole finestre, che
illuminavano la camera da cui veniva manovrata la cancellata di chiusura di
emergenza della porta.
Una iscrizione quasi integra riporta,
oltre alle lodi degli imperatori Arcadio e Onorio, il nome di Flavio Macrobio
Longiniano, prefetto di Roma, e l'anno, il 402. In tale iscrizione è stato
abraso il nome di Stilicone, generale romano accusato di intesa con il nemico,
ma lo stesso non è avvenuto sulla iscrizione di porta Maggiore.
A partire dall'VIII secolo la porta
comincia ad essere chiamata porta San Lorenzo perchè conduceva alla basilica
con la tomba del santo. Dalla porta venne costruito un portico che conduceva
alla basilica come avveniva per San Pietro e per San Paolo. La porta venne
anche chiamata Capo de Bove o Taurina per i bucrani (teste di toro) che
decorano sia il travertino dell'arco di Augusto che l'architrave della porta
esterna. Siccome quello interno è più grasso il popolo pensò che voleva
alludere che chi vive in città è più nutrito rispetto a chi vive oltre le mura.
Il 20 novembre 1347 la porta fu
spettatrice della battaglia tra Cola di Rienzo e i baroni comandati da Stefano
Colonna il Giovane. Cola di Rienzo riportò una schiacciante vittoria.
L'arco di Augusto, quello interno, in
travertino, ha l'attico attraversato dai tre acquedotti, reca in alto
l'iscrizione che ricorda Augusto, un'altra al centro che ricorda Caracalla che
restaurò l'acqua Marcia (Tepula), l'ultima in basso che ricorda Tito, anche lui
restauratore dell'Acqua Marcia.
[1] Via Tiburtina. Strada consolare romana che collegava con Tivoli,
poi proseguiva con il nome Tiburtina Valeria fino al mar Adriatico dove è
l'odierna Pescara. Oggi è la SS5
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